Gennaio, 2016 Archive

La Band della Settimana: Dardust

Written by Novità

Dardust è un progetto italiano di musica strumentale capace di unire il mondo pianistico minimalista all’attuale immaginario elettronico di matrice nord europea. L’ensemble è ideato dal pianista e compositore Dario Faini che, partendo dalla scrittura di temi minimalisti, la impreziosisce con la tessitura di soundscape creati dal trio d’archi di Carmelo Emanuele Patti, Simone Sitta e Simone Giorgini e con l’animo più spregiudicatamente elettronico del producer e polistrumentista Vanni Casagrande.
Dardust è un nome che vuole essere da una parte un ironico omaggio a Ziggy Stardust, il più celebre personaggio alieno incarnato da David Bowie, che ha ispirato l’immaginario “spaziale” di tutto il progetto e dall’altra un tributo al duo Dust Brothers divenuto celebre con il nome Chemical Brothers e l’ album di debutto Exit Planet Dust. La crasi tra il nome del fondatore Dario Faini e “Dust” racchiude così nell’ universo Dardust l’importanza di uno specifico mondo elettronico.
Dardust è una missione che attraversa l’asse geografico/musicale BerlinoReykjavicLondra e da questi luoghi riparte per la stesura di una trilogia discografica che vedrà ogni capitolo dedicato alle tre città ispiratrici, iniziando proprio con Berlino con la registrazione del disco di debutto.
“7” è il primo capitolo della trilogia discografica: 7 brani strumentali scritti in 7 giorni e prodotti in 7 mesi, in uscita nel 2015 per l’etichetta torinese INRI, in collaborazione con la Universal Music Publishing Ricordi.
L’ensemble ha da poco annunciato anche l’uscita del secondo capitolo della trilogia, che porterà il titolo di Birth. “The Wolf” è il primo singolo estratto dal nuovo album.

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Tortoise – The Catastrophist

Written by Recensioni

E così dopo sette anni, pubblicando un lavoro che ha radici più lontane di quanto si possa pensare, ritornano i Tortoise. Correva infatti l’anno 2010 quando Chicago, la città dei nostri, commissionò al gruppo la realizzazione di una suite che rispecchiasse l’identità Jazz del luogo; furono così composti cinque temi (una suite in cinque movimenti) su ognuno dei quali lavorò un diverso ospite dell’ambito jazzistico del posto. Quei cinque temi, che erano poco più che bozze a cui aggiungere improvvisazioni, si sono col tempo trasformati ed evoluti (il tutto rivisto in chiave, e quindi complessità, Tortoise) in buona parte dei brani che compongono The Catastrophist. Si tratta di un lavoro che per certi versi potrebbe arrivare da ancora più lontano; il disco, infatti, seppur con qualche novità anche totalmente inattesa, sembra uscire dal periodo che trascorse tra TNT (1998) e Standards (2001) e, per quanto risulti leggermente inferiore al primo, suona nettamente meglio del secondo. Le novità inattese sono due brani cantati, anche se in realtà il canto dalle parti dei Tortoise era già passato con due dischi (The Brave and the Bold con Bonnie ‘Prince’ Billy, ed In the Fishtank 5 con The Ex, entrambi registrati in tre giorni), ma è la prima volta che lo troviamo in un lavoro firmato esclusivamente a loro nome, e soprattutto è la prima volta che funziona, sarà che per la precisione certosina dei nostri registrare in qualche anno anziché in qualche giorno fa una certa differenza. Il primo dei due brani in questione è la cover di “Rock On” di David Essex, brano del 1973, un Dub Rock piuttosto minimale e particolare vista l’assenza della chitarra, che in mano ai ragazzi di Chicago, seppur rimanendo molto fedele all’originale, diviene ancor più ipnotico grazie ad una godibilissima sezione ritmica; a dare voce al pezzo troviamo Todd Rittmann degli U.S. Maple. L’altro cantato presente è invece un brano originale, “Yonder Blue”, nel quale alla voce troviamo Georgia Hubley degli Yo La Tengo, e qui i Tortoise ci spiazzano ancor di più perchè questo brano è addirittura una ballad, una crepuscolare ballad Lo Fi, al forte profumo di Pop datato, il cui ascolto ideale si avrebbe in un fumoso bistrot parigino. La prestazione del combo è più che soddisfacente anche in “Shake Hands with Danger” dove sembra si incontrino un’orchestra gamelan ed un gruppo Fusion, l’arrangiamento è come sempre perfetto, la classica tensione Tortoise, che spesso risulta essere troppo statica e di maniera qui riesce a trovare una buona visceralità. Altri brani ben riusciti sono “Gesceap”, primo singolo estratto, ascoltabile da un paio di mesi abbondanti, brano narcotico, quasi dissonante, minimale, nel quale vediamo la musica d’avanguardia abbracciare le armonie degli Stereolab e dei Broadcast (presenze percepibili anche in altri brani), “The Clearing Fills”, un’ipnotica sospensione Ambient Jazz con finale dronico, “Hot Coffee”, un Funk rallentato e sintetico, dove oltre ad un’ottima linea di basso si trovano godibili graffi chitarristici, e la conclusiva “At Odds with Logic”, desertica e cinematografica. Come sempre, escludendo i primi due meravigliosi lavori della band, non mancano brani che soffrono troppo di manierismo, di immobilità, brani nei quali la tensione creata riesca a liberarsi portandoci la scossa, il graffio, la visione. In ogni caso, dopo i primi due lavori non proprio eccelsi degli anni zero, i Tortoise confermano i progressi che già sul precedente Beacons of Ancestorship si erano fatti sentire, probabilmente migliorandoli ancora, con un disco che ha sicuramente bisogno di più ascolti e come sempre, trascendendo i generi, si sottrae a facili catalogazioni.

