Cesare Cremonini – Logico

Written by Recensioni

Luogo di ascolto: in metro, di fronte a un ciccione con un cheesburger grande quanto il mio orgoglio.

Umore: come di chi prova a imparare qualcosa che già sa.

La mia curiosità di recensire Cremonini parte tutta da un punto: dal momento in cui si è sentita per la prima volta uno spezzone del suo primo singolo nello spot dell’Algida (credo). Ebbene quel frammento di canzone deve avere colpito non poco gli abituali detrattori dell’ex enfant prodige del Pop di 50 special, perchè di lì a poco tempo l’etere era tutto un gorgogliare di sperticati ravvedimenti sulla caratura dell’artista; gente che evidentemente aveva bisogno di un temone con synth house per passare dalla parte di quelli che ” devo ricredermi su Cesare Cremonini, forse sto male, ma il disco è una bomba”, oppure “il nuovo di Cremonini ha suoni da Arcade Fire“. Fermo restando che chi vi parla ritiene gli Arcade Fire stessi una band sopravvalutata e modaiola, ho sentito l’obbligo morale di spendere una parola anche io in merito. Mi sono preso la briga di aspettare il nuovo Logico e ho provato a farmi un’idea un pò meno legata agli isterismi concettuali di certa critica, quella di cui non si capisce un cazzo quando scrive, non perchè scriva con parole sofisticate ma perchè scrive roba che non significa un cazzo. Vi dirò, il disco di Cremonini non è male. Ma non erano male nemmeno quelli che lo avevano preceduto. E lo so perchè li avevo ascoltati e lo avevo visto dal vivo più volte. E’ un personaggio multiforme Cremonini, oppure semplicemente in evoluzione e maturazione: dotatissimo musicalmente e con i giusti riferimenti davanti (è uno cresciuto a pane e Queen, per intenderci, altro che Arcade Fire), ha passato un buon decennio per imbruttirsi e sgarruparsi l’immagine per non essere più associato ad una Pop star alla Eros, manco a farlo apposta ha frequentato le donne giuste (Malika) per uscire dalle grinfie dei primi sogni erotici delle quindicenni e entrare in quelli dei salotti con la puzza sotto il naso, ha provato in ogni modo a cancellare la cadenza scanzonata Bolognese, addirittura storpiando l’italiano del suo precedente lavoro fino a farlo assomigliare al calabrese (provare ad ascoltare “Una Come te”), aveva reso espliciti i suoi ascolti dei Beatles nella coda dello stesso pezzo, meritoriamente simile nelle scelte di orchestrazione ad “All You Need is Love” (l’influenza dei Beatles si avverte, ad onor del vero anche nella nuova “Quando Sarò Milionario”).

Non ci è ancora riuscito. Eppure non serviva, perchè chiunque capisca un pò di musica e non abbia l’anello al naso (come spesso chi dice di capire di musica) si era accorto del talento dell’ex Lunapop già da subito. Uno non può vendere 900 mila copie fisiche e far cantare mezza Italia a 17 anni ed essere un brocco. Scrivere una melodia che rimanga è la cosa più difficile, se ti viene così spontaneo parti già molto bene. Andando avanti è cresciuto ed ha ampliato il raggio, ha approfondito i testi, ha reso più ricercata la musica e gli arrangiamenti. Ma la crescita è stata costante e sicuramente faticosa, considerato il successo da giustificare, mantenere e in un certo senso amplificare. Con questo disco il Cremonini non mi sembra abbia fatto il passo decisivo, la tracklist di Logico scorre fluida e rispecchia tutti i temi intimisti della sua poetica, conserva anche quel gusto per le suggestioni american style (in “John Wayne”) tradotte in salsa Padana (nel senso di pianura); non mi sembra però che abbia ancora acquistato quella personalità e quel carisma che serve per farsi chiamare cantautore, se ancora quella parola ha significato. Forse dovrebbe solo fottersene di tutti quelli a cui quel synth di Logico ha fatto così tanto effetto; del resto quelli non comprano i dischi, nè danno alcuna patente di cantautorato. Perchè Battisti della critica se ne fotteva e Rino Gaetano pure, non parliamo dei Beatles e dei Queen: la critica la patente di artisti glie l’ha data vent’anni dopo, molti anni dopo il pubblico. Diamo a Cesare quel che è di Cesare, non un centesimo di più, nè un centesimo di meno, perchè anche aspettare che arrivi è una bella colonna sonora.

