Dan Sartain – Too tough to live

Written by Recensioni

Il pazzo allampanato d’Alabama, Dan Sartain,  non riesce a stare un minuto fermo dentro le quadrature di un suono che lo faccia riconoscere al primo istante, una ne fa cento ne pensa, un artista schizzato d’argento vivo che odia i vuoti pneumatici della musica, e appena può (sempre) s’inerpica come un muflone in cerca di compagnia sulle carreggiate impervie d’altri suoni e tensioni.

In questo giro si ripulisce la faccina vissuta canagliescamente dentro i suoni laceri del rockabilly a zonzo nei far west Morriconiani e abbraccia la dottrina del taglione garage-punk, comprime in un quarto d’ora tredici urli lamettati in un cd, gli mette un titolo “Too tough to live” e via, nemmeno il tempo di renderci conto, che la nuova creatura di Sartain ha già colpito con velocità inaudita il lettore stereo.

Il Ramones thing  e gli anni Settanta – inconfessati amori tenuti stretti dentro ma forse già captati nel 2006 con l’album Join – esplodono come un bubbone elettrico inarrestabile, un caotico bailamme punk.garage, fragore, pogo e sangue caldo che fa festa e nervi tesi, un disco secco, nevrastenico e diretto come tradizione Dee Dee and brothers vuole; la chitarra elettrica di Sartain s’infervora nei tre accordi chiave in maggiore che hanno rivoluzionato una porzione di storia rock che fu, la giugulare gonfia d’invettive e la velocità dell’urgenza fanno il resto a partire dalla traccia 2 “Now now now”che vede al fianco dell’artista americano Jane Wiedlin delle Go Go’s, poi il pulse totale degli anni Settanta prende tutto il corpo sonoro dell’album, senza distinzione di toni e timbriche, un sabbath indiavolato d’ampere e diavoli crestati che a dispetto delle tantissime mode che arrivano a ripetizione, rimane unico e inconfondibile.

Disco non basilare se si vuole, ma importante per  tenere viva la fiamma di un momento dove tutti noi, almeno una volta, abbiamo sputato contro qualcosa che ci voleva in silenzio e sottomessi “Rona”, “Fuck friday”.

 

 

Last modified: 17 Settembre 2012

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *