Youth Novel – Youth Novel

Written by Recensioni

Esordio testamento postumo per la band emoviolence del Michigan.
[ 15.02.2021 | Zegema Beach | emoviolence ]

Miglior esordio full length, che vero esordio non è, non potevamo aspettarci da una formazione statunitense semplicemente e appassionamente screamo.

Non è certo cosa scontata, riuscire ad apprezzare la semplicità: desiderosi come siamo di essere continuamente stupiti e sorpresi finiamo a scervellarci e distogliere l’attenzione su ciò che, in musica, conta davvero fino a perderci la bellezza malata di dischi come Youth Novel, sopraffatti da necessità non necessarie.

Perdersi tra le urla di John Dickinson, sentirsi invischiati nelle ritmiche energiche di Zach Greimer e Jon Riley, devastati e lacerati dalle schitarrate ansiogene di Sean Horner è un esercizio utile allo spirito, oltre che un godimento proprio solo delle anime più inquiete. La violenza emo degli Youth Novel diventa mezzo di catarsi per tutte le nostre paure e turbe mentali tanto da riuscire a calmarci, quando all’apparenza vorrebbe maciullarci come se il suolo corresse in alto lanciato contro un’anima suicida che ha fatto un leggero balzo nel vuoto.

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L’utilizzo del post rock, dei suoi crescendo e delle sue pause, non fa altro che enfatizzare questo aspetto purificatore di quest’opera che gli americani hanno scelto di pubblicare a distanza di tempo dalla sua effettiva realizzazione, in quel periodo di quarantena che pare essere stato musa principale di tutti gli artisti che si stanno affacciando con prepotenza al 2021.

La storia degli Youth Novel, però, è ben diversa: considerando il primo singolo pubblicato otto anni fa, questo omonimo rappresenta al tempo stesso esordio ed epitaffio di una formazione che pare aver concluso il suo ciclo artistico senza farci rendere conto di averne mai iniziato uno. Una vita non tanto breve che però ci da una percezione di brevità data dalle uscite minime. Non è ancora chiarissimo quanto stia accadendo, ma avrete capito che parliamo del primo LP di una band che non esiste più, o almeno non esisterà più per come la stiamo conoscendo oggi o per come l’abbiamo conosciuta ieri.

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Tralasciando gli aspetti gossippari, tra le mani ci resta un disco potente e incisivo che denota una crescita incredibile dagli anni dell’esordio, quello vero, e finalmente prende nette distanze dai cliché del Midwest emo. La voce di John Dickinson è ai suoi massimi, la produzione decisamente migliore e soprattutto, le strutture post rock sono al servizio dell’emoviolence in maniera più che credibile, riuscendo a creare le tipiche atmosfere angoscianti del genere senza banalità.

Le undici tracce, dall’opening XI alla conclusiva XXI, sono quasi tutte brevissime e non identificabili come suggerito dai titoli anonimi ed è cosi che l’insieme scorre come un devastante ed oscuro flusso uniforme e cangiante al tempo stesso, tra suite post, distensioni emotive e sfuriate rabbiose in cui voce e chitarra diventano predominanti e alimentano l’agonia che si protrae col passare dei secondi e che vuole riprodurre fedelmente il nostro tormento esistenziale.

Fino alla fine, in cui si resta emotivamente violentati dai nostri stessi pensieri eppure ci si sente più puliti, come se la violenza cui ci si è resi allo stesso tempo protagonisti attivi e passivi non fosse altro che necessità per svuotare la nostra anima dei suoi lati più oscuri.

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Gli Youth Novel hanno dimostrato di non essere la solita band emo e questo loro disco omonimo ha dimostrato che, tutto sommato, avremmo ancora tanto bisogno di musicisti in grado di farci sentire esattamente male e bene come ci siamo sentiti io e voi che abbiamo appena finito di ascoltare questo disco. Che a volte dobbiamo farci molto male per stare davvero bene non i nostri, inevitabili, demoni.

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Last modified: 2 Marzo 2021