Last modified: 17 Giugno 2014

4 Responses

  1. Steve ha detto:

    Stranissima (??) recensione la tua!
    Mi ha attratto perché anche io, dopo anni di fastidi provocati da Cremonini in passato (come dal 99,9% del mainstream italiota), l’ho trovato stavolta puntuale e presente con il singolo, tanto da portarmi a curiosare l’album con un un’attenzione superiore alla tua (a casa, in macchina, con Spotify, nel giro di tre/quattro settimane, e quindi in situazioni diverse) arrivando ad una nuova considerazione dell’onestà intellettuale del ragazzo bolognese.
    Il livello sale sulla parte musicale, cala su quando l’interpretazione si fa più simile a Massimo Ranieri che a John Lennon.

    C’è qualcosa però che mi trova distante dal tuo atteggiamento: critichi i critici, l’intellighenzia, ma ti perdi in frasi piene di pregiudizio come “ha passato un buon decennio per imbruttirsi e sgarruparsi l’immagine per non essere più associato ad una Pop star alla Eros” che non si capisce bene a cosa tu faccia riferimento. Ti rapporti allo stesso modo per i Muse, gli Arcade Fire o i NIN?
    O ancora, questa davvero orribile da Alfonso Signorini: “ha frequentato le donne giuste (Malika)”.
    E’ la stessa cosa che ti ha condizionato nell’ascolto dei Coldplay o di Bruce Springsteen?
    Poi le classiche adulazioni di artisti defunti: a Rino Gaetano davvero lo conosci? O sei anche tu influenzato dalla stessa intellighenzia che finché era in vita era un qualunquista e che da morto l’ha trasformato in un rivoluzionario? Ma sei davvero convinto che fosse un genio? Io ricordo che era considerato un Bennato qualsiasi (che non è poco, ma non è essere dei geni). Su Battisti posso solo dire che è stato l’artista più eclettico che la musica italiana abbia mai avuto. E non mi sembra un pessimo accostamento, o è stato solo casuale? O solo perché non amava i mass media? E questo secondo te fa l’artista? Non credi che l’artista lo faccia l’arte che produce?

    Insomma, leggere la tua recensione, dopo aver ascoltato una cosa rivoltante come la band Le Nevrosi, pubblicizzata nella stessa pagina, mi dà davvero molto più di che pensare.

  2. Steve ha detto:

    Stranissima (??) recensione la tua!
    Mi ha attratto perché anche io, dopo anni di fastidi provocati da Cremonini in passato (come dal 99,9% del mainstream italiota), l’ho trovato stavolta puntuale e presente con il singolo, tanto da portarmi a curiosare l’album con un un’attenzione superiore alla tua (a casa, in macchina, con Spotify, nel giro di tre/quattro settimane, e quindi in situazioni diverse) arrivando ad una nuova considerazione dell’onestà intellettuale del ragazzo bolognese.
    Il livello sale sulla parte musicale, cala su quando l’interpretazione si fa più simile a Massimo Ranieri che a John Lennon.

