VIAGGI MUSICALI | Intervista alle NANAI

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Nella vita di un musicista il viaggio è di certo una componente essenziale. Chilometri su chilometri, giornate intere passate in furgone, nottate insonni, pasti al limite della decenza, orde di automobilisti impazziti a rallentare viaggi lunghissimi e poi infine il palco, l’energia, il sudore, i sorrisi, il calore del pubblico e tanta voglia di rimettersi in viaggio per suonare ancora. E se il viaggio non fosse solo questo? Se il vero viaggio fosse l’intera esperienza musicale?

Questa settimana abbiamo chiesto alle NANAI, giovane duo Electropop tutto al femminile dai “mille” strumenti sul palco, di immaginare la loro vita a contatto con la musica come un lungo cammino che stanno in realtà ancora percorrendo. Ecco cosa ci hanno risposto.

“Chi siete? Quanti siete? Dove andate? (Un fiorino!)”

Siamo Margherita e Valentina, in arte (o forse no) Zoel e Von e i loro millemila strumenti più alti e pesanti di loro. Due disadattate del sud che vivono al nord ma non si sentono mai a casa, se non quando sono in viaggio. Andiamo in giro per l’Italia a bordo del nostro Fiat Doblò che ha problemi immaginari di avaria al motore e altri presunti sintomi. Forse lui è più clinico di noi!

È tempo di bagagli. Dischi, canzoni e artisti da portare con voi.

Generalmente prima di partire prepariamo e compriamo tanti cd visto che il nostro furgone è old school e non supporta l’USB. Ci diciamo che artisti vorremmo portare e sono infiniti. Bjork, Sigur Rós, Emiliana Torrini, David Bowie, Lali Puna, Peaches, Röyksopp, Woodkid, New Order, Kraftwerk, Ramones, Sex Pistols ma anche cose più cantabili come i Beatles o più pestate come gli Einstürzende Neubauten, Aphex Twin e i Prodigy.
Poi, puntualmente, una delle due (non facciamo nomi ma sempre la stessa) li dimentica a casa. Finisce che compriamo cd all’autogrill. Ad oggi ci accompagnano Franco Battiato, i Subsonica e Fabrizio De Andrè. Ma l’ultima volta ci contendevamo la scelta tra Tiziano Ferro e Gigi D’Alessio. Fortunatamente non l’ha spuntata nessuna delle due.

Le cose da dimenticare a casa.

La lista qui sarebbe lunga. Di sicuro i problemi, le ansie inutili e la solita routine. Quando sei in autostrada senti di poterti lasciare tutto alle spalle e di dover guardare solo avanti (in senso non solo figurato).
Purtroppo per noi, invece, dimentichiamo cd, spazzolino, calzini e slip. Poi ci tocca fare tappa al supermercato.

Luoghi e incontri che hanno reso più interessante il cammino.

I luoghi non sono mai quelli fisici in cui arriviamo. Ma le sensazioni, le emozioni e le persone che incontriamo sul percorso. Ma forse i luoghi davvero più importanti per noi sono quelli a cui arriviamo con le nostre canzoni. Pur avendo sempre vissuto in città, abbiamo un forte legame con la natura che ci è nato contemporaneamente, in maniera del tutto istintiva. Mentre componiamo ci sembra di teletrasportarci dai 40mq della nostra casa a spazi incontaminati. Così un giorno siamo nella tundra, un giorno vediamo le luci dell’Aurora Boreale e un altro ancora siamo su una montagna, immerse tra gli alberi. Forse quello è davvero il viaggio più sorprendente.

Deviazioni di percorso. Ce ne sono state? Come sono state affrontate?

Più che di deviazioni di percorso potremmo parlare di un percorso a zig-zag. Ma anche una corsa ad ostacoli renderebbe l’idea. Ovviamente senza nemmeno il cavallo ad aiutarci!
Da quando ci siamo conosciute ne sono successe davvero di ogni. E non solo musicalmente. Anzi, forse quella è stata la cosa più lineare nella nostra vita. Ci abbiamo creduto e continuiamo a farlo con tenacia. Nonostante i problemi, le ristrettezze economiche che a volte accompagnano la vita da musicisti e la sensazione che qualcosa debba sempre arrivare ma non arriva. Ma per farlo abbiamo dovuto mettere in dubbio tutto il resto. Le nostre sicurezze, i nostri lavori “fissi”, i problemi emotivi, l’inadeguatezza del crescere, le vicende personali. Ma qualcosa tra noi è stato il filo che resisteva alle peggiori tempeste. Zoel e Von sono gli opposti. Ma proprio per questo si attraggono.

I migliori compagni di viaggio.

Primo su tutti: il toy piano che ad ogni curva, fosso o minima deviazione di percorso suona da solo.

Secondo: i libri. Ci servono a provare a dormire quando soffriamo di insonnia.

Terzo: Kick Clod. Il nostro supereroe sotto forma di fonico che è in grado di risolvere le nostre disavventure tecnologiche. Come la punta di un jack incastrata nell’uscita del synth, la tastiera controller che decide di essere ‘out of control’, il synth che decide di sdoppiare la personalità mostrandoci le scritte sul display doppie o al contrario oppure l’ukulele Rocco che a volte viene impossessato dallo spirito di un filmato in Super8 e emette lo stesso suono.

Quarto (ma non meno importante): i nostri tour manager ribattezzati “Tour damager”. (Non servono ulteriori spiegazioni!)

Mete sognate, ma non ancora raggiunte.

Islanda! Lo diciamo dal giorno in cui ci siamo conosciute! Guardiamo i voli e fantastichiamo… Sono anni che cerchiamo di pianificare questa nostra trasferta con l’idea di suonare lì o anche solo viverla un po’ più da vicino. Per adesso ci è difficile anche organizzare una gita sul lago di Avigliana.

Cartoline da lontano: dopo tutta questa strada, cosa scrivereste ad amici/nemici (o a chi volete) ?

Se avessimo amici o famiglie miliardarie ci piacerebbe inscenare un rapimento e mandare una cartolina con la richiesta di riscatto (ogni riferimento a fatti o persone esistenti è puramente casuale).
Ma per ora ci basterebbe chiedere a Paolo Fox di fare una grazia ai Gemelli e ai Pesci!

 “Cheeeeeese”. La foto che meglio vi rappresenta.

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Last modified: 21 Febbraio 2019

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