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Weird is Better [maggio 2025]

Written by Francesca Prevettoni• 4 Giugno 2025• Articoli

Mese per mese, una rubrica alla scoperta di tante novità in ambito experimental e affini.

In copertina: Moin

Maggio. Da qualche settimana ho acquistato una piantina di limone in vaso, le ho trovato una sistemazione sul balcone più piccolo e soleggiato, su cui si affaccia la porta-finestra del mio bagno. I frutti sono ancora piccoli e verdi, curiosamente deformi, ma confido cresceranno molto presto. Ogni mattina, prima di prepararmi per andare in ufficio, spalanco le imposte ed esco a dirle qualche parola. Alle piante bisogna parlare, credo di averlo letto da qualche parte tempo fa, quindi, mi sono chiesta, perché non tentare anche con la musica? Le ho quindi fatto ascoltare del folk, delle eteree chitarre, un po’ di noise ed elettronica per un risveglio più energico. Siamo a fine mese e a quanto pare per una spremuta di agrumi sperimentali mi toccherà attendere pazientemente, nel frattempo lascio anche a voi le mie (nostre) scoperte del mese appena trascorso: buon ascolto.

Shearling – Motherfucker; I am Both: “Amen” and “Hallelujah”…
[01.05.2025 | Mishap | noise rock, experimental rock, electronic, folk]

Dalle chiassose e angolari ceneri degli Sprain rinascono come fenici gli Shearling, che ci propongono un album (?) composto da una sola traccia della durata di poco più di un’ora – se non è weird questo, direte giustamente voi. Ciò che inizia come un caustico noise a denti serrati si dipana pian piano, sviluppandosi attraverso molteplici sfumature. Un aggressivo flusso di coscienza sotto forma di sfoghi vocali, litanie swansiane, parentesi elettroniche e glitchate, qualche occhio del ciclone in cui si distingue una calma apparente che, in un tale contesto, può essere solo presagio di nuove esplosioni ancor più efferate. Avete sempre sognato una versione dei Godspeed You! Black Emperor reimmaginata in chiave noise rock? Eccovi accontentati.

Glasspack – Rarefied Airs
[02.05.2025 | Stoned To Death | folk, drone]

Il disco d’esordio di questo duo da New Haven, Connecticut, è un elogio ad un minimalismo equilibrato ma saturo e carico di tensione, messo nero su bianco nell’intensità crescente di due lunghe tracce di oltre 18 minuti. Il connubio idilliaco fra le cornamuse di Henry Birdsey (Tongue Depressor, Old Saw) e i loop elettronici di Ian McColm, concentrato e corposo, traccia ripetitivi panorami aridi e astratti come un carboncino su un foglio di carta ruvido. Un debutto che, a mio parere, calzerebbe a pennello come colonna sonora ideale per uno degli inquietanti cortometraggi della giovane regista polacca Barbara Rupik.

DIVUS – DIVUS 3
[02.05.2025 | Subsound | electronic, doom jazz, ambient, industrial]

Imponente, maestoso, altisonante. Acido in certi suoi risvolti, ma a tratti quasi spirituale; più affine ad una missione nello spazio che ad un mero ascolto con i piedi ben saldi a terra. L’uscita di DIVUS 3 segna il terzo capitolo di un’interessante fusione fra l’esperienza in ambito club music di Luciano Lamanna e il versatile sax di Luca T. Mai (Zu, Traum), che si intrecciano in una collaborazione dal fascino notturno e cinematografico che oscilla fra doom jazz, propulsioni elettroniche, ambient fantascientifico e musica d’avanguardia. Il risultato finale? Un album che suona come un ipnotico viaggio alla scoperta di nuovi mondi sospesi e inesplorati, evocativo e sinuoso.