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Si chiamerà Acrobati il nuovo disco di Daniele Silvestri

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Si chiamerà Acrobati il nuovo disco di Daniele Silvestri, in uscita per Sony Music il prossimo 26 febbraio. Acrobati è un disco acrobatico anche per come è nato: da un iPhone pieno di appunti musicali, di idee, che partendo da uno studio di Lecce la scorsa estate, ha viaggiato fino a ritrovarsi al chiuso di una sala di registrazione dove si è fatto ascoltare germogliando e facendo germogliare un flusso inesauribile di musica. Jam che diventavano sessioni, armonie, melodie, break che si condensavano in canzoni. Musicisti in tondo a suonare ogni nota come se fosse sempre la prima e anche l’ultima, una serie di take fissate su hard disk che davano già il volto a un disco pieno di spunti, di idee, di libertà. Di acrobazia in acrobazia diciotto di queste canzoni si sono fatte avanti e si sono tuffate nel disco iniziando ad abitarlo, e rendendolo in poche settimane quello che è oggi: 74 minuti di musica, un piccolo mondo da esplorare e da ascoltare per quanto sa raccontarci. E quell’idea di equilibrio quasi perfetto tra reale e fantastico la si ritrova anche nella copertina “acrobatica” realizzata da Paolino De Francesco: da un ipotetico aeroplano si osserva un cielo tessuto di fili sottilissimi, in cui si muovono figure immerse nella loro straordinaria quotidianità, come a dire che quella di “camminare sul filo” è una pratica che riguarda, ogni giorno, tutti noi.

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The National, unica data italiana

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Il loro ultimo album Trouble Will Find Me, pubblicato nel 2013 per la 4AD, è stato un enorme successo ed è valso al quintetto la nomination ai Grammy Award come Best Alternative Album, consacrando definitivamente The National come una delle formazioni rock più importanti ed influenti del panorama contemporaneo. La data di Pistoia sarà l’unica occasione di vedere The National live in Italia questa estate. In apertura un imperdibile concerto del cantautore Father John Misty che con l’ultimo album I Love You, Honeybear, pubblicato nel 2015 da SubPop, ha conquistato critica e pubblico.

UNICA DATA ITALIANA!

THE NATIONAL

With special guest

FATHER JOHN MISTY



12 LUGLIO 2016 – PISTOIA – PISTOIA BLUES

www.pistoiablues.com – Piazza Duomo
Apertura porte: 18:30
Inizio concerti: 20:00
BIGLIETTO: 35 euro+d.p

Prevendite disponibili da mercoledì 27 gennaio alle ore 11:00
www.ticketone.it call center 892 101

www.boxol.it 

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Meg: Nuovo EP di remix in arrivo

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Il mondo sonoro di Meg è sorprendentemente multiforme. Forse perchè Meg è un’artista sorprendentemente aperta alle trasformazioni della sua musica. Non è infatti certo la prima volta che Meg con la sua etichetta Multiformis dà spazio e visibilità ai giovani artisti elettronici che “giocano” a dare nuove vesti sonore alle sue canzoni. Tutti e 5 i singoli estratti da questo suo terzo album, Imperfezione, sono infatti stati remixati dai più interessanti nuovi producer della scena italiana. Ecco il primo estratto.

