Dicembre, 2013 Archive

I Two Fates vincono Streetambula Winter Session

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La sessione invernale di Streetambula (associazione che organizza eventi e contest e di cui Rockambula è parte integrante) è giunta al suo capitolo finale (o quasi). Sabato 21 dicembre i 4 finalisti si sono esibiti e uno di loro si è portato a casa il premio bramato che va ben oltre la targa commemorativa.

Il contest infatti è stato realizzato con la collaborazione degli studi milanesi QB Music, i quali hanno messo in palio proprio per Streetambula, un posto nella compilation tributo a Grace, l’album di Jeff Buckley, che il prossimo agosto compie vent’anni. Saranno dunque i Two Fates, duo elettroacustico da Colonnella (TE) che andranno a Milano, grazie anche al rimborso offerto da Streetambula, a registrare il brano di Grace.

Questa la classifica completa. A presto per un resoconto più dettagliato.

Two Fates
Dr. Quentin
Droning Maud con stesso punteggio del Dr. Quentin ma meno primi posti nelle votazioni dei singoli giurati
Caligo

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Afformance – The Place

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Già dalle note che spalancano questo nuovo Ep targato Afformance è manifesto come la loro musica riesca a suonare rigorosamente senza tempo. Nelle peculiarità nostalgiche di un piano che produce una vibrazione svogliata sullo sfondo di rumoristiche ambientazioni lisergiche oscure, quasi extraterrestri, è facile scorgere le pieghe del tempo che svelano una necessità d’immediatezza, di contemporaneità connaturata alla natura umana. Le arie che aprono “Dough Claws” paiono la commistione di suoni che affollano la stanza che ospita lo stargate aperto su un mondo antico, dal quale la musica scivola via come per scappare.

Solo con l’incedere cadenzato di “Stride” e poi con “Covered in Scales” entra in scena un Rock concreto, strumentale, vagamente cosmico e psichedelico, dalla struttura più precisamente tracciata, che richiama gli stilemi e i cliché del Post Rock più classico, evitando le esemplarità matematiche eccedenti degli Slint, prediligendo strade eteree come quelle battute dai Mogwai nei momenti più Film Score. La sperimentazione è ridotta all’osso tanto che la musica si dondola teneramente tra Ambient, sogno e l’asprezza di qualche accelerata nebulosamente metallica. Nel finale si mostra un ponte che ricorda un brano dei ben meno noti ma non per questo meno talentuosi Suricates, somiglianza che si ferma quasi compiutamente alla parte iniziale del pezzo e che fa sorridere per quanto probabilmente solo frutto della coincidenza ma che avrebbe provocato scalpore se notata in due band più mainstream. Il brano, per quanto ripetitivo e poco articolato, è anche il più interessante, il più trascinante; la musica cresce in maniera impetuosa, le chitarre si accavallano in modo maniacale, ora rallentando ora accelerando evocando un’esplosione sonica che mai finisce per compiersi.

Come dico spesso, il Post-Rock, passatemi la definizione come genere nonostante la vaghezza, è un modo di fare Rock tanto passato quanto affascinante, che, se fatto con cura distoglie l’attenzione dall’eccessiva riproposizione di se stesso. Questo è esattamente il caso di un Ep Post-Rock creato con dedizione, che non suona remoto pur proponendo qualcosa di vecchissimo, ormai superato. I pezzi, specie “Narcoleptic”, avrebbero potuto essere di più se si fosse lavorato con maggior attenzione a fornire loro una densità costitutiva diversa dal solito. La scelta della band greca è stata invece quella di lasciare i lavori secchi, scheletrici e il risultato è un buon Ep Post-Rock, di quelli che magari non riascolteremo mai più, anche se ora, proprio ora, ci ha fatto più che piacere origliare.

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Il Video della Settimana: Heavenenum – La Isla Bonita

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La rivisitazione degli Heavenenum del brano di Madonna anticipa il prossimo disco , un concept album ancora in fase di produzione.

“‘La Isla bonita’ a livello musicale rappresenta un esperimento in quanto pur non cambiando di una virgola il testo ma lavorando solo sulla musica volevamo far scomparire le suggestioni tropicali di Madonna (stessa cosa fatta con ‘E Poi’ di Giorgia, brano premiato nel 2009 al Mei di Faenza ed incluso nel primo disco Finchè il mio Veleno non ti Ucciderà).”

