Otto minuti di ordine e caos – Intervista a TWAN

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Quattro chiacchiere col producer dopo la live session in streaming di Entropia.

(di Valentina Bellini)

Antonio Marra, in arte TWAN, è nato a Benevento nel 1995 e vive a Londra ormai da anni. Negli ultimi mesi ha avviato collaborazioni interessanti e comincia a far parlare di sé anche in Italia.

Una formazione accademica da pianista l’ha poi portato a suonare musica elettronica fondendo tra loro atmosfere dance e futuristiche. Nel 2019 pubblica diversi singoli strumentali, mentre gira l’Europa con band indipendenti e lavora come produttore discografico in diversi studi. Nel 2021 pubblica Entropia, una fusione di house, alternative e future garage che ha stregato gli appassionati di elettronica.

L’artwork del singolo è realizzato da Leif Podhajský, graphic designer e art director australiano, noto per aver lavorato con artisti come Tame Impala, Bonobo, Kylie Minogue, Of Monsters and Men e Young Magic. Il brano trasforma in musica i concetti di ordine e disordine: nella fisica quantistica, l’entropia rappresenta la variabile di un risultato, l’incertezza che domina prima e dopo averlo raggiunto e la casualità di tutto quello che accade intorno. È anche una rappresentazione della coscienza umana, in continua evoluzione, così come l’universo.

“Il concetto alla base del brano è quello di rappresentare il livello di consapevolezza raggiunto dall’umanità attraverso l’evoluzione, indipendentemente dall’ordine o dal caos che l’uomo di oggi sta vivendo”, ci spiega TWAN.

L’artista continua a sperimentare e il 12 maggio scorso decide di trasmettere in diretta streaming una performance di Entropia registrata nel suo home studio. L’iniziativa ha successo: gli spettatori rimangono incantati dall’atmosfera del live e dall’animazione che introduce il video. Facciamoci raccontare da TWAN com’è andata.

Dietro a questo live sembra esserci parecchio lavoro, come hai vissuto la sua preparazione? Da quanto tempo non ti esibivi e con chi suonavi? Raccontami un po’ la tua vita pre-Covid.

È stata sicuramente una bella sfida. Avevo in mente già da tempo di voler organizzare un live e sono davvero contento di esserci riuscito. L’ultima volta che mi sono esibito di fronte ad un pubblico è stato con i Pelicandy a Brighton nel 2019, un gruppo indie-elettronico londinese. Prima del Covid lavoravo in uno studio discografico a Londra e suonavo come tastierista insieme a band e artisti. Mi manca suonare dal vivo.

Com’è nata Entropia e l’idea del live?

Entropia è nata durante il lockdown subito dopo il mio rientro in Italia. Mi sono seduto al pianoforte e ho iniziato a improvvisare fino a quando una melodia mi ha catturato. Da li poi ho iniziato a sviluppare il brano al computer registrando sintetizzatori e batterie elettroniche. Volevo creare qualcosa di innovativo ma allo stesso tempo nostalgico.

Il concetto alla base del brano è quello di rappresentare il livello di consapevolezza raggiunto dall’umanità attraverso l’evoluzione, indipendentemente dall’ordine o dal caos che l’uomo di oggi sta vivendo. L’obiettivo era quello di rappresentare l’alternanza dell’ordine e disordine attraverso atmosfere caotiche, trame glitch e melodie energetiche. Spero di esserci riuscito. L’idea del live nasce invece dal desiderio di voler condividere con il pubblico quelle sensazioni e vibrazioni che emergono solo dal vivo.

Mi descrivi il progetto TWAN? Ti identifichi con un genere in particolare?

Tutto è nato dalla voglia di sperimentare fondendo l’elettronica da dance-floor con la musica pop attraverso tecniche di produzioni moderne. Non mi è mai piaciuto identificarmi con un genere in particolare. Credo nella fusione tra culture e stili diversi. Indubbiamente ci sono delle influenze dal mondo house, UK garage, pop, hip-hop, ma sono sempre alla ricerca di un suono innovativo e sperimentazioni tra insolite combinazioni di suoni.

Con quali artisti ameresti collaborare?

In Italia mi piacerebbe molto collaborare con Cosmo, NAVA o Populous. Apprezzo molto la loro originalità e come contrastano l’omologazione.

Qual è il pezzo a cui sei più legato?

Probabilmente Entropia. L’ho scritto in un momento molto particolare per il nostro pianeta e ha per me un grande significato.

Come sai che la musica è ciò che vuoi fare nella vita?

Lo so e basta. Non so come spiegarlo ma è una sensazione che ho da sempre. Da piccolo mi appassionava guardare concerti in televisione e poi organizzavo le repliche a casa per la mia famiglia. Utilizzavo delle tastiere e alcuni oggetti che trovavo per casa per mettere su dei veri e propri spettacoli. Sapevo che avrei voluto fare quello da grande. La musica è sempre stata una priorità per me.

Come definiresti la creatività?

Lasciar fluire le proprie energie, essere originali e non farsi condizionare dalle tendenze del momento. Dare libero sfogo alle proprie inclinazioni.

Cosa ti aspetti dal futuro?

Spero di poter conoscere molti artisti di talento, continuare ad accrescere le mie conoscenze, intraprendere un’esperienza con un’etichetta e portare un live nei club e sui palchi dei festival. Inoltre aspiro a sviluppare una migliore identità visiva e continuare a curare l’immagine del mio progetto grazie all’aiuto di graphic designers e visual artists.

Come i luoghi in cui hai vissuto hanno influenzato la tua produzione?

Non ho mai abbandonato le mie radici ma sono sempre stato molto curioso, con una forte voglia di esplorare nuove dimensioni musicali. Sicuramente Londra mi ha offerto la possibilità di entrare in contatto con moltissime culture diverse e uno scenario musicale molto vasto. Questo mi ha stimolato fin da subito a spingermi oltre nella ricerca della sperimentazione musicale.

Cosa comunicherà il tuo prossimo pezzo?

Il mio prossimo singolo è una collaborazione con una cantautrice statunitense. È un brano elettronico che fonde sonorità pop con il folk, ispirato alla ricerca della consapevolezza di sé e della pace interiore. Spero vi piacerà.

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Last modified: 21 Giugno 2021