La Tempesta Tag Archive

Riviera – Sempre

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Il ritorno della band emo italiana nasce dalla terra e suona altrettanto concreto.
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Populous – W

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Un manifesto queer che tributa il femminile.
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Premio Buscaglione, dal 12 al 14 marzo a Torino

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In arrivo il mese prossimo all’Hiroshima Mon Amour la sesta edizione del contest.
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GIALLORENZO – MILANO POSTO DI MERDA

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Malkovic e Montag, stili e personalità diverse che convergono in nuovo progetto musicale.
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Sick Tamburo – Paura e l’amore

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Tra punk e malinconia, il nuovo lavoro di una band che riesce sempre a toccare i punti più deboli della personalità umana.
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Recensioni #17.2018 – Giorgio Canali & Rossofuoco / Merio / Ask The White

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10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #20.01.2017

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10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #23.09.2016

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Il Teatro degli Orrori annuncia un nuovo tour

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La band presenterà i brani del loro ultimo omonimo album Il Teatro degli Orrori, uscito ad ottobre 2015 per La Tempesta. Il disco è composto da dodici tracce che dipingono l’affresco di un’Italia allo sfacelo con disarmante ironia e il consueto sarcasmo. E’ un viaggio nella società italiana affrontato con la rabbia viscerale e lo struggente disincanto che contraddistinguono la band. Dal punto di vista stilistico, l’album si spinge verso un rock più definito ed essenziale, ma anche più ricercato, sottolineando il nuovo corso intrapreso dal gruppo, dove spicca l’attenzione ai testi che da sempre contraddistingue la scrittura di Pierpaolo Capovilla.

12 febbraio – Indie Druso – Ranica (Bergamo)
13 febbraio – OFF Modena – Modena
26 febbraio – Supersonic Music Club – Foligno (Perugia)
04 marzo – New Age club – Roncade (Treviso)
05 marzo – Sonar live – Colle Val d’Elsa (Siena)
11 marzo – sPAZIO211 – Torino
23 marzo – Teatro Auditorium Unical – Rende (Cosenza)
24 marzo – I Candelai – Palermo
25 marzo – Retronouveau – Messina
26 marzo – Barbara Disco Lab – Catania
30 marzo – Alcatraz – Milano – Milano
02 aprile – Capanno Black Out – Prato
23 aprile – Supernova – Genova

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Maria Antonietta – Maria Antonietta Loves Chewingum

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Nuovo, breve EP per Letizia Cesarini, in cui la cantante pesarese, insieme ai Chewingum, già al suo fianco durante il tour autunnale elettro-acustico “Tra me e Tutte le Cose”, rimette mano ad una manciata di brani del suo ultimo disco Sassi e si lancia in una cover Synth Pop (alquanto piacevole) di “Fotoromanza” della Nannini. Maria Antonietta polarizza, la ami o la odi, così si dice. Io che in musica sono abbastanza moderato (che brutta parola) invece preferisco, al manicheismo dell’evitare come peste e dell’abbracciare come vitelli d’oro, il girarci intorno del curioso al museo: attento, ma col distacco di quell’ultimo metro che lascia lo sguardo libero di osservare le cose nella loro interezza. E insomma a me Maria Antonietta a volte piace nella sua libertà così sincera (o nella sua sincerità così libera), altre volte mi pare infettata da quello scazzo indie che dopo un po’ stufa. Tutto questo per dire che Maria Antonietta Loves Chewingum si porta dietro questa doppiezza; le canzoni sono sempre canzoni di Maria Antonietta, solo sporcate di ritmiche elettroniche, suoni frizzanti, suggestioni giocattolo. I Chewingum pure mi piacciono abbastanza (ludici, simpatici, si fanno apprezzare nei loro divertissement anarcoidi – date un’orecchia a Nilo: cazzeggio senza fine, ma con una certa arguzia). Qui appunto continuano il loro errare irrispettoso e sorridente (“Tra Me e Tutte le Cose” sulla base di “Clint Eastwood” dei Gorillaz…) che rivoluziona in qualche misura l’apparenza più superficiale dei brani ma non sposta eccessivamente il baricentro: rivisita con sguardo diverso (e un po’ strabico) canzoni che, comunque, già funzionavano nel loro disco d’origine. (“Giardino Comunale”, per dire, a me piaceva più prima – ma è questione di gusti). Maria Antonietta Loves Chewingum è un’aggiunta non fondamentale alla discografia della Cesarini: se ne siete ghiotti godetevela che il materiale c’è, altrimenti passate oltre.