Le sequenze di immagini del video sono tratte da un corto di Frans Zwartjes, regista indipendente (classe 1927). Le sue pellicole degli anni 60 catturano l’isteria, le psicosi e la crudeltà delle figure umane chiamate a partecipare a giochi di potere dal forte richiamo sessuale.

“La scelta è caduta sui suoi lavori perché oltre ad esser  poco conosciuto è un precursore, le sue provocazioni infatti sono molto attuali e richiamano un immaginario caro anche a Madonna.”

Ecco quindi la clip scelta come video della settimana. Potete guardarla e ascoltarla di seguito e in homepage.

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Il primo singolo degli Ummo!

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“Ummo è un nuovo modo di concepire l’arte e le emozioni che ne derivano. Ummo è il nostro pianeta e noi stiamo per invadere la vostra musica!”

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Ecco i vincitori di Happy Birthday Grace!

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Il concorso HAPPY BIRTHDAY GRACE!, realizzato dallo studio di registrazione milanese QB Music in collaborazione con Rockambula, è giunto quasi alla fine.

Ecco quindi i nomi dei tre vincitori che, lo ricordiamo, sono stati scelti, rispettivamente, da una votazione online sulla pagina di QB Music, dalla redazione di Rockambula e dallo staff di QB Music.

PREMIO DEL PUBBLICO: STARCONTROL

PREMIO ROCKAMBULA: IL SENTIERO DI FLAVIA

PREMIO QB MUSIC: ANTONELLO BRUNETTI

I tre vincitori, oltre ai premi (che prevedono sconti, ore di registrazione gratuite, intervista e recensione su Rockambula, ecc.), guadagnano la possibilità di partecipare alla compilation-tributo a Jeff Buckley che QB Music produrrà durante il 2014 e che distribuirà gratuitamente online nel mese di agosto, a vent’anni dall’uscita del grande capolavoro del musicista scomparso prematuramente, Grace.

Ricordiamo che un quarto artista sarà scelto domani sera attraverso un live contest che si terrà a Pratola Peligna (AQ) e organizzato da Streetambula, il braccio di Rockambula che come sapete si propone di organizzare eventi e dare alle band tutte le possibilità concrete per realizzare i propri sogni. I 4 candidati sono Dr. Quentin, Droning Maud, Two Fates e Caligo i quali proporranno brani originali e una cover di Grace.

Per maggiori informazioni: www.facebook.com/QBMusicStudio

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Niton – Niton

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Ci ho provato in tutti i modi, ho messo su le cuffie, l’ho piazzato nello stereo dell’auto gironzolando di notte per le strade che fiancheggiano le campagne, l’ho fatto scorrere tra le pareti della mia stanza mentre mi distraevo con un romanzo sulla Colonia medioevale, l’ho usato come sottofondo per un momento di riposo e testa vuota. Ho cercato in tutti i modi di far smuovere le mie emozioni da questo omonimo dei Niton ma poco è successo, poco più del normale defluire della mia vita. Eppure il fragore che ha dato il via a tutto pareva potermi spostare da un certo assopimento emotivo nel quale mi sento rovinare negli ultimi tempi ma niente di ciò che auspicavo è poi capitato. Andiamo con ordine.  Niton è la testimonianza di un confronto fra tre musicisti che suonano congiuntamente lasciandosi sopraffare dagli accadimenti, una sorta di jam session d’avanguardia non inquinata da alcun tipo di elaborazione di post produzione. Il risultato di questa commistione di stili personali, d’improvvisazione, di estemporaneità e naturalezza, di archi classici che volteggiano in incubi sonici con tastiere digitali e arnesi che divengono musica è un agglomerato di Ambient, Noise ed Electronic Music sperimentale.

