Le Luci della Centrale Elettrica @ OGR, Torino | 08.12.2018

Written by Live Report

È la ricerca della leggerezza il leit motiv della serata torinese di Vasco Brondi


Brondi ha un rapporto speciale con Torino e lo ricorda ogni volta che ci torna a suonare. Qui, molti anni fa, iniziò il suo percorso oltre i confini ferraresi e qui è iniziata la collaborazione con Rodrigo D’Erasmo, che prosegue tuttora, ed è durante il concerto a maggio su questo stesso palco, quello delle Officine Grandi Riparazioni, che ha preso corpo l’idea di un tour teatrale, a suggellare i 10 anni trascorsi all’ombra delle Luci. Dieci anni di trasformazioni, di crescita personale e professionale che lo hanno portato a percorre molta strada tra la via Emilia e la via Lattea.

La serata si apre morbida con “Coprifuoco” e “Qui”, poi Vasco comincia a dialogare col suo pubblico. Ha voglia di aprirsi, di raccontare, di condividere le sue passioni. Legge il suo amato Bolaño, ultimo grande amore letterario, cita Andrea Pazienza presentando “Macbeth nella nebbia” (un dramma di Shakespeare in provincia).
Nel susseguirsi dei pezzi c’è spazio per una cover dei CCCP, “Amandoti”, e per il racconto di un concerto di Ferretti visto quest’estate sotto la pioggia, che un po’ disturba, ma fa bene ai campi.
Dopo un breve set acustico con Vasco solo sul palco per “La gigantesca scritta coop” e “Per combattere l’acne”, il rientro della band è un’iniezione di energia; gli archi vibrano possenti su “Ti vendi bene” e ad accompagnare “Stelle marine” e “Chakra” c’è anche la danza di una ballerina.
“A forma di fulmine” chiude la prima parte dello show. Si riprende per i bis con “Piromani” (andiamo a vedere luci della centrale elettrica!!), ma la rabbia giovane ha lasciato spazio alla consapevolezza della maturità. I pugni restano in tasca, non c’è tristezza in questo commiato, siamo lontani dal rock’n’roll suicide di Ziggy Stardust, ma talvolta affiora un po’ di malinconia. Direttamente dal booklet del CD della raccolta uscita per il decennale (che i CD non servono più a niente, ma almeno li facciamo belli), Vasco legge di gratitudine e ricordi sparsi: gli incontri che hanno segnato la sua vita – Giorgio Canali e De Gregori, Zamboni e Battiato, tra gli altri – e le sensazioni, i ricordi.
E poi si torna a suonare. Tratti di quello che potrebbe essere il nuovo percorso di Vasco: la melodia di “Mistica”, e l’approccio divertito del cantante, in piedi quasi a ballare “Nel profondo Veneto”.
Il live potrebbe finire qui, ma c’è ancora il tempo per la band e il suo cantante di sporgersi a bordo palco e a luci accese suonare “Questo scontro tranquillo”, tra la commozione del pubblico e i cellulari sguainati.

Si spegneranno Le Luci della centrale elettrica, ci resterà Vasco Brondi.

Ma ci sarò io e arriverò, felice da fare schifo
e libererò tutti i tuoi pianti trattenuti, tutti i tuoi pianti trattenuti.

Last modified: 15 Marzo 2019