Synthpop Tag Archive

Soviet Malpensa – Sembrava La Fine

Written by Recensioni

Più che una fine, un punto di partenza: una sferzata d’aria fresca, nuova e carica di speranza sul panorama musicale italiano.
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Live Rock Festival 2022: line up, info e biglietti

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Il festival toscano torna dal 7 all’11 settembre prossimi con una line up ricca di nomi italiani e internazionali.
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Kay Alis – Hidden

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L’album d’esordio del quartetto ternano capitanato dalla voce di Alessandra Rossi è il punto d’arrivo e insieme di rinnovata partenza di un percorso iniziato nel 2008 quando la band umbra scandagliava il passato Electro Wave anni Ottanta in cerca della propria dimensione. Hidden è un punto d’arrivo, perché muovendo da quelle ricerche sonore che non disdegnavano di addentrarsi tanto nella New Wave e nell’Elettronica, quanto nel Trip Hop e l’Industrial, sono giunti a un suono distinto, caratteristico, peculiare pur non facendo dell’originalità il punto di forza. Hidden è, però, anche un punto di partenza perché proprio il conseguimento di questo sound specifico pone le basi, vista la buona qualità espressa, di un futuro avvincente sotto diversi punti di vista. Prendendo il via da un banalissimo tema quale l’amore, i Kay Alis (prima moniker della sola Rossi, ora nome della band a tutti gli effetti) ne indagano gli aspetti più felicemente corrotti e inverosimili grazie a voce e testi proprio di Alessandra Rossi, riuscendo a non essere mai insipidi, almeno sotto l’aspetto lirico. Sotto quello squisitamente strumentale, invece, restano le scie nostalgiche di certe sonorità Trip Hop, New Wave e Industrial, specie nella sezione ritmica curata da Samuele Rosati (basso) e Daniele Cruccolini (batteria) ma il lavoro di Giorgio Speranza a synth e programming plasma un sound molto discorde, che convenzionalmente si riduce a eredità ovvia di Kraftwerk e Depeche Mode ma nel concreto sembra un parallelo dalle distanze pericolosamente ridotte dei britannici Ladytron (il legame è rafforzato dalla comune voce femminile alla guida) da un lato e dei canadesi Junior Boys dall’altro. A guardare bene, vista la linearità della proposta dei Kay Alis, i paragoni scomodi potrebbero essere davvero tanti ma la cosa non sarebbe altro che un’inutile distrazione dall’ascolto di un prodotto intrigante almeno per le evidenziate potenzialità. La voce di Alessandra Rossi è croce e delizia; tenue, soffusa, dalla timbrica accattivante e capace di fare da perfetto amalgama tra l’anima Electro e l’urgenza Pop ma, nello stesso tempo, un limite per il futuro se quanto messo sul piatto dovesse essere il massimo manifestabile.

Accurata ma non troppo convincente la ricerca melodica; le linee gravi a farne da cornice e la globalità di quanto ascoltato forniscono diversi elementi per ben sperare ma c’è da rilevare che la semplicità mostrata rischia di diventare una debolezza e un handicap per i nostri italiani, specie se contrapposti ai colleghi lingua madre. Per andare oltre ed ergersi prima nel panorama tricolore e poi, magari, in quello oltre confine serve uno sforzo in più, possibile ma difficile da parte della Rossi, ben più alla portata dei restanti musicisti. Hidden è un buon lavoro che rischia di restare anonimo per mancanza di coraggio in fase compositiva e che potrebbe diventare il via di una bellissima realtà nostrana se solo musica e voce riuscissero a superare i propri limiti.

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I Cani – Aurora

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I Cani sono uno di quei gruppi che vince anche solo partecipando. Creano polveroni sia che si odino o che si amino. Ritenuti solo degli hipsters dai detrattori, dei poeti dai loro fans. Aurora è uscito a Gennaio ed è diversissimo dagli altri loro album. Non ha l’irriverenza Lo-Fi de Il Sorprendente Album d’Esordio de I Cani né l’immediatezza di Glamour. Questo è un lavoro che arriva subito dopo la realizzazione della colonna sonora per la commedia agrodolce di Gianni Zanasi “La Felicità E’ Un Sistema Complesso” da parte di Niccolò Contessa, leader della band. Un’esperienza che può aver lasciato il segno in sede di stesura.
Aurora è un disco malinconico che analizza l’amarezza dei sentimenti ai tempi dei social network (“Questo Nostro Grande Amore”), dove tutto è pubblico e niente rimane chiuso nel cuore di chi vive quelle emozioni.  Stesse sensazioni che si provano ascoltando “Baby Soldato”, una canzone che offre uno squarcio triste sulla decadenza delle mode e delle tendenze nichilistiche. “Il Posto Più Freddo” narra della fine di un amore e dei rifugi illusori che possono darci i falsi idoli. Musicalmente, senza fare forzatamente un riassunto delle puntate precedenti, i ritmi si sono abbassati anche perché ogni singola composizione necessita di una struttura più riflessiva. L’emotività senza pietà di “Una Cosa Stupida”, ad esempio, affronta il tema della perdita dei contatti tra persone vicine e come si arrivi a degli spontanei allontanamenti. Aurora vive in questo limbo fatto di fallimenti, incomprensioni, vuoti cosmici. E’ impossibile, scrutando all’interno di una sua canzone, non ritrovarci noi stessi. Il dolore esistenziale non è mai stato così dolce.

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Nagasaki mon amour || Dieci artisti giapponesi che dovreste conoscere

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