Drahla @ Mount Echo’, Teatro Delle Logge – Montecosaro (MC) | 19.05.2024 [LIVE e PHOTO REPORT]  

Written by Live Report

Il quartetto art/post-punk di Leeds è stato uno degli ultimi graditissimi ospiti dell’ottavo volume di Mount Echo’.  
[Foto © Ricky Antolini]

Solitamente aspetto che i giorni passino e le emozioni calino un po’, prima di rivivere nero su bianco un concerto a cui ho assistito. Stavolta è diverso. Non vedevo l’ora di coinvolgere il pubblico qui presente ancor prima di assaporare dal vivo l’esperienza di vedere una band dai ritmi scalmanati suonare in un teatro. E che teatro! 

Domenica 19 maggio siamo tornati a far visita agli amici di Mount Echo’, che in occasione del penultimo appuntamento dell’ottavo volume della sua rassegna primaverile ha ospitato la band post-punk Drahla, reduce dal successo del suo secondo lavoro in studio angeltape, uscito il 5 aprile scorso per Captured Tracks.
Leeds si conferma una delle realtà musicali e artistiche più dirompenti dagli anni ‘80 ai giorni nostri, e band come Yard Act e Eagulls negli ultimi anni hanno portato in alto il nome della propria città d’origine, unendo al meglio i suoni del passato a quelli del presente.

“Great t-shirt! One of the best.”: è così che Rob Riggs, bassista e voce della band, mi viene incontro al banchetto del merch allestito all’ingresso del bellissimo Teatro Delle Logge di Montecosaro. Rob si riferisce alla mia maglietta, che riporta la copertina del singolo Love Will Tear Us Apart dei Joy Division, e io non posso che fermarmi a pensare, ancora una volta, all’enorme influenza che la band di Manchester continua ad esercitare su un certo tipo di suoni, nonostante gli anni che passano. D’altronde, indossando una maglietta del genere, non posso non esserne consapevole.

Dopo il live, Rob mi dice che suonare in un teatro è stato strano ma molto, molto bello ed è convinto che lui e i suoi colleghi torneranno presto in Italia. Chissà.

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I Drahla debuttano nell’industria musicale nel 2016 e, dopo varie peripezie tra singoli ed EP, si ritrovano nel 2019 con un primo album in studio dal titolo Useless Coordinates ed un membro in più alle chitarre.
La formazione ufficiale, ad oggi, comprende anche Luciel Brown (voce, chitarra), Michael Ainsley (batteria) e Ewan Barr (chitarra). E poi c’è Chris Duffin, quinto membro in studio che viaggia qua e là, di traccia in traccia, a colpi prepotenti e seducenti di sassofono. 

La miscela dolceamara di frenesia, eleganza e turbolenza ha generato il cocktail perfetto da gustare sotto le temperature folli di una primavera che – un po’ in ogni dove – non c’è stata: in questo modo abbiamo potuto ben riflettere e accostare le atmosfere forse più ruvide ed impazienti del debutto a quelle più mature e avanguardistiche di angeltape, apprezzando la direzione del quartetto verso un’evoluzione preannunciata già dal primo singolo Deafult Parody.

Un caos controllato, quattro visioni artistiche e musicali che convergono in un’unica armonia, strana per certi versi, dopo cinque anni di assenza. Perdersi per poi ritrovarsi, nella vita così come nella musica, con una spinta in più verso il cambiamento, senza necessariamente stravolgere la propria identità. Questo è quello che hanno fatto i Drahla, all’interno di una scena – quella post-punk – che ultimamente tende fin troppo spesso a ripetersi.

L’aura gotica che circola attorno al gruppo, le influenze della No wave newyorkese di fine anni Settanta, i visionari videoclip in stile retrò, il sassofono free jazz che guida certi ritmi quasi onirici: tutto questo è pura bellezza. Ancestrale incanto che prende vita a Montecosaro, in una domenica sera in cui, nonostante il triste giorno che anticipa un nuovo inizio settimana, si respira aria positiva e vibrante.

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Il live parte col botto, con l’incipit di Under The Glass a riscaldare i motori. L’energia c’è, il frastuono pure. Quattro artisti che non si perdono in chiacchiere. Salgono sul palco e come mitragliette sganciano un pezzo dopo l’altro, viaggiando tra angeltape (zig-zag, Concrete Lily, Talking Radiance), l’EP del 2017 Third Article (Form of Luxury) e Useless Coordinates (React/Revolt, Invisible Sex), fino ad arrivare agli albori con una delle mie chicche preferite, che non nego mi abbia entusiasmato più del dovuto non appena ne ho riconosciuto l’accenno, ovvero Fictional Decision.

Non c’è alcuna pausa tra una traccia e l’altra. I Drahla sembrano aver preso davvero sul serio il loro mestiere, appagando i nostri sensi uditivi e, solo in alcuni momenti, avvicinandosi al microfono per ringraziare tutti della loro presenza.

Ad un primo impatto possono sembrare freddi e distaccati. Sul palco si muovono poco, parlano ancora meno e sembrano essere posseduti dalla loro musica. In realtà fanno semplicemente ciò in cui riescono meglio, cioè suonare. E lo fanno anche molto bene, tanto che io, da non musicista e quindi ignorante nello specifico, mi chiedo se imparare tecnicamente un pezzo dei Drahla sia così difficile come sembra. Loro, in ogni caso, lo fanno apparire come una passeggiata sul bagnasciuga: tieni gli occhi aperti, ma è la cosa più naturale e liberatoria del mondo.

Il basso è trascinante e prorompente fino al midollo, la batteria picchia duro, le chitarre abrasive e graffianti al punto giusto, lo spoken word della Brown – nascosta da un cappellino chiaro – avvolgente ed immersivo. I quattro ci salutano con un finale trionfante, suonando una Faux Text ancora più turbolenta e ossessiva.

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Ritorniamo quindi alla scena in cui io, intenta a comprare vinile e t-shirt, scambio timidamente due chiacchiere con i musicisti. Disponibili, sorridenti, grati: praticamente dei cuccioli che con gli strumenti in mano si trasformano in animali da palcoscenico.

Grazie agli amici di Mount Echo’ per portare realtà del genere in una zona dell’Italia in cui si fa fatica a concepire anche col solo pensiero la musica come mezzo di salvezza.
Siamo sicuri che i Drahla torneranno nelle loro case inglesi alla fine del tour e racconteranno ai loro parenti, amici, vicini di casa di quanto suonare nel Teatro Delle Logge sia stato speciale. Per noi spettatori lo è stato di certo.

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Last modified: 26 Maggio 2024