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Il nuovo disco di Andrea Appino si chiama Grande Raccordo Animale

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Andrea Appino annuncia su Facebook il nome e la data di uscita del prossimo disco Grande Raccordo Animale che uscirà il 26 Maggio 2015 per Picicca, La Tempesta, Sony. Ecco cosa scrive l’artista a proposito del disco: “Il mio secondo disco si chiama GRANDE RACCORDO ANIMALE ed uscirà il 26 MAGGIO 2015 per Picicca / Tempesta / Sony. La produzione artistica e stata curata dal sottoscritto insieme a Paolo Baldini (già a lavoro con Mellow Mood, Africa Unite e Tre Allegri Ragazzi Morti). Si tratta sicuramente della cosa più libera e senza barriere che abbia mai fatto in vita mia, un disco scritto in viaggio e dedicato ai viaggiatori. La foto è di Niko Coniglio e NON è la copertina del disco. Ci vediamo presto, sarà diverso, sarà bellissimo e non vedo l’ora.”

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Umberto Maria Giardini – Protestantesima

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Una tigre che domina un teschio ed un plenilunio sullo sfondo che racchiude tutta la scena: è con questa immagine suggestiva (nata dal progetto grafico di Pasquale de Sensi) che si presenta nel suo involucro esterno Protestantesima, l’ultimo lavoro di Umberto Maria Giardini. L’artista marchigiano, dopo La Dieta dell’Imperatrice e l’EP Ognuno di Noi È un po’ Anticristo persiste con la sua azione di “Riforma” in ambito musicale, presentando per l’ennesima volta un lavoro complesso e curato nei dettagli. Protestantesima è un nome imponente, di genere femminile, perché femminile è l’anima che vive al suo interno, fatta di sonorità rotonde, fluide, melodiche spesso in contrasto con chitarre distorte e sezioni ritmiche incisive: mare e terra che coesistono, si alternano, si scontrano. Una maggiore presenza delle percussioni caratterizza l’album conferendogli un cuore vivo e pulsante. Lo mette in chiaro già la prima traccia omonima, “Protestantesima”, e lo evidenziano maggiormente brani come “Urania”, dove chitarre e batteria quasi scandiscono il ritmo di una marcia, “Amare Male”, che a tratti riduce al limite i suoni con la sola presenza di voce e percussioni, e ancora “C’è Chi Ottiene e Chi Pretende”, introdotta da colpi di tamburo che faranno da sfondo all’intero brano. Suoni che richiamano le vibrazioni della terra, sui quali si adagiano sonorità più acquose, come in “Molteplici Riflessi”, dove le linee melodiche dettate dalle chitarre e dalla voce melliflua di Giardini si allungano, vanno via e poi ritornano come fa un’onda. Ci sono pezzi poi, come “Sibilla” e “Seconda Madre”, che sono maree; si dilatano in lunghi assoli di chitarra si arricchiscono di suoni elettronici o note di pianoforte che affondano in secondo piano il ritmo dettato dalle percussioni. Una coesistenza di suoni forti ed eterei, tenuti insieme dalle linee melodiche della voce sulla quale vengono cucite liriche articolate, ma che talvolta non usano eufemismi per descrivere la realtà (…a Milano il denaro serve sempre a tutto perché piace la cocaina… – “Il Vaso di Pandora”). Un disco che va ascoltato più volte prima di poterne percepire tutte le contraddizioni, note generatrici di bellezza.

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