Le menti genialoidi (?!) che stanno dietro a questo progetto sono di Xelius ed El Txyque. La materia della loro proposta è chiamata Drone Nights. Si tratta di ostentazioni dal vivo di musica intuitiva che si dipanano in luoghi sempre differenti. Il pubblico compartecipa con ascetismo, contemplazione quasi religiosa e abbandono pungolando il trio alla creazione attraverso flussi di energia. La scelta della strumentazione è libera e varia di volta in volta interessando artisti ospiti. Nell’occasione del 3 ottobre 2013 (da cui quest’album) presso le Officine Creative di Barasso (Varese) l’ invitato è stato Zeno Gabaglio, sistematosi tra Xelius ed El Toxyque senza alcun accordo schematico, planning o consultazione a proposito della musica che si sarebbe andati a scandire. Tutto deve essere partorito come frutto imprevedibile dell’interazione ricettiva di ciascuno, spettatori compresi. Come potete immaginare il risultato è un mix di droni e rumori di sottofondo (palese l’influenza di Cage), senza alcuna struttura precisa e una strumentazione più tradizionale che prova soltanto a dare una parvenza di classicismo alla musica che in realtà galleggia in una ricercata deformità sostanziale. Innegabilmente s’intuisce che la partecipazione attiva/passiva come pubblico a uno spettacolo del genere debba rivelarsi esperienza unica, quasi mistica e capace di rivelare una profondità dell’arte per eccellenza altrimenti impossibile da scovare nelle sue forme più banali. È anche vero però che, se il risultato è inciso su un supporto fisso, la possibilità di rendere pienamente l’idea di viaggio nel silenzio, nel se, nella meditazione, è ridotta. E, infatti, accade solo parzialmente, perché per gran parte dei quasi trentanove minuti di Niton, l’orecchio tende a tediarsi, distrarsi o lasciar scivolare le note lungo la sua pelle impenetrabile.

Tre artisti eccelsi, un progetto validissimo con enormi potenzialità, un’idea sostanziale assolutamente affascinante ed entusiasmante e uno spettacolo che non mi vorrei perdere per nessun motivo al mondo. Questo c’è dietro il self titled dei Niton. Quello che ascoltate nelle casse mentre gira il cd è solo un’immagine sgranata di quello che deve essere, solo una foto scattata con un pessimo cellulare di un paesaggio che immagino essere paradisiaco, celestiale come un sogno.

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Deathless Legacy – Rise From the Grave

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Un po’ di  tempo fa gironzolavo sui social network in cerca di qualche gruppo nuovo, ne trovai abbastanza, tutti di generi diversi ma chi mi suscitò una forte curiosità furono i Deathless Legacy, una band nata inizialmente come tribute dei Death SS. Comunque, caso vuole che mi metto ad ascoltare il loro disco d’ esordio, Rise From the Grave, un lavoro che miscela Gothic, Black ed Heavy Metal con l’ influenza di Steve Sylvester sempre presente non solo musicalmente ma anche per quanto riguarda i costumi e il gusto per l’ orrido. La musica proposta è un concentrato di aggressività ma con un pathos oscuro, sinistro, dovuto anche alle doti canore della singer; innegabile inoltre una certa similitudine con i Necrodeath nonostante la voce femminile.

Rise From the Grave si fa ascoltare con molto piacere, scorre in maniera limpida senza stancare un minuto, anzi, la voglia di sentirlo una seconda, terza e quarta volta è tanta. Parliamo di un disco fatto con voglia e passione da una band che, nel bene o nel male, di esperienza ne ha, soprattutto se contiamo i molti show dal 2008 ad oggi. Guarda caso in uno di questi, precisamente l’ esibizione di Halloween a Firenze del 2011, hanno come special guest proprio il già citato Steve Sylvester. Viene da porsi un quesito: perché un’icona di questo calibro dovrebbe disturbarsi per un gruppo underground del genere? Probabilmente anche il noto rocker deve averci visto del buono e considerando che comunque è stato palesemente d’ ispirazione per il grintoso sestetto, ecco prendere due piccioni con una fava.

In Rise From the Grave le tracce che subito si fanno ascoltare sono in primis: “Will or the Wisp”, la successiva “Queen of Necrophilia” e “Death Challenge”, quelle che subito attirano l’ attenzione per motivi diversi. Andando per ordine, nella prima citata c’è l’ ottima prova di Steva a fare da scheletro, nella seconda troviamo un botta e risposta tra chitarre e batteria eccezionale, mentre nella terza sono le tastiere a creare l’ atmosfera e fare da padrone. Non sono da sottovalutare “Flamenco de la Muerte” e la successiva “Spiders”, anche queste aggressive e dalla tinta cupa. Insomma i Deathless Legacy sono da tener in considerazione e se queste sono le premesse dinanzi a loro c’è solo un futuro roseo, potremmo considerarli una promessa per la musica estrema.