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L’Officina della Camomilla, nuovo disco e tour

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L’atteso 4° album de L’Officina della Camomilla previsto per il 4 marzo con Garrincha Dischi s’intitolerà: Palazzina LibertyPalzzina Liberty, dopo la trilogia Senontipiacefalostesso, è il primo disco di soli inediti in cui Francesco De Leo ritorna alle origini scrivendo, arrangiando, suonando e producendo in solitaria l’intero disco.
Palazzina Liberty è: “violenza, droga, ecomostri, suicidi, decapitazioni, fiori pericolosi, rapimenti, rituali occulti. È un’umanità allo sbando senza punti di riferimento arrivata al suo capolinea. Palazzina Liberty è un apocalisse“. (Francesco De Leo)

Palazzina liberty in tour:

venerdì 08 aprile – Genova – La Claque
giovedì 14 aprile – Roma – Teatro Quirinetta
venerdì 15 aprile – Santa Maria a Vico (Ce) – Smav
sabato – 16 aprile Palermo – I Candelai
venerdì 22 aprile – Torino – Cap10100
sabato 23 aprile – Segrate (MI) – Magnolia
domenica 24 aprile – Pordenone – Deposito
sabato 30 aprile – Livorno – The Cage

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Anna Von Hausswolff in Italia a Marzo

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Dopo aver pubblicato alla fine del 2015 l’apocalittico e magnifico nuovo album The Miraculous che ha ricevuto l’unanime plauso della critica, Anna von Hausswolff inizia il 2016 annunciando una serie di date in Europa. The Miraculous (su etichetta City Slang) è un album magico, pieno di mistero, fortemente influenzato dai paesaggi della sua terra d’origine: la Svezia. Un album nel quale il suono è arricchito dall’utilizzo del colossale organo a canne (ben 9000!) di Piteå, località nel nord della Svezia.

08 marzo 2016 – Padova – Mame
info: www.circolomame.it

09 marzo 2016 – Roma – Monk
info: www.monkroma.club.it

11 marzo 2016 – Milano – Arci Bellezza
info: www.arcibellezza.it

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“Umore Nero” è il nuovo videoclip dei MOOSTROO

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“Umore Nero” è il nuovo videoclip dei MOOSTROO disponibile da oggi su YouTube come anticipazione del nuovo tour chiamato “MOOSTROO vivo” che il trio bergamasco compirà nei prossimi mesi e che prenderà il via sabato 30 gennaio dall’Edoné di Bergamo. In questo ultimo giro nei locali i MOOSTROO proporranno i loro brani in una formula inedita prima di concentrarsi sul nuovo lavoro in studio.

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Il Teatro degli Orrori annuncia un nuovo tour

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La band presenterà i brani del loro ultimo omonimo album Il Teatro degli Orrori, uscito ad ottobre 2015 per La Tempesta. Il disco è composto da dodici tracce che dipingono l’affresco di un’Italia allo sfacelo con disarmante ironia e il consueto sarcasmo. E’ un viaggio nella società italiana affrontato con la rabbia viscerale e lo struggente disincanto che contraddistinguono la band. Dal punto di vista stilistico, l’album si spinge verso un rock più definito ed essenziale, ma anche più ricercato, sottolineando il nuovo corso intrapreso dal gruppo, dove spicca l’attenzione ai testi che da sempre contraddistingue la scrittura di Pierpaolo Capovilla.

12 febbraio – Indie Druso – Ranica (Bergamo)
13 febbraio – OFF Modena – Modena
26 febbraio – Supersonic Music Club – Foligno (Perugia)
04 marzo – New Age club – Roncade (Treviso)
05 marzo – Sonar live – Colle Val d’Elsa (Siena)
11 marzo – sPAZIO211 – Torino
23 marzo – Teatro Auditorium Unical – Rende (Cosenza)
24 marzo – I Candelai – Palermo
25 marzo – Retronouveau – Messina
26 marzo – Barbara Disco Lab – Catania
30 marzo – Alcatraz – Milano – Milano
02 aprile – Capanno Black Out – Prato
23 aprile – Supernova – Genova

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I.A.N.T., “33-15” è il nuovo singolo

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“33-15” è un brano che parla di guerra dal punto di vista di chi la guerra ce l’ha sopra la testa ogni giorno; una canzone per denunciare anche i media che nascondono ed omettono alcune, a volte troppe, situazioni reali. “Non è un testo onirico”, dice Alberto del Grande, cantante della band, “è semplice, diretto e descrittivo, visto da chi, al posto dei giardinetti pubblici, trova avamposti militari ad ogni angolo del proprio paese”. Il video, per la regia di Danny Rambaldo (Train’s Explosions Films), ripropone la preparazione, l’attesa e la rassegnazione di un individuo ad un destino per alcuni inesorabile. Un uomo che con un coraggio dettato dalla situazione, obbligato e sottomesso, si prepara a ciò che non riesce ancora a cambiare.

