Un nuovo mese, una nuova carrellata di band più o meno sconosciute e tutte da scoprire.
In copertina: the pond © Bandcamp
What’s up on Bandcamp? è un’idea che prova a mettere al centro la musica indipendente: ogni mese una selezione di dischi il più variegata possibile – a livello di generi, provenienza geografica, etichette – per provare a dare spazio a nomi in rampa di lancio o comunque poco conosciuti.
Del resto, non importa quanto sia difficile la vita: lì fuori ci sarà sempre una band pronta a salvartela (o quantomeno a migliorartela).
Gallery – Rolling Stop
[01.05.2025 | Candlepin | slowcore, indie rock, shoegaze | Canada]
Dopo A Recorded Dawn e goldenstar (i cui EP erano entrambi presenti nella prima edizione 2025 di questa rubrica), torna il magico connubio tra il Canada e lo slowcore. Il merito è tutto dei Gallery (oltre che dell’immancabile Candlepin Records), quartetto da St. John’s che unisce la proverbiale lentezza del genere ad un certo retrogusto indiegaze, il tutto impreziosito da chitarre che riescono a suonare al tempo stesso melodiche e ferali. Non esagero se dico che Leeches è stato probabilmente il pezzo che ho ascoltato più volte nel mese passato: una tormentata e rassegnata perla 100% slowcore che striscia lentamente sulla tua pelle proprio come farebbero le sanguisughe che danno il titolo al pezzo.
Tanta roba davvero, per un EP di esordio.
green star – bleeding swirls
[02.05.2025 | autoprodotto | shoegaze, alternative rock | UK]
Ancora un EP di debutto, ancora le chitarre sugli scudi. I londinesi green star tirano fuori sei pezzi che, messi insieme, appaiono la summa perfetta di quel genere indefinito a cavallo tra melodie indie/alternative rock e schitarrate in piena indole shoegaze (è vero, poc’anzi l’ho definito indiegaze, termine astruso che può tornare utile anche in questo caso). A livello di sonorità siamo infatti dalle parti di julie e simili, insomma quelle band che su last.fm trovereste sotto il tag grungegaze (a proposito di improbabili definizioni musicali, già).
four-o-five è probabilmente il brano più completo, foriero com’è di quella estetica a metà tra My Bloody Valentine e Sonic Youth che non può non far alzare più di un sopracciglio.
Cortada – Gānbēi (干杯)
[09.05.2025 | Saliva Diva | post-hardcore, noise rock, math rock | Portogallo]
È un assolato pomeriggio di maggio. In sottofondo c’è l’immancabile Giro d’Italia. Tra le decine di mail che ogni venerdì mi arrivano da Bandcamp, ce n’è una che – sarà per il titolo, sarà per la provenienza della band – cattura la mia attenzione, metto su e boom, pochi secondi e la mia giornata si impenna in maniera del tutto inaspettata. La musica dei Cortada mi arriva in faccia come un gavettone inaspettato in pieno agosto: ritmi sincopati, suoni angolari e riff taglienti sono infatti gli ingredienti di cui il quartetto di Lisbona si serve per plasmare un suono graffiante come l’asfalto bollente su cui ti sbucciavi le ginocchia da bambino.
Come si dice “che botta!” in portoghese?
Softie – SOMERSAULT
[09.05.2025 | Cherub Dream | slacker rock, noise pop | USA]
In tanti associano la Bay Area alla fiorente scena thrash metal esplosa in zona negli anni ’80, o magari ai Golden State Warriors, che seguivo con grande attenzione quando, nella loro fase ancora sfigata, Marco Belinelli provava a ritagliarsi un posto al sole in NBA. Per me invece Bay Area è ormai sinonimo di Cherub Dream Records, preziosa etichetta di San Francisco che fa cose mirabili in ambito alternativo (e che mi ha fatto scoprire i magnifici Demora).
Sì, ma i Softie? I Softie sono un quintetto di Oakland dall’irresistibile attitudine a metà strada tra slacker rock e noise pop: per chi scrive, semplicemente una delle migliori commistioni in assoluto. Lasciatevi avvolgere dalle zuccherose chitarre di kiss kiss kiss e poi mi direte. Il piacere è garantito.
the pond – A Year As a Cloud
[09.05.2025 | Anything Bagel, Hidden Bay, Wood of Heart | indie rock, slowcore, alt-country | USA]
Basta vedere la foto conviviale e sorridente che hanno messo come immagine dell’account su Bandcamp per capire che si è di fronte a musicisti teneri e da amare al primo ascolto. A Year as a Cloud (per inciso, titolo tanto romantico quanto meraviglioso) segue di ben cinque anni l’ultimo lavoro a firma the pond e racchiude tutto quello che vorresti ascoltare dopo una giornata estenuante passata in mezzo agli esseri umani: atmosfere rilassate, melodie rassicuranti, un incedere placido ma non sonnolento che risulta perfetto per cullarti dolcemente nel grande mare della tranquillità.