Panorama Rama Rama – Sailing the Panorama Rama Rama
[05.05.2025 | autoprodotto | post-rock, post-metal, psychedelic rock]

Che meraviglia il nome di questo progetto, mi sono detta a primo impatto: un nome che fa eco. E, nel momento esatto in cui ho premuto play, ho capito all’istante: non è solo quel moniker a riecheggiare, libero e solenne, nel sound di questo duo. È anche la grandezza della natura a riverberare nelle composizioni di Emiliano Milanesi e Youssef Labroni, che creano musica improvvisando, ispirandosi ai paesaggi delle valli bresciane in cui vivono. Mettetevi comodi, quindi, e immaginate di sorvolare a bordo di un piccolo velivolo un luogo mozzafiato, in continuo mutamento. Suggestive reveries chitarristiche dalle mille sfaccettature, aperture post-rock e persino qualche incursione più inattesa – dal post-metal al Medioriente, credeteci o no – faranno tutto il resto. Bello (-ello, -ello).

Moin – Belly Up
[09.05.2025 | AD 93 | post-rock, avant-jazz]

Non si può definire come una semplice coda del precedente lavoro You Never End, pubblicato solo sei mesi fa. Tutto sommato, però, le carte rimescolate nel mazzo sono (fortunatamente) sempre le stesse; ed è sempre un immenso piacere assistere ad una nuova evoluzione di quella mutevole creatura post-whatever chiamata Moin. Alle percussioni l’irraggiungibile maestra Valentina Magaletti, sempre incontrastata autrice di intricate sovrastrutture; i visionari Joe Andrews e Tom Halstead completano dinamiche degne di un quadro futurista in un imperfetto collage post-rock dal portamento jazz, mentre il ritorno dei due graditi ospiti Ben Vince e Sophia Al-Maria continua a convincere più che mai. Matematico, imprevedibile, inclassificabile.

Cuneiform Tabs – Age
[16.05.2025 | Superior Viaduct | psychedelic rock, hypnagogic pop, lo-fi]

I Cuneiform Tabs sembrano jammare in una stanza in cui il tempo si è fermato. O meglio, in una capsula temporale che oscilla in continuazione come un pendolo fra diverse epoche: melodie beatlesiane dell’era più lisergica, psichedelia Sixties, voci fluttuanti e riverberate, esperimenti à la The Velvet Underground, sogni liquidi circondati da un’aura lo-fi. In poche parole: una piccola, anacronistica gemma di pop ipnagogico. Se lo scorso anno avete apprezzato l’epopea Cindy Lee, molto probabilmente questo album incontrerà i vostri gusti: decisamente meno prolisso, ma sulla medesima lunghezza d’onda.

Yorkston / Jaycock / Langendorf – Yorkston / Jaycock / Langendorf
[23.05.2025 | Black Sweat | folk, avant-jazz]

Nel DNA ha il verde sconfinato della Scozia, l’austerità inglese, le vibrazioni nordiche della Svezia. Tre differenti anime compongono il corredo genetico della collaborazione fra questi tre musicisti, una vera e propria mano tesa a tutti coloro che non si sentono ancora pronti all’imminente arrivo dell’estate e preferiscono restare sospesi nel torpore grigio e nebbioso di un autunno immerso in una natura che tende al declino. Che cosa ho amato follemente di questo disco? Il fatto che suoni talmente palpabile, caloroso e vicino da sembrare suonato dal vivo nella vostra stanza. Un folk-jazz languido e malinconico dalla forma libera e acquosa, senza confini, eppure familiare come una favola antica tramandata di generazione in generazione.

PEAMO – Björngårdsgatan
[23.05.2025 | Pomperipossa | drone, electronic]

Restiamo sempre in tema “odio l’estate”, ma stavolta con una proposta dai toni profondamente oscuri. Questo trio sperimentale inizia a muovere i suoi primi passi nell’orbita della Pomperipossa Records – etichetta fondata da Anna Von Hausswolff – con un EP di quattro pezzi che faranno parte di un LP di prossima pubblicazione nel corso del 2025. Credo di poter affermare che il Purgatorio visto al microscopio possa avere più o meno questo suono: su una sinistra tela drone di flauti e violoncello vengono proiettate in serie micropercezioni elettroniche, frequenze spezzate, respiri interrotti. Se l’inquietudine è il vostro elemento naturale, la dimensione nella quale vi trovate più a vostro agio in ambito musicale, dategli una chance e difficilmente resterete delusi.

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Last modified: 2 Giugno 2025

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