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METAL CAMP SICILY 2014: PRIMI DETTAGLI

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Si riparte da dove avevano iniziato. La terza edizione si svolgerà nei giorni 12,13,14 agosto 2014 presso la rinnovata struttura Torre degli Iblei sita nelle colline siracusane alle porte di Palazzolo Acreide. L’area concerti sarà attrezzata con vari Stands dalla gastronomia locale al merchandise. Oltre a gruppi musicali di livello internazionale (a giorni i primi annunci), ci saranno una serie di intrattenimenti. Tanti i partner prestigiosi. Radio Musmea, MetalItalia.com, SpazioRock, Heavy-Metal, Metal.it, Suoni Distorti Magazine, ESP Chitarre, Backline, Jad&Freer, Mondocaneventi, Acciaierie Sonore Metal Sound e altri. Non rimane che restare sintonizzati sulle pagine web ufficiali del festival per tutte le novità che da qui a breve verranno ufficializzate.

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Top Ten 2013. La classifica generale della redazione di Rockambula

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TRIPWIRES

Come I nostri lettori più affezionati avranno capito, il 2013 è stato per Rockambula l’anno della svolta. Abbiamo ampliato il numero e la tipologia di recensioni, cercando di tenere sempre altissimo il livello qualitativo. Soprattutto, però, Rockambula si è aperta sempre più alle proposte internazionali, dedicando buona parte della vetrina al meglio che il Rock mondiale ci propone col passare dei mesi. Logica conseguenza di questa apertura dei confini è la prima classifica di redazione, la Top Ten Internazionale, che anticipa le classifiche del nostro caporedattore e le consuete Top 3 italiane dei singoli redattori.

La Top 10 proposta dalla nostra redazione sarà per voi una sorpresa, perché in fondo lo è stato anche per noi. Nessuno si sarebbe aspettato probabilmente di vedere in testa l’esordio dei Tripwires, band britannica a metà tra Shoegaze e Britpop e in pochi avrebbero scommesso sul podio del musicista, regista e compositore francese Yoann Lemoine, in arte Woodkid, anche lui all’esordio con The Golden Age. Cosi come è assolutamente inaspettato il terzo posto del duo tutto femminile, Lilies on Mars, italiane ma londinesi di adozione. Una classifica variegata e bellissima, che propone dunque ottimi esordi (da non tralasciare quello dei Daughter) ma anche conferme eccelse come quelle dei Vampire Weekend e degli Arcade Fire, senza dimenticare vecchie glorie che dimostrano di avere ancora tanto da dire e di sapere ancora come dirlo. Dai Pearl Jam, al sensazionale ritorno dei My Bloody Valentine, dal clamore meritato per i Daft Punk fino all’immortale Paul McCartney. Fuori di pochissimo These New Puritans e David Bowie.

1.    Tripwires – Spacehopper (Uk / Shoegaze, Britpop)

2.    Woodkid – The Golden Age (Francia / Chamber Pop, Art Pop)

3.    Lilies on Mars – Dot to Dot (Uk, Italia /Alt Rock)

4.    Pearl Jam –  Lightning Bolt (Usa / Alt Rock, Grunge)

5.    Vampire Weekend – Modern Vampires of the City (Usa / Indietronica)

6.    Daughter – If You Leave (Uk / Art Pop, Dream Pop)

7.    My Bloody Valentine – M B V (Irlanda / Shoegaze)

8.    Arcade Fire – Reflektor (Canada / Art Pop, Pop Wave)

9.    Daft Punk – Random Access Memories (Francia / French House)

10.  Paul McCartney – New (Uk / Pop Rock)

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Arrivano in Italia i Girls Names

