R.A.P. Ferreira – Purple Moonlight Pages

Written by Recensioni

Un album che si spera sia d’esempio per tutta la nuova scuola rap oggi più che mai carica di talenti.
[ 06.03.2020 | Ruby Yacht | abstract hip hop, jazz rap ]

Partiamo da una doverosa premessa considerando che il nostro pubblico è naturalmente meno avvezzo al rap di quanto non sia al rock. Cosa significa abstract hip hop? Semplicemente uno stile che supera i cliché del genere e che prende piede a inizio millennio, anche se le sue origini vanno ricondotte alla fine degli Ottanta e gli inizi dei Novanta con band come The Freestyle Fellowship e che ha, tra i principali esponenti, Madvillain e Death Grips o, se vogliamo parlare di italiani, gli Uochi Toki.

Tra le cardinali caratteristiche del genere, tematiche esistenzialiste e utilizzo di un linguaggio meno crudo e diretto e più ricco oltre che quasi completamente distaccato da rime e ritmiche a vantaggio dello spoken word. Sotto l’aspetto prettamente musicale, l’abstract hip hop coincide con l’experimental e dunque, anche in questo caso, si differenzia profondamente dal classico hip hop.

È questo il punto di partenza per il primo album di Rory Allen Philip Ferreira come R.A.P. Ferreira, certamente di diritto tra i migliori album di questo primo trimestre 2020 e non solo in ambito rap. Accanto all’abstract accennato in precedenza, lo stile di Ferreira si arricchisce con elementi orchestrali e strumentali jazz oltre che di uno stile lirico che quasi somiglia a poesia recitata più che a “canto” rap e i temi affrontati possono ricondurlo alla controversa corrente conscious.

Il risultato è Purple Moonlight Pages, prodotto dalla sua stessa etichetta: un vero e proprio manifesto di un modo nuovo, indipendente e brioso, di fare rap. Un disco complesso, pieno di variazioni e altalenante, capace di passare con naturalezza da fasi più tranquille ad altre più vitali, grazie ad un’attenzione maniacale per la parte non vocale. Nell’insieme, il rap di Ferreira non ha mai l’aria di strizzare l’occhio all’ascoltatore ma trasuda una libertà espressiva talmente marcata che l’apprezzamento dell’ascoltatore finisce per diventare una naturale conseguenza.

In totale rispetto dei canoni dell’abstract, non mancano liriche basate su elementi di vita quotidiana, puri e semplici (Laundry) o aneddoti stravaganti. Libertà, dunque, è la parola d’ordine per comprendere pienamente il senso di questo disco introspettivo, consapevole e ottimista; libertà che, ovviamente, ha un peso enorme su un artista che pare aver realizzato un’opera seminale per l’anno in corso e per il genere tutto. Libertà che rischia paradossalmente di diventare essa stessa una catena che allontani Ferreira dal resto della scena e dal pubblico più vasto possibile.

A volte, la vera libertà sta nel fatto che l’altro riconosca la nostra libertà in mezzo alla moltitudine; un naufrago solitario su un’isola deserta non può dirsi davvero libero. La speranza è che Purple Moonlight Pages non resti confinato in quell’isola ma diventi esempio per tutta la nuova scuola rap oggi più che mai carica di talenti.

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Last modified: 9 Aprile 2020