Indie rock, sadcore, slowcore, alt-country: chiamatelo come preferite, quel che conta è che è musica fatta col cuore e per il cuore di tuttə noi.
AAA Gripper – We Invented Work for the Common Good
[16.05.2025 | Wrong Speed | art punk, noise rock, post-punk | UK]
Copertina in bianco e nero, immagine che fa molto Rivoluzione Industriale spiegata su un sussidiario di storia delle medie, titolo che scimmiotta quello che ti direbbe un ipocrita padrone capitalista a caso: già ci sarebbero cose a sufficienza per farmi apprezzare il disco a scatola chiusa, se poi al tutto aggiungi un sound tagliente e dissonante che ammicca a noise rock, art e post-punk, allora i giochi sono davvero chiusi. Un lavoro che stupisce per coesione, solidità ed estetica, tanto più se si pensa che siamo al cospetto di un debutto assoluto.
Il lavoro fa schifo ed è sempre alienante. Se non vi fidate di me, credete almeno agli AAA Gripper.
a/lpaca – Laughter
[16.05.2025 | Dischi Sotterranei, Sulatron, Sour Grapes | psychedelic rock, krautrock, garage rock | Italia]
Sebbene questa rubrica abbia sempre avuto un taglio fortemente internazionale, confesso che un po’ di Italia in più non guasterebbe, anche perché di realtà valide e interessanti ne abbiamo anche noi. Un esempio lampante sono proprio gli a/lpaca, quartetto mantovano tornato da poco con il suo secondo album. Ricordo che all’epoca dell’uscita del debutto li intervistai per una web radio e parlammo di un disco buono ma a tratti eccessivamente derivativo, qui invece il salto di qualità è davvero lampante: un album solido e coeso che mescola influenze garage, psichedeliche, elettroniche, kraut con un piglio sperimentale nient’affatto comune. Un’uscita che potrebbe seriamente proiettarli verso lidi di un certo spessore in ambito internazionale.
Sono tutt’altro che uno sciovinista, ma stavolta andare fiero di un qualcosa che riguarda il mio Paese mi riesce particolarmente semplice.
Docents – Shadowboxing
[16.05.2025 | Ten Tremors | post-punk, art punk | USA]
Cinque brani per nemmeno undici minuti complessivi di durata: i Docents irrompono senza preavviso per impartirci una lezione di come si possa suonare al tempo stesso roboanti e minimali, sferzanti e accessibili. Un EP ricco di pathos che condensa quanto di meglio la scena post-punk/art punk internazionale ci ha proposto in questi ultimi anni, il tutto senza aggiungere nessun bizantinismo o abbellimento superfluo: musica essenziale e ridotta all’osso, una scelta ammirevole in un’epoca in cui il buon vecchio adagio less is more sembra ormai definitivamente accantonato. Il disagio racchiuso nel minuto e 33 secondi di Shouldn’t We per l’intero mese.
Apritevi una buona birra in lattina e mettetelo su: scoprirete che avrà tutto un altro sapore nel vostro palato.
Hahawall – Turn Off
[23.05.2025 | Guerrilla | post-hardcore, noise rock | Indonesia]
Associare l’Indonesia al post-hardcore non è esattamente la cosa più automatica che verrebbe da fare, eppure una delle cose che ho imparato negli anni attraverso questo format è che l’apertura mentale in ambito musicale è davvero tutto. Tanto premesso, una volta imbattutomi nella piccola e indipendente Guerrilla Records – di stanza nella capitale Giacarta – mi si è aperto un mondo che non smetterò mai di setacciare.
Gli Hahawall sono un trio che a naso devono aver ascoltato un bel po’ di Fugazi, Drive Like Jehu, Bitch Magnet devono averli ascoltati: i riferimenti giusti ci sono tutti, il tiro non manca, la voglia di fare casino nemmeno e di lo-fi ce n’è quanto basta, che altro chiedere di più?
Abel – How to Get Away With Nothing
[28.05.2025 | Candlepin, Julia’s War, Pleasure Tapes | indie rock, slowcore, shoegaze | USA]
Confesso che, visto che avevo amato tantissimo il precedente Dizzy Spell, il ritorno degli Abel era per me atteso come una birra fresca dopo un’afosa giornata estiva.
“I want to write more songs about how the grass feels on my bare feet”. Basterebbe già la frase che apre la descrizione su Bandcamp a veicolare in maniera appropriata tutto il poetico lirismo che permea il nuovo lavoro della band di Columbus, Ohio, che a livello musicale affonda le proprie radici nell’intersezione tra slowcore, indie rock, shoegaze, con una spruzzata di estetica emo che non fa mai male. Tra distorsioni e rallentamenti, melodia e pathos, uno dei dischi più solidi, ispirati e convincenti usciti quest’anno in ambito indie rock(™), senza se e senza ma.
Qui trovate la playlist riassuntiva di What’s up on Bandcamp?, un pezzo per ogni uscita trattata nel 2025. Buon ascolto!
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Last modified: 10 Giugno 2025