Elya – Il Mio Canto è Questo Rock

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Poesia e rabbia nel nuovo disco del cantautore Elya. Un lavoro maturo che arriva a piantarsi come una pietra miliare nel cammino artistico di uno spirito fedele alla linea del rock d’autore. Sei brani aperti dalla hit “Il Mio Canto è Questo Rock”. Pezzo di pura espressione vocale dove il cantautore riesce a trasmettere a pelle, complice anche un testo ben calibrato, la sua carica emotiva. Capacità espressiva legata a sonorità ritmiche, calde e sempre incalzanti anche nel secondo brano, “La Luna Ora lo sa”. Più riflessiva e melodica la terza traccia “Ci Sei tu”, che denota ancora una volta, la buona fattezza dell’intero disco. Ottimi arrangiamenti e tanta cura che per l’ascoltatore, diventano un vero e proprio marchio di fabbrica. Un risultato forte, ottenuto dalla produzione artistica curata da Fabio Pignatelli, storico bassista dei Goblin earrangiatore dei maggiori cantautori italiani fra i quali Antonello Venditti. Un valore aggiunto che si somma alle collaborazioni di Toti Panzanelli (chitarrista – Ferro, Concato, Pravo, Venditti), di Alessandro Canini (batterista e produttore artistico – Fabi, Gazzè, Mengoni, Venditti) e di Fabio Colella (batterista -Molinari, Bosso, Neil Zaza). Collaborazioni arricchite dai preziosi contributi di composizione ottenuti da Elya e da Giuseppe Ferroni. Duo che insieme agli arrangiamenti di Pignatelli hanno dato vita anche alla quarta traccia “L’Incantanta”.Pezzo che parte da una rivisitazione di un antico canto della zona della città dell’Aquila, per diventare un invocazione d’amore, quello vero, che va oltre l’apparenza del corpo e del viso. Unione d’anime scolpite in poco più di tre minuti e mezzo da una ritmica coinvolgente e da un canto ispirato ed emozionante. Nel disco c’è anche spazio per una composizione di Beppe Frattaroli (compositore – Turci, Tosca e collaboratore musicale di Paola Gasmann, Montesano, Pagliai). Ritmi cadenzati nella quinta traccia: “Capita Anche a te”. Un messaggio a non lasciarsi andare e non smettere di inseguire i propri desideri. Chiude il disco, ma solo per il tempo di ricominciare l’ascolto, una riuscita cover di “Quanto t’Amo”di Johnny Hallyday scritta in italiano da Bruno Lauzi. Elya ha voluto che il ricavato ottenuto dalla distribuzione del disco venisse devoluto alle Missioni Francescane del Burkina Faso in Africa.

Last modified: 9 Maggio 2013

4 Responses

  1. Lorenzo ha detto:

    Mi sorprendo sempre quando vedo dischi fatti con la collaborazione di gente tanto capace risultare noiosi e insipidi in questo modo così tipico della canzone italiana pop/”rock” (tra mille virgolette). Una buona produzione non può mai prescindere da una buona idea, secondo me… ma mi rendo conto di essere parte di una minoranza, su questo punto 🙂

  2. massimo ha detto:

    …A ognuno il suo di parere, ma di idee e buone ce ne sono tante, basta saperle cogliere!

  3. Emanuele ha detto:

    Bellissimo lavoro, complimenti a Elya, i testi sono molto belli e gli arrangiamenti molto curati.
    Per Lorenzo: la musica si sa, è quanto di piu soggettivo e personale, quindi giudicare e credere che la propria idea corrisponda a verità è da considerarsi una vera e propria prova di presunzione. Ogni disco racconta una storia.. racconta quello che un artista è… a riguardo sarei molto curioso di ASCOLTARE la tua storia.
    A presto e forza ELYA

    1. Lorenzo ha detto:

      Ciao Emanuele, come dici tu, la musica è soggettiva e personale, quindi io posso pensare di questo disco quello che voglio, senza dover essere per forza tacciato di presunzione: è proprio perché soggettiva e personale che è esposta a critiche e giudizi. Detto questo, la tua curiosità finale è un evidente “argumentum ad personam” e come tale indegna di risposta.
      Un saluto

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