Psychedelic Porn Crumpets – Shyga! the Sunlight Mound

Written by Recensioni

Pesante ma divertente come calarsi un acido a quarant’anni.
[ 05.02.2021 | Marathon Artists | heavy psych ]

Ok, non c’è più niente da inventare nel mondo della musica. Che frase del cazzo! Stavolta però voglio darvela per buona: non c’è proprio un cazzo da inventare, specie se chi fa musica riesce a farlo straordinariamente bene senza scervellarsi nella ricerca del suono che i nostri figli useranno per rimorchiare. Come nel caso degli australiani Jack McEwan (chitarra e voce), Luke Parish (chitarra), Luke Reynolds (basso), Danny Caddy (batteria) che, già nella formazione standard, sembrano suggerire che non ci sarà niente di cosi fuori dall’ordinario.

Attivi ormai dal 2015 e con altri tre album alle spalle, gli Psychedelic Porn Crumpets sono partiti da un rock progressivo pesante e onirico, divertente anche e capace di farsi melodico, per poi smussare le parti più leggere e concentrarsi sulla psichedelia magniloquente prima e quella più robusta e mescolata al garage in questo album che riprende parzialmente elementi armonici ascoltati all’esordio.

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La band di Perth si piazza al fianco dei capisaldi attuali del genere rubando bonariamente le atmosfere dei King Gizzard, il lato pop dei Tame Impala e lo scazzo ebbro di Ty Segall e ricombinando il tutto in un harsh noise divertente a suo modo, cosa non troppo scontata, con diverse incursioni in mondi lontani, come il grunge e l’alternative rock.

Nessuna idea stravolgente, distorsioni, prog drogato, una buona voce, melodie accattivanti senza troppe paraculate, suono pieno e massiccio ma anche una buona dose di noia data dallo sfruttamento estremo della materia psych garage senza troppa voglia di scovare nuove strade.

Tante idee prese a prestito che, nel loro insieme sembrano vere un perché ma che, alla lunga, dimostrano solo di essere la copia sbiadita di qualcosa che conoscete bene. Certo, abbiamo detto che non è l’originalità quello che dobbiamo aspettarci e non è questo che possiamo scegliere come elemento di critica ma tuttavia per fare qualcosa di tanto scontato non può bastare la freschezza di brani brevi, mai pesanti e l’ironia apparente.

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Shyga! the Sunlight Mound è un disco suonato e prodotto straordinariamente bene, come preannunciato e che non va oltre ciò che gli australiani ci avevano già fatto ascoltare. Questo non vi salverà dal rompervi le palle presto, troppo presto: così presto che solo ora mi rendo conto di non aver mai scritto una recensione tanto breve. Di non aver mai liquidato qualcuno con tanta velocità. Troppo presto che non c’è neanche il tempo che vi cali l’acido in gola.

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Last modified: 13 Aprile 2021