    C’è qualcosa però che mi trova distante dal tuo atteggiamento: critichi i critici, l’intellighenzia, ma ti perdi in frasi piene di pregiudizio come “ha passato un buon decennio per imbruttirsi e sgarruparsi l’immagine per non essere più associato ad una Pop star alla Eros” che non si capisce bene a cosa tu faccia riferimento. Ti rapporti allo stesso modo per i Muse, gli Arcade Fire o i NIN?
    O ancora, questa davvero orribile da Alfonso Signorini: “ha frequentato le donne giuste (Malika)”.
    E’ la stessa cosa che ti ha condizionato nell’ascolto dei Coldplay o di Bruce Springsteen?
    Poi le classiche adulazioni di artisti defunti: a Rino Gaetano davvero lo conosci? O sei anche tu influenzato dalla stessa intellighenzia che finché era in vita era un qualunquista e che da morto l’ha trasformato in un rivoluzionario? Ma sei davvero convinto che fosse un genio? Io ricordo che era considerato un Bennato qualsiasi (che non è poco, ma non è essere dei geni). Su Battisti posso solo dire che è stato l’artista più eclettico che la musica italiana abbia mai avuto. E non mi sembra un pessimo accostamento, o è stato solo casuale? O solo perché non amava i mass media? E questo secondo te fa l’artista? Non credi che l’artista lo faccia l’arte che produce?

    Insomma, leggere la tua recensione, in mezzo a citazioni di roba trash come Pino Scotto e dopo aver ascoltato una cosa rivoltante come la band Le Nevrosi, pubblicizzata nella stessa pagina, mi dà davvero molto più di che pensare.

    1. Silvio Don Pizzica ha detto:

      Ciao Steve, grazie per il tuo commento, molto interessante al di là di quanto possa essere condivisibile o meno. Sulla prima parte, può risponderti solo l’autore. Sulla conclusione, posso dirti io due cose. La citazione di Pino Scotto è semplicemente una notizia e le news non sempre riguardano artisti dal talento innato. Il pubblico è vasto e ci sono persone interessate a queste cose, al di là del fatto che io stesso (puoi verificare nella mia rece di Codici Kappao) reputi Scotto ai limiti del concetto di musica. Per quanto riguarda La Nevrosi, devo precisare che la band non è stata pubblicizzata da Rockambula, nel senso che il banner (e tutto il resto) non è stato inserito sul sito sotto pagamento ma solo in virtù del fatto che la band abbia vinto il nostro minicontest. Anche questo, al di là dei gusti miei, della redazione o del pubblico. Spero di aver chiarito alcuni dei tuoi dubbi e ti ringrazio ancora.

  3. angelo ha detto:

    Evidentemente l’articolo era scritto apposta per te, mio caro. E dalla tua reazione è chiaro che ti ha colpito. Tenendo da parte il ghigno di soddisfazione che mi è venuto leggendo la tua considerazione, come di uno che dovendo rientrare a casa dalla finestra dà un primo colpetto sul punto di rottura del vetro e questo si rompe, la domanda dell’articolo non è se io conosca Rino Gaetano (di cui non ho espresso giudizi personali di merito artistici ma riportato solo la considerazione attuale) o Arcade Fire o Coldplay o tutti i nomi che tu hai citato. La domanda che si pone questa recensione è se TU prima di cambiare giudizio su Cremonini abbia ascoltato altri dischi o visto suoi concerti. Perchè se lo avessi fatto, non si spiegherebbe il TUO preguidizio che ti porta a cambiare parere sul suo conto, dato che questo è solo l’ennesimo BUON (ma non ottimo) disco di Cremonini. Nè un centesimo di più nè un centesimo di meno del passato. Capita la recensione (???)? p.s. il mio stile tende ad essere piuttosto ironico e provocatorio quando scrivo, quindi mi piace non ammorbare la gente su analisi di cadenze armoniche e disquisizioni sull’inviluppo del filtro utilizzato su questo o quel tema di synth: se devo dire che Cremonini ha il limite di voler spasmodicamente cercare l’apprezzamento della critica, ti dico che si è sgarrupato l’immagine per non assomigliare ad Eros, perchè questo concetto lo capiscono e lo riscontrano tutti. OK? Ironia, please, la vita è già abbastanza seria fuori dalle webzine… 🙂

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