Dove il luogo determina la musica – Intervista a Fabio Bortolussi di Sexto ‘Nplugged

Written by Eventi, Interviste

Dal 3 al 7 luglio torna il boutique festival friulano, con Slowdive, bdrmm, Cosmo e tanti altri.

La prossima estate il piccolo comune friulano di Sesto Al Reghena (PN) si trasformerà per la diciannovesima volta in centro nevralgico dell’estate musicale italiana: Sexto ‘Nplugged.

La cornice è quella della piazza di un’abbazia del VII secolo in un piccolo borgo medievale. I nomi passati sotto quel campanile dal 2006 ad oggi fanno impressione: Mogwai, St. Vincent, Mark Lanegan, Belle & Sebastian, Calexico, Black Midi, Air, The War On Drugs, Perfume Genius, Anna Calvi, Interpol, Daughter, e chi più ne ha più ne metta. 

La line up 2024 è altrettanto ricca di commistioni tra generi, grandi eventi e belle sorprese: impossibile non citare gli Slowdive, reduci dalla pubblicazione dello splendido Everything Is Alive, ormai nome tutelare sia per i fan della prima ora che per le nuove generazioni, insieme al supergruppo I Hate My Village. Interessantissima la data che vede protagonisti bdrmm e Jadu Heart, due band freschissime che stanno reinventando shoegaze e dream pop. Poi Cosmo, a proseguire la tranche estiva del suo nuovo tour in una location che tutto è tranne che un club, e Tony Ann con una proposta di musica classica che riesce a fare colpo anche sui più giovani. E una serata gratuita con Marta Del Grandi, che dal vivo regala sempre delle grandissime emozioni, e gli A Toys Orchestra, nome di spicco della musica indipendente italiana, da poco tornati con il nuovo album.

Di seguito la divisione delle giornate del festival:

3 luglio: Cosmo
4 luglio: Tony Ann
5 luglio: A Toys Orchestra + Marta Del Grandi (free entry)
6 luglio: bdrmm + Jadu Heart
7 luglio: Slowdive + I Hate My Village

Oltre ai concerti, anche quest’anno sarà attiva l’area Sexto Lounge, che verrà allestita nella vicina Piazzetta Burovich. Un salotto a cielo aperto (ad ingresso gratuito) che ospiterà, prima e dopo i concerti, dei dj set tutti al femminile, mostre d’arte e installazioni, oltre che la zona food and drink (spoiler: e spesso gli artisti tendono a farsi un giro prima e dopo i live). Durante l’anno, l’associazione culturale Sexto ‘Nplugged organizza inoltre rassegne cinematografiche/cineforum, concerti in collaborazione con club locali, Convergenze (il festival ad impatto green e spin off di Sexto’Nplugged): eventi artistici e culturali che arricchiscono il territorio e accompagnano all’edizione successiva.

Con l’occasione abbiamo contattato Fabio Bortolussi, co-fondatore e co-direttore artistico di Sexto ‘Nplugged, per farci raccontare qualcosa di più del festival, dell’edizione 2024, ma anche della sua storia e di come “il luogo determina la musica”.

Ciao Fabio, piacere di conoscerti! Da quanto tempo ricopri il ruolo di direttore artistico?

Sexto ‘Nplugged nasce vent’anni fa dall’idea di due persone, cioè io e il mio collega Mauro Morassut. È un progetto nostro, che negli anni ha visto la collaborazione di moltissime altre persone, che di anno in anno contribuiscono alla definizione delle line-up, anche se alla fine siamo io e Mauro a prendere le decisioni finali. Il nostro è un festival piccolo, dove cerchiamo di concentrare il meglio che possiamo offrire in cinque giorni, e c’è bisogno di tanta ricerca, tante richieste, tanti tentativi. Ci sono comunque molti collaboratori che durante l’anno fanno un grande lavoro di ricerca per aiutarci ad arrivare alla line-up ufficiale, ma alla fine possiamo dire che Sexto abbia un doppio direttore artistico, anche se ci consideriamo più degli appassionati che dei professionisti.

Raccontaci un po’ dell’evoluzione di Sexto ‘Nplugged dal 2006 ad oggi.

Quando ci siamo inventati questo festival di musica indipendente all’interno del cortile di un’abbazia del VIII secolo era un concetto un po’ difficile da proporre alle istituzioni amministrative e religiose! A Sesto Al Reghena c’era già una rassegna musicale, che fin dagli anni ’70 spaziava dalla musica leggera al jazz fino alla classica, ma nel 2006 abbiamo voluto prendere in mano la situazione per cercare di proporre qualcosa di diverso. In quel momento nasce Sexto ‘Nplugged con il suo claim “Quando il luogo determina la musica”, perché nelle prime edizioni sceglievamo artisti indipendenti e gli chiedevamo di rivedere il proprio repertorio per realizzare un live speciale: acustico, semi-acustico, orchestrale… gli artisti facevano preparare gli spartiti, ce li spedivano, poi il giorno prima del concerto la band arrivava a Sesto per provare il set con i musicisti, che erano italiani e spesso del territorio. Quindi “unplugged” perché non eravamo del tutto acustici, ma neanche del tutto elettrici, e ci sembrava una definizione calzante.

