Slowdive – everything is alive

Written by Recensioni

Un disco che sfugge a chiare identificazioni temporali, fatto di canzoni che ci sembra di conoscere da tempo.
[ 01.09.2023 | Dead Oceans | shoegaze, dream pop ]

Ci sono album che catturano un periodo circoscritto, che si tratti di sound e produzioni, temi o linguaggi; sono quelli che riescono a trasportarci in un posto e un tempo specifici con immagini vivide. Il nuovo lavoro degli Slowdive appartiene alla categoria opposta, quella degli album sospesi nel tempo, dall’immaginario offuscato ed indecifrabile. E se gran parte di quel che chiamiamo shoegaze è figlio del suo tempo, identificabile come tale dal sound (che sia quello ‘classico’ o quello degli anni ‘10), quel che colpisce di everything is alive è proprio quel senso di sospensione, di distacco da tempo, spazi e scelte stilistiche che lo aggancino ad una ‘ondata’ specifica. È un album che potrebbe essere uscito oggi come decenni fa, scritto da adolescenti come da cinquantenni.

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È per questo che suona sia familiare che nuovo. Familiare perché dopo qualche ascolto melodie oniriche come quelle di Prayer Remembered sembrano esistere da sempre, ed ogni passaggio di Everything Is Alive ha una firma immediatamente riconoscibile, in modo confortante. Nuovo perché, nonostante la band rimanga su quei territori familiari, ogni disco degli Slowdive ha un carattere un po’ diverso. Everything Is Alive è un disco luminoso, intenzionalmente misterioso ma meno malinconico di Souvlaki, con influenze ambient che non sono tanto quelle di Pygmalion quanto quelle di certi Mogwai recenti, e un po’ meno esplicitamente dream pop che in Slowdive. Tra gli otto pezzi trovano spazio accenni quasi new wave (Alife) così come l’omaggio ai Mojave 3 di Andalucia Plays, e a rilasciare la tensione ci pensano le epiche e i muri di suono in apertura e chiusura (Shanty e The Slab). Rimane una certezza la magia dei loro tappeti di chitarre, così come l’incontro delle voci di Rachel e Neil, colonne portanti di una discografia mai ridondante.

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Al netto di elementi riconoscibili e facilmente etichettabili come ‘da Slowdive’ o ‘genere X’, nel suo fulcro everything is alive è un disco che sfugge a chiare identificazioni temporali, cosa che accresce la sensazione di conoscere queste canzoni da tempo, e di averle fatte già nostre, avendole associate a ricordi e sensazioni già vissute. È una dissonanza cognitiva ingigantita dalle atmosfere del disco e che a sua volta ne ingigantisce l’esperienza: everything is alive, all at once.

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Last modified: 20 Ottobre 2023