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Marco Parente, nuovo estratto da Disco Pubblico

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“Ma Quand’è che si Ricomincia da Capo?” è il secondo estratto disponibile su YouTube da Disco Pubblico, il nuovo e imprevedibile progetto di Marco Parente che sposta il baricentro del solito meccanismo singolo-disco-tour . Il brano è una nuova pubblic-azione dopo “Avventura Molecolare”, rilasciata a dicembre, ed è un’altra delle dieci canzoni scritte dal “contrautore” per questa nuova avventura.

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Il Video della Settimana: Melody – “Ci Sarà da Correre”

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Figlia del grande Corrado Castellari autore di molti nomi giganti della canzone italiana. Lei è Melody che più volte abbiamo incontrato anche nel trip rock dei Misfatto. Ma qui torna anche ad una sua più naturale collocazione. Parliamo di grande pop italiano. Un disco dal titolo Ci Sarà da Correre in cui Melody raccoglie 10 brani scritti dal padre dagli anni ’70 fino alla sua scomparsa avvenuta nel 2013. Tra questi anche “Il Testamento di Tito” cantata poi da De Andrè. Bello ed interessante vedere la storia di un’Italia che non c’è più dietro l’interpretazione dei suoni di oggi. Il video della settimana di Rockambula è proprio il singolo di lancio di Melody Castellari:

“Ci Sarà da Correre”. In questo presente a quanto pare chi non corre è perduto. Nel tuo video hai anche rappresentato uno scorcio di società in corsa…ognuno a suo modo…sei d’accordo con questa mia chiave di lettura?
Sono d’accordo. Siamo una società costantemente in corsa in ogni senso. Presi dai nostri problemi e dalle nostre quotidiane urgenze, spesso realmente futili, come la “necessità” di apparire a tutti i costi. Il video come dici rappresenta un piccolo spaccato della nostra società in modo naturalmente caricaturale e ironico. Nella canzone, che narra di episodi di, aimè, ordinaria cronaca, di violenza, di disperazione, si corre per soccorrere, per assistere a un crimine, per aiutare, per “curiosare”. Alla fine però si corre verso un’alba che rappresenta la vita nel suo senso più puro, si corre “contro la notte ormai finita, perché il buio è una cosa e un’altra cosa è la vita”. Cioè, nonostante ci siano tanti momenti di buio, la vita vale la pena di essere vissuta per la sua parte più luminosa e più vera.

Un disco che porta con se una responsabilità ed un tesoro di grande valore. Con che spirito affronti tutto questo?
Con grande consapevolezza. Considero il fatto di continuare il lavoro di mio padre come una vera e propria missione; per me è sempre stato motivo di orgoglio essere figlia di Corrado Castellari e so perfettamente che quanto mi ha lasciato è davvero prezioso. Cerco di essere all’altezza di quella che ritengo una responsabilità davvero importante. Ho sempre pensato che mio padre meritasse un maggiore riconoscimento tra il pubblico di quanto ne abbia ottenuto e cerco di contribuire affinché le persone sappiano che musiche meravigliose abbia scritto e che persona incredibile sia stata.

Tuo padre è uno dei grandi testimoni di quell’Italia discografica. Oggi che tocca a te…cosa ne rimane?
Poco o niente. Mio padre mi ha sempre raccontato di come funzionava la discografia un tempo e io stessa in fondo, iniziando molto presto il mio percorso musicale, ho vissuto un pezzetto di quell’epoca, o almeno del suo strascico. Oggi la musica italiana ruota intorno a meccanismi che purtroppo hanno poco a che fare con “la canzone” e troppo con la televisione, il coinvolgimento emotivo del pubblico dato dai piccoli drammi tra gli artisti, la competizione. Mi riferisco naturalmente ai talent, che a dire il vero non condanno in senso assoluto, ma credo che, appunto, rappresentino un trend televisivo che con la musica ha poco a che fare. Nel corso degli anni quelli che erano ascoltatori si siano via via sempre più disabituati ad ascoltare e sempre più abituati a guardare diventando solo spettatori. Resto però fiduciosa del fatto che se è vero che tutto si ripete ciclicamente, fra un po’ dovrebbe cambiare qualcosa. Chissà.

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