Con gli anni abbiamo alternato questo format, fino ad arrivare a proporci come rassegna più “tradizionale” in cui poter inserire in line-up artisti i cui set fossero ideali per una location come la nostra. Si tratta di passaggi che non sono stati calcolati a monte, piuttosto una naturale evoluzione per lo sviluppo del progetto. Infatti dopo il Covid siamo diventati un vero e proprio festival che si svolge 5 giorni di fila, mentre prima lo progettavamo più come una rassegna spalmata tra luglio e agosto, e questo ci ha portato anche a cambiare il modo in cui ci approcciamo alle line-up.

A proposito di sviluppo: negli anni la proposta musicale di Sexto si è fatta via via più “rumorosa”. Da Mogwai e St. Vincent di qualche anno fa, fino ad arrivare al 2024 con Cosmo e Slowdive su tutti. Ci racconti un po’ la line-up di quest’anno?

L’edizione 2024 nasce attorno agli Slowdive, ormai un’istituzione della musica indipendente, che suoneranno insieme agli I Hate My Village. Siamo contentissimi di avere portato più artisti italiani del solito in line-up, andando a scegliere alcuni degli artisti più rappresentativi della nostra musica indipendente: quindi I Hate My Village, ma anche A Toys Orchestra e Marta Del Grandi, che sono un po’ la storia, il presente e il futuro della musica italiana più internazionale. E poi Cosmo, che ho recentemente visto dal vivo a Padova, e mi ha stupito sia per l’energia del live, sia per il coinvolgimento del pubblico. A completare la line-up ci saranno Tony Ann, che ha riportato la musica neo-classica in voga tra i più giovani, e la serata con bdrmm e Jadu Heart: due band giovani che cercano di evolvere il sound degli ultimi 20 anni di shoegaze e dream pop, e sono sicuro saranno la grande sorpresa di questa edizione.

Jadu Heart e bdrmm sono solo gli ultimi di una serie di nomi della nuova scena britannica che hanno suonato a Sexto ‘Nplugged nelle edizioni più recenti (Dry Cleaning, King Hannah, Black Midi, …) ancora poco noti allo spettatore medio. Immagino siano scelte dettate dai vostri gusti e dai vostri ascolti.

Quando organizzi un festival come il nostro parti sempre dai gusti personali, anche se ovviamente dobbiamo cercare di allargare il raggio il più possibile per accontentare diversi tipi di ascoltatori. Di sicuro, nel nostro piccolo, cerchiamo di portare nomi affermati e soluzioni meno conosciute per cercare di fare anche un po’ di cultura musicale, e far scoprire nuovi artisti ai nostri spettatori. Penso ai Public Service Broadcasting, che quando hanno aperto i Daughter nel 2016 non erano ancora così conosciuti in Italia, ma il pubblico a fine concerto rimase sbalordito. Oppure a RY X, che sempre nel 2016 fece un live splendido, e ci sono persone che ancora oggi me ne parlano, o che non c’erano, ne hanno sentito parlare e si mangiano le mani!

Sesto Al Reghena è un piccolo borgo e, come mi dicevi prima, i concerti si tengono nel bellissimo cortile di un’abbazia del VIII secolo. È una situazione inusuale per molti artisti! Ci sono degli aneddoti particolari sulla location, dei commenti, da parte degli artisti delle precedenti 18 edizioni che vuoi condividere?

Gli artisti, soprattutto gli americani, quando arrivano a Sesto impazziscono! Abbiamo sempre ricevuto dei commenti esclusivamente positivi da parte di chiunque, anche perché l’acustica della piazza è perfetta, e poi questi luoghi che uniscono arte, storia e religione hanno una magia intrinseca che da altre parti non trovi, e un artista queste cose le sente. Alcuni artisti hanno inserito riprese di Sesto Al Reghena nei loro videoclip, come i Local Natives. Gli Other Lives si sono innamorati del posto, e avevano provato ad informarsi sulla possibilità di affittare per un anno il salone abbaziale per registrare un disco, mentre Billy Corgan prima del concerto ha assistito alla messa.
In generale vedo che gli artisti da noi sono molto più rilassati del solito, e secondo me questa cosa la percepisce anche il pubblico, e dà vita a dei concerti speciali.

Ultima domanda: il tuo concerto preferito finora di Sexto ‘Nplugged e l’artista dei sogni che vorreste portare sul palco di Piazza Castello?

Di concerti bellissimi ne ricordo tantissimi. Quelli che ricordo con più piacere sono Daughter e Public Service Broadcasting (2016), Other Lives e My Brightest Diamond (2012), ma non riuscirei a farti una classifica, sono troppi. Poi io ho sempre adorato i Japan, quindi sarebbe un sogno avere David Sylvian a Sexto ‘Nplugged, però è una risposta che ti avrei dato 10-15 anni fa. Sogni più recenti possono essere PJ Harvey e Thom Yorke, ma non abbiamo lo spazio per ospitare nomi del genere. 
Per la contrapposizione tra il tipo di artista, la sua performance, i costumi e la location, nel 2024 mi sarebbe davvero piaciuto portare sul palco Fever Ray, ma sicuramente il prossimo anno potrei darti un’altra risposta!

INFO E BIGLIETTI

Prevendite: Ticketone e Ticketmaster (online e offline)
Info: www.sextonplugged.it

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Last modified: 23 Maggio 2024

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