Dritti in faccia | Intervista a The Doormen

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Abbiamo intervistato quattro ragazzi di Ravenna con un sound wave/rock che non stanca mai.

(di Alice Govoni e Marina Medda)

I Doormen sono al loro quarto lavoro ma noi abbiamo imparato ad amarli già nel 2011, quando è uscito il loro primo omonimo album prodotto da Paolo Mauri (Afterhours, Le Luci della Centrale Elettrica, La Crus).

Grazie all’ottimo lavoro conquistano una certa visibilità che li porta a suonare per tutta Italia, supportando artisti importanti come Subsonica, Ministri, Tre Allegri Ragazzi Morti, Blood Red Shoes, Art Brut e Mark Moriss (The Bluetones). Ma questo è stato solo l’inizio: infatti, subito nel 2012 vincono le selezioni regionali dell’Arezzo Wave Love Festival e volano sullo Psycho Stage, in rappresentanza della loro regione, la nostra cara Emilia Romagna.

L’8 aprile scorso è uscito il loro quarto album, Plastic Breakfast, per MiaCameretta. In questo ultimo lavoro, registrato in soli 3 giorni, i Doormen hanno creato un suono diretto e tagliente che riesce a rappresentare perfettamente il loro modo di fare musica: anticonformista e fuori dagli schemi, rendendo impossibile abbassare il volume.
Dopo averli visti sul palco del Covo Club di Bologna, dove hanno presentato le loro nuove tracce, abbiamo deciso di farci quattro chiacchiere con loro, per sapere ogni dettaglio di Plastic Breakfast e conoscere ogni volto dei Doormen.

Avete fatto uscire un album che non si adegua molto alle tendenze musicali italiane del momento. Molto bello. Come mai questa scelta?

Il disco è stato registrato lontani da casa ai VDSS Recording Studio, uno studio di registrazione sperduto nel verde delle campagne laziali dove abbiamo trovato l’ambiente giusto e la massima concentrazione nelle session di recording suonando in maniera molto sciolta e precisa e soprattutto ci siamo divertiti molto nel realizzarlo. Plastic Breakfast è stato registrato in soli tre giorni utilizzando la maggior parte apparecchiature analogiche perché appunto volevamo un disco che ci rappresentasse appieno come nei nostri live dove il suono viene dalle nostre mani senza adoperare nessuna sofisticazione elettronica (molto presente nella maggior parte delle band di questo ultimo periodo) Quindi no sampler, no synth ma solamente i vecchi strumenti: chitarra, basso e batteria.
In realtà non abbiamo deciso questa formula ma è stato un processo che ci è venuto molto naturale, sentivamo la necessità di fare un disco bello tirato e diretto in “faccia” e che esulasse da tutto l’attuale sistema mainstrem/it-pop e compagnia bella . Del resto sono dieci anni che facciamo dischi traendo ispirazione semplicemente dai nostri gusti personali senza seguire le mode del momento. Ecco perché siamo ancora poveri (ridono, ndr).

Cosa vi aspettate dall’album?

Con questo disco ci piacerebbe cambiare l’approccio delle persone nell’ascoltare la musica ovvero: come tutti sappiamo oggi giorno principalmente la musica la si ascolta digitalmente, su Spotify, ecc., e non più su supporto fisico. Per noi quel tipo di rapporto liquido, volatile con il tempo rischia di non dare importanza e valore a quello che si sta ascoltando. Detto questo abbiamo voluto tornare alle origini incidendo un LP, un disco in vinile che potete trovare in tutti i negozi dischi, negli store digitali oppure ai nostri concerti. Chi comprerà il nostro disco, oltre alla differenza sonora – molto più caldo e ricco di dinamica – rispetto alla versione digitale potrà conservare un pezzo di noi per sempre (molto romantico). La copertina tra l’altro molto bella ed è nata da alcuni scatti fotografici fatti da Alessandro Garavini all’interno di una nave abbandonata russa nella Piallassa Piomboni di Ravenna ed elaborata graficamente da Matteo Pozzi (actionmen/CACAO) che ci ha fatto anche il video del primo singolo estratto, U.R.U.. Concludiamo dicendo che ci aspettiamo di creare nuovi scambi e contatti con nuove realtà, di fare ascoltare e crescere la propria musica suonando il più possibile all’estero e qui in Italia.

Com’è il vostro rapporto con il pubblico?

Sul palco non siamo molto loquaci, ci piace più far “parlare” la nostra musica che fare del cabaret, poi dipende sempre dalle situazioni e dal coinvolgimento del pubblico. Alla fine ci mettiamo sempre in pari.

Il tour sarà solo italiano?

No, dal momento che abbiamo fatto anche questo disco scegliendo la lingua inglese il nostro principale obiettivo è quello di suonare il più possibile all’estero. Grazie all’agenzia di booking con cui collaboriamo (Hey Man Booking di Giovanni Sgarbi) lo scorso aprile abbiamo fatto un tour Francia ed è stata un’esperienza incredibile. In programma ci sarà un altro tour in altri paesi dell’Europa, vi diremo di più i prossimi mesi.

Con chi vi piacerebbe collaborare?

Siamo molto aperti alle collaborazioni ma in questo momento non abbiamo un nome ben preciso…

I vostri gruppi di riferimento? Se distano anni luce da quello fate, ancora meglio.

Nirvana, Portishead, Ride, Joy Division, Mineral, Oasis, Blur, Echo & The Bunnymen.

Dove potremo incontrarvi prossimamente?

Ecco le prossime date del tour:

22.06 | Torino – Blah Bla
05.07 | Alessandria – Cascina Bellaria Music Club
14.07 | Marina Di Ravenna – Bagno Mosquito
26.07 | Reggio Emilia – Catomes Tot

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Last modified: 7 Giugno 2019