Après la Classe || Intervista

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Un gruppo che offre il meglio di sé nei suoi concerti, ma che non si risparmia nei dischi in studio sprizzando energia ovunque. Con quasi venti anni di carriera alle spalle sono una delle formazioni più longeve dell’Indie Rock italiano. Ne abbiamo parlato con Puccia che si è fatto portavoce della band

Tra Mammalitaliani e Riuscire a Volare passarono 4 anni. State già lavorando al successore di Riuscire a Volare? Se non erro la distanza fra ogni vostro album precedentemente era di circa due anni…
Abbiamo fatto una pausa in più perché Mammalitaliani ci ha potato via due anni di tour con centocinquanta date consumate fra Italia, Europa e mondo. Abbiamo avuto anche la possibilità di fare due mini tour negli Usa per cui è stato davvero intenso il fattore live. Poi ci siamo presi sei mesi di pausa e poi abbiamo impiegato un anno e mezzo di lavoro per realizzare Riuscire a Volare. Facendo la somma degli addendi si arriva giusto a quattro anni.

Quali sono le differenze e le affinità fra questi due dischi?
Mammalitaliani era un disco un po’ più di denuncia,Riuscire a Volare è più intimo, più lento, le canzoni che sono al suo interno mettono a nudo la nostra vita (c’è per esempio “Chiaro di Luna” che è dedicata a mia figlia).

Come si è evoluto negli anni il vostro sound?
Col mutare di ogni giorno, di noi stessi perché in vent’anni le cose cambiano. All’inizio era tutto un po’ più frizzante (nel senso di sbarazzino), poi piano piano gli ascolti cambiano, l’età cambia!.

Forse anche le formazioni che sono cambiate hanno condizionato i mutamenti?
In realtà no, perché abbiamo sempre avuto chiaro cosa fare anno per anno. Diciamo che i veterani che sono nella band ed hanno vissuto queste situazioni lo sanno perché non c’è uno che va avanti e gli altri che lo seguono. Siamo una band con la B maiuscola, ognuno mette un pezzo di carattere che poi compone quello che è il sound degli Après la Classe.

Qual è il significato del titolo Riuscire a Volare?
La speranza che si vive in questi anni di un’Italia che sta attraversando questo momento buio è quella di riuscire a volare. E’ anche la nostra speranza che dopo vent’anni riusciamo ad emozionarci emozionando anche chi viene ai nostri concerti e ascolta la nostra musica.

Potete parlarci del singolo omonimo appena uscito che vede anche la collaborazione di Sangiorgi dei Negramaro?
La collaborazione con Giuliano nasce in maniera molto naturale in quest’album e non c’era negli altri perché forse non avevano un sound giusto. Siamo amici da una vita, anche da prima del grande successo a livello nazionale dei Negramaro e diciamo che i featuring nascono sempre così come accadde anche per quelli coi Sud Sound System e con Caparezza. In questo pezzo sicuramente Giuliano si è miscelato perfettamente con la sua voce.

Quale messaggio volete lanciare ai vostri ascoltatori?
A tutti i ragazzi quello di credere in quello che fanno; a coloro che vogliono fare musica di non credere all’apparenza di quello che stiamo vivendo tramite i talk show, ma di cercare di trasmettere un messaggio alle nuove generazioni e di suonare tanto…Suonate, suonate, suonate!.

Il mischiare le lingue vi ha mai creato problemi col vostro pubblico?
In realtà stiamo cercando di imbastardirla questa cosa. Il 12 agosto scorso abbiamo suonato a Budapest e molto probabilmente apriremo le porte a un nuovo tour europeo, ci stiamo lavorando. Stiamo vivendo un momento in cui l’Italia ha davvero bisogno di affacciarsi musicalmente al pianeta.

Il sud è spesso associato musicalmente alla taranta e alla pizzica: voi come vi confrontate con tali generi?
Sono punti di vista, i numeri di questi ultimi dieci anni in classifica hanno dettato legge e hanno spiegato chiaramente come stanno le cose. Un po’ tutti abbiamo ben presente quali sono le icone che sono riuscite ad uscire sia dal Salento sia dalla Puglia. Non parlavo quindi delle 10000 copie che ormai si vendono in Italia.

La vostra forza come gruppo la dimostrate soprattutto nei live: a quando il vostro prossimo disco dal vivo?
Metterei un altro punto interrogativo, anche perché l’album non ha compiuto un anno e perciò abbiamo almeno un altro anno di live da compiere e poi cercheremo di riprendere energie per rientrare in studio e capire che svolta dare alla nostra vita.

Cosa ne pensate di internet? È stata davvero la morte della musica?
Secondo me è stata una grandissima evoluzione è stata solo gestita male dai vecchi imperatori discografici perché ormai è un mezzo che può dare a chiunque la possibilità di mettersi in gioco. L’hanno completamente ignorata prima di prendersi le loro pensioni d’oro e andarsene via.

La vostra carriera è ormai quasi ventennale: avete già in previsione qualcosa per festeggiare l’avvenimento?
Ne stiamo discutendo, però è una cosa che è ancora in una fase di work in progress. La famiglia è grande, gli amici sono tanti per cui vedremo più in là come affrontare questo avvenimento.

Dove vi vedete invece fra 10 anni?
Spero vivi… Speriamo di poter continuare a vivere del nostro sogno perché è una grandissima gioia per noi poter campare di questo mestiere, è difficile e dura per tutte le band.

Un saluto per i lettori di Rockambula.
Ciao a tutti i lettori di Rockambula.com! Ci vediamo ai nostri concerti!

Last modified: 21 Febbraio 2019

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