Matador Records Tag Archive

Dissonanze e derive post-hardcore, ecco a voi i Lifeguard

Written by Novità

I due EP pubblicati nel giro di un anno dimostrano che la band di Chicago ha qualcosa in più di un buon potenziale.
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Queens of the Stone Age – In Times New Roman…

Written by Recensioni

Josh Homme e soci hanno dato priorità alla sperimentazione, esplorando le profondità più scure della loro creatività per realizzare un disco aggressivo e umano.
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bar italia – Tracey Denim

Written by Recensioni

Immerso in sonorità indie e atmosfere slacker, il “nuovo debutto” del trio inglese suona godibile e convincente.
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Yo La Tengo – This Stupid World

Written by Recensioni

L’ennesimo capolavoro della band di Hoboken fa venire voglia di morire nella bellezza. E no, non è una cosa brutta. Anzi.
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Gli album in arrivo nel 2023 [gennaio-febbraio]

Written by Novità

Un po’ di dischi già annunciati per gennaio-febbraio 2023 che noi non vediamo l’ora di ascoltare (e magari anche voi).
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‘Chi suona stasera?’ – Guida alla musica live di novembre 2018

Written by Eventi

Iceage, Beach House, Mamuthones, Any Other, The Flaming Lips… Tutti i live da non perdere questo mese secondo Rockambula.

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10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #29.10.2018

Written by Playlist

Recensioni #14.2017 – Visionist / Angelo Sicurella / Courtney Barnett & Kurt Vile / Julien Baker…

Written by Recensioni

Algiers @ Astoria, Torino | 13.11.2017

Written by Live Report

L’Astoria di Torino ha ospitato lunedì 13 novembre sul palco del suo basement gli Algiers, band che con soli due album pubblicati è riuscita ad attirare su di sé una discreta attenzione.

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‘Chi suona stasera?’ – Guida alla musica live di novembre 2017

Written by Eventi

Sun Ra Arkestra, Kraftwerk, Nick Cave & The Bad Seeds… Tutti i live da non perdere questo mese secondo Rockambula.

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‘Chi suona stasera?’ – Guida alla musica live di agosto 2017

Written by Eventi

Swans, Billy Bragg, Ride, Beach House, Liars… Tutti i live da non perdere questo mese secondo Rockambula.

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Savages – Adore Life

Written by Recensioni

Le Savages sono una band londinese, benché la cantante Jehnny Beth, pseudonimo di Camille Berthomier, sia in realtà francese, attiva ormai dal 2011. Dopo aver ottenuto discreta attenzione e successo con l’esordio, Silence Yourself del 2013, tentano di fare il grande balzo in avanti con la loro seconda fatica, Adore Life. L’intento della band è quello di prendere il Noise Rock di inizio anni 90 ed il Post Punk anni 80, shakerarli, attualizzarli al 2016 ed elaborarli in forma personale; tant’è che all’ascolto, se volessimo fare dei paragoni, le somiglianze più evidenti sono quelle con i Sonic Youth e Siuxsie & the Banshees e proprio al cantato di Siouxsie Siux si ispira la Berthomier. Proprio in questo tentativo di attualizzazione risiedono sia i (molti) pregi che i difetti del disco e dell’intera band. Parliamoci francamente: i revival non mi piacciono e non mi sono mai piaciuti. Esiste una sottilissima linea che li separa dalla semplice ispirazione/ammirazione; se la si sorpassa, si rischia un vero e proprio disastro citazionistico che può piacere unicamente a qualche appassionato del genere e gettare un “buon” disco nel grande calderone del cult. Benché all’interno di Adore Life le Savages rasentino spesso questo rischio, riescono a non superare quella linea. Il loro secondo album è palesemente un buon disco, coinvolgente, energico e rivolto alla conquista di un pubblico il più ampio possibile. Ciò che c’è di più positivo è poi proprio da ricercarsi nei brani che più nettamente si liberano dallo stile retrò e riescono a suonare attuali; il primo caso è “Adore”, scelto come secondo singolo; pezzo nel quale la band decide di abbassare la velocità in favore della ricerca di un vero e proprio climax emotivo ascendente all’interno della canzone. Apprezzabile, da chi ha dimestichezza con la lingua d’Albione, anche la profondità del testo; nota di demerito invece per il video: sembra strano che per un pezzo di questo tipo non si sia riusciti a fare qualcosa di meglio. Non che sia brutto, per carità, ma sicuramente mi aspettavo di più, dato anche che non mi sembra che alla band manchino le risorse. La prestazione più riuscita è poi da ricercarsi nella traccia otto, misteriosamente non ancora scelta dalla band come singolo, “Surrender”, che più di ogni altro brano dell’album si conforma al significato della parola “canzone”. Divertente, dotata di tiro, coinvolgente ed ispirata. Tutto ciò che invece manca in “I Need Something New”, la traccia meno riuscita che rasenta il limite del fastidioso a causa della sua monotonia e ridondanza. Anche l’ultimo brano “Mechanics”, benché sia evidente che avrebbe dovuto mostrare un lato differente della band, non riesce ad emergere e, schiacciato forse anche da un minutaggio eccessivo, finisce ben presto nel dimenticatoio. Escludendo queste due note fuori registro, il disco è compattamente positivo, risulta divertente, ed ogni brano è evidentemente studiato con attenzione, in modo da risaltare la sua musicalità. Una produzione assolutamente all’altezza ed un suono impeccabile e scelto con cura fanno da contorno ad un album la cui valutazione non può che andare ampiamente sopra la sufficienza. Le Savages si apprestano ad affrontare un tour europeo di promozione dell’album che dovrebbe toccare l’Italia ad aprile. Per loro il 2016 dovrebbe essere l’anno della consacrazione.

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