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Formatisi a Gennaio 2009, i Girls Names si sono guadagnati subito una discreta fama fuori dalla natia Belfast con la pubblicazione del loro EP d’esordio tramite la newyorkese Captured Tracks, seguito subito dopo da un mini-album tramite la londinese Tough Love, che ha posto le basi per l’album d’esordio, quel Dead to me, tanto apprezzato dalla critica e pubblicato da Slumberland Records e Tough Love, che li piazza prontanamente tra i migliori esponenti della nuova scena art rock britannica, e facendogli guadagnare una considerazione paragonabile a quella dei compagni di etichetta The Pains of Being Pure at Heart e Crystal Stilts. A Febbraio 2013, arriva finalmente l’atteso secondo album della band, The New Life, un deciso passo in avanti per la band, l’introduzione di elementi più elettronici, e la pubblicazione a fine 2013 dell’EP The Next Life ricco di evoluzioni elettroniche con i brani già contenuti su The New Life e ritoccati tra gli altri da Factory Floor e David Holmes.

I ragazzi saranno nella nostra penisola per i seguenti live:

lunedì 10 Febbraio 2014
al BLAH BLAH di Torino

martedì 11 Febbraio 2014
al GARAGE di GENOVA

mercoledì 12 Febbraio 2014
all’OFF di MODENA

giovedì 13 Febbraio 2014
al SIDRO CLUB di SAVIGNANO SUL RUBICONE (FC)


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Sydyan – Benefico Perturbante

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I Sydyan dicono nel terzo pezzo di questo Ep: “C’è divisione tra bene e male”. Ma in questo caso ci sono solo elementi buoni che permangono durante l’ascolto di Benefico Perturbante. Il gruppo veronese nasce nel 2005 dalla penna di Michele Ambrosi e dal bisogno incipiente di dare voce alla propria soggettività trasponendo in musica le suggestioni del quotidiano vivere.
Dopo aver assunto la forma di quintetto tante cose sono cambiate sia nella dimensione live sia in quella da studio. Ecco quindi che spunta fuori lo strano ed inusuale incrocio musicale che assume le fattezze di un  taglio cantautorale già vivo negli esordi e di una componente elettrica istintiva, incalzante, a tratti vicina a certa psichedelia rarefatta ma sempre viva dei giorni nostri.
Sono proprio queste le atmosfere che si respirano sin dall’iniziale “(Se so) Stare con te”, in cui ci sono suoni che ricordano da vicino i Subsonica, i Bluvertigo e i Soerba (insomma la creme del Rock Elettronico anni Novanta italiano). In “Vuoto” invece è una chitarra allegra a far da padrone almeno per gran parte del brano (fino a quando non arriva un piano a ricordare quelle melodie care ai Gazebo di “I Like Chopin”).
La convivenza fra i due strumenti è pacifica e spontanea anche nel successivo brano, il già citato “Sia Bene e Male”. “Profumo” odora (concedetemi il gioco di parole) di Indie Rock alla inglese, anche se lascia trasparire qualcosa di natura italica (giusto per non allontanarsi troppo dalle origini). “Aspettiamo” è l’unico video per ora tratto da  Benefico Perturbante, una scelta giusta perché la canzone ha degli arrangiamenti più curati rispetto al resto dell’Ep ed ha tutte le carte in regola per diventare un caso da migliaia di visualizzazioni su Youtube. Mentre mi concedo questa recensione le visualizzazioni sono a quota 287 ma certamente il numero crescerà di giorno in giorno.
“Larutinmiaiuta” mette fine (purtroppo) a questo lavoro che lascia un po’ di amaro per la sua brevità (poco più di venti minuti la sua durata) ma lascia ben sperare per il futuro del gruppo.
Se si fosse optato per includere almeno due o magari tre brani in più i Sydyan avrebbero potuto guadagnare forse qualcosa ma va bene anche così.
Le scelte artistiche non si discutono mai in fondo…

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Tornano a esibirsi dal vivo i Motel Connection

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Dopo il tour del 2013 che li ha visti impegnati nella promozione dell’album Vivace, già anticipato dal singolo “Midnight Sun”, i Motel Connection torneranno a suonare dal vivo a partire da febbraio 2014. La prima data annunciata è prevista per il 22 febbraio a Roma, al Blackout. I biglietti sono già disponibili su Pointicket al costo di 10 euro più diritti di prevendita.

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