Ditonellapiaga – Camouflage

Written by Recensioni

In attesa del debutto sul palco dell’Ariston arriva il primo album della cantautrice romana.
[ 14.01.2022 | Dischi Belli / BMG Italy | urban pop, cantautorato, r’n’b, electro pop ]

In un’epoca ormai lontana bisognava attendere che trascorresse la settimana del Festival di Sanremo per poter ascoltare i nuovi album degli artisti in gara, ma anche questa è una delle tradizioni ormai soppiantate dall’avvento del digitale. Il brano con cui Ditonellapiaga, alias Margherita Carducci, gareggerà insieme a Donatella Rettore si aggiungerà alla release di Camouflage dopo l’esibizione al Festival, ma intanto eccola presentarsi di tutto punto al grande pubblico nazionalpopolare con il suo primo album.

Alla sfaccettata immagine di sé con cui ha debuttato lo scorso anno – Morsi, un EP di cinque brani e un remix confezionato da Populous – la Carducci aggiunge ora ulteriori tasselli: le dodici tracce che compongono l’album includono tutte quelle dell’EP di esordio, ridistribuite lungo la tracklist in una sequenza tesa a zigzagare abilmente tra euforia e malinconia, ritmi sostenuti e melodie soul, trendiness e sanremesità.

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L’album si apre quindi sul raffinato urban pop della già nota Morfina, per cambiare umore subito dopo con Non ti perdo mai, un brano scritto insieme a Fulminacci che non si fa fatica ad immaginare sul podio del Festivalone, ma la compresenza della Rettore lascia pensare che per Sanremo Margherita non abbia optato per escamotage melodici.

Il piglio di Chimica lo scopriremo però solo in diretta, come regolamento impone. Per ora la Rettore la vedrei bene in Vogue, irresistibile con la sua lussuria tutta anni 80. Se qui il titolo sa di tributo alla regina dell’epoca, in realtà il fil rouge patinato che lega tutto l’album più che a Madonna guarda a una popstar nei giorni nostri, Billie Eilish nella sua versione più recente, quella di Happier Than Ever.

Le suggestioni sono tante: non si fa in tempo a vederla cavalcare l’onda di M¥SS KETA in Prozac che Margherita si trasforma subito in una italica diva nusoul in Come mai, in cui le eleganti peripezie delle linee vocali ricordano Solange quanto Erica Mou. Altro singolo perfettamente centrato è Spreco di potenziale, con il ritornello appiccicosissimo in mezzo al cantato dalla propensione rap appena accennata, la stessa che poi si fa incontenibile sconfinando in territori reggaeton in Repito, con tutta l’ironia e la perizia necessarie alla cantautrice per restare centrata e in linea con un disco che non rinuncia mai al peso specifico dei testi mentre rimbalza tra mondi diametralmente opposti e apparentemente inconciliabili.

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È questo ciò che la distingue dalle tante artiste nostrane che anelano al successo delle colleghe anglofone che scalano le classifiche internazionali. Pur prestando orecchio alle tendenze più modaiole in fatto di arrangiamenti, in Ditonellapiaga l’utilizzo dell’italiano finisce sempre per risultare un valore aggiunto. Anzi, due: un valore sostanziale – le liriche non sono mai scontate, e si percepisce lungo le tracce una sorta di coerenza poetica – e un valore formale – ciò che nonostante tutto le rende estremamente immediate è il possedere una musicalità ragionata e cucita appositamente sugli altri strati sonori, da cui deriva un lavoro maturo e compiuto.

La buona notizia quindi è che siamo davanti a un esordio promettentissimo. La cattiva è che a Sanremo le sorti dei brani in gara sono nelle mani di una giuria di esperti così come in quelle della signora Maria di Catanzaro, due componenti eterogenee ma inspiegabilmente concordi alla fine nel bocciare le proposte meno canoniche. Ah, e poi c’è la notizia che notizia non è, perché si verifica tutti gli anni: i dischi di quelli che vincono non se li compra nessuno.

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Last modified: 20 Febbraio 2022