Tennis – Swimmer

Written by Recensioni

Al quinto tentativo sulla lunga distanza, il duo statunitense sembra aver imbroccato la strada giusta.
[ 14.02.2020 | Mutually Detrimental | alt pop ]

Ormai dieci anni alle spalle eppure un nome che non evoca molto nella mente degli appassionati di indie pop; un appellativo che forse non è stato la scelta più azzeccata per il duo di Denver, banalotto e confusionario com’è, e una manciata di dischi mai capaci di sfondare il muro che li divide dalla notorietà. A questo aggiungiamo un’immagine di sé, tra chiome cotonate e caschetti biondi, che sembra uscita da una puntata di “Love Boat”, telefilm anni 80 che ricorderanno solo i più vecchi. Ricetta perfetta per capire perché ancora sappiamo chi siano questi Tennis.

Eppure, al quinto tentativo sulla lunga distanza, finalmente Patrick Riley e Alaina Moore sembrano aver imbroccato la strada giusta; pop sentimentale e dolce tra Demonstration Tapes e Camera Obscura; sognante, con quella voce femminile a dare un tocco in più richiamando alla mente tanto i Beach House quanto i Cocteau Twins più sensuali; sonorità lo-fi come i più twee pop, rilassanti, romantici e melodici Beat Happening; suoni anni 80 che fanno pensare immediatamente a Prefab Sprout, The Blue Nile ma anche ai Roxy Music con più cautela e in una maniera quasi hypnagogic pop in stile Ariel Pink.

Alla musica spensierata si affiancano liriche che affrontano temi non proprio allegri, relativi, per lo più, all’incedere impassibile del tempo e a tutto quello che ne comporta.

Un disco che ha tutte le potenzialità per portare più in alto nelle nostre considerazioni i Tennis, con brani come Echoes o Tender As A Tomb e i loro suoni quasi caraibici che ricordano, in chiave pop, alcuni brani dei Vampire Weekend e che non faranno fatica ad entrare nei vostri ascolti più frequenti dell’anno in corso.

Nove canzoni senza nulla di epico ed eclatante per colpirvi immediatamente e farsi ricordare ma costruite con cura, giocose tanto quanto imperturbabili che sembrano chiedervi di abbassare le luci, versarvi un bicchiere di vino rosso, socchiudere gli occhi, prima di essere ascoltate. Nove canzoni che ci fanno felici per il solo fatto di averle scovate e che ci lasciano una domanda stupida in testa: “in che anno siamo? Un decennio Ottanta parallelo a quello che ho vissuto quarant’anni fa o un presente alternativo a quello vorticoso che vedo fuori dalla finestra?”.

Non trovo risposta e penso solo che a volte non serve un volto troppo serio per fare le cose seriamente; tutto questo è Swimmer.

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Last modified: 18 Marzo 2020