Tommy Toxxic – La danza delle streghe

Written by Recensioni

Trap italiana al suo meglio, senza stronzate dentro.

[ 17.04.2020 | Lucky Beard Rec & Pluggers | trap ]

Da qualche tempo in attesa della grande svolta qualitativa della trap italiana che somiglia sempre più a un miraggio lontano, eccomi alle prese con il nuovo album di Tommaso Tocci, già membro del duo romano Wing Klan. Un disco diretto e maleducato, che rispecchia a pieno lo stile tipico della capitale, scuola che è in testa nelle mie preferenze tra quelle delle principali città italiane.

Un passo avanti importante rispetto a Ghost dello scorso anno e pubblicato a nome Goya, rispetto al quale suona più completo in ogni aspetto con la presenza di ospiti come Ketama126, Ugo Borghetti o Franco126 a dare forza allo stile di Tommy Toxxic, rinsaldare il legame con il rap moderno della città eterna ma, nel medesimo tempo, ampliare gli orizzonti stilistici del rapper. Musicalmente le basi si presentano brutali e volutamente acerbe, con alcune differenze evidenti tra le tracce dovute alle diverse personalità intercorse nella realizzazione (Crookers e Nic Sarno su tutti), cosa che scorre in maniera naturale nell’ascolto.

La danza delle streghe è un racconto sofferto dell’autore, fatto di piccole storie descritte in maniera cruda, un manifesto della propria identità rimarcato da autocitazioni frequenti nel genere ma anche un pastiche sonico in cui Tommy Toxxic non ha paura di prendersi il suo spazio senza sputare in quello degli altri. Non pensate però a quest’album come a quarantasette minuti di sofferenza rappata con l’aria da duro; non mancano momenti divertenti e allegri a suo modo, quel tipo d’ironia celata che ha fatto la fortuna di Dark Polo e Ketama come presenti sono passaggi più introspettivi.

Certo, saranno solo momenti, considerando che quasi tutta la playlist vi affonderà nelle più oscure emozioni negative che fanno da combustibile per la rabbia che cresce ma proprio la sua capacità si fermarsi prima di diventare la caricatura di se stesso fa di questo un ottimo disco di trap italiana prodotto e cantato da qualcuno che sa essere vero, consapevole che quella autenticità ha qualcosa di più di tanti suoi “colleghi”. Quarantasette minuti, con momenti altissimi come Tiffany e altri evitabili che rischiano di stancare, ma certo senza stronzate dentro.

Il pessimismo di Tommy Toxxic è di una forma che non devasta, che quasi lascia col sorriso tra le labbra, anche se di riso amaro si tratta; il suo stile unico e le sue parole presentano una profondità rarissima nella trap che spesso delude proprio per quel continuo e reiterato ripetersi dentro i suoi cliché lirici. Vi sfido a cercare qualcosa di più interessante, in ambito trap italiana: provateci, se ci riuscite.

LINK

Facebook

SEGUICI

Web • Facebook • Instagram • Twitter • Spotify

Last modified: 4 Maggio 2020