Marzo, 2015 Archive

Lykaion – Heavy Lullabies

Written by Recensioni

Quanti cambiamenti in casa Lykaion. Conosco questa band da quando esordirono, ebbi modo di ascoltarli live e d’intervistarli. In quegli anni alla voce c’era Tiziana Palmieri e i Lykaion erano un quintetto appena nato dedito ad un Gothic Rock simil HIM, Katatonia e Sentenced. Nell’ arco di dieci anni la band si è rivoluzionata, ha abbandonato le vecchie e decadenti sonorità per innescarsi in un roccioso Hard Rock capace di miscelare lo stile dei Crashdiet, dei Negative, degli Airbourn e dei Poisonblack. La vena triste e malinconica è rimasta, infatti, come già detto prima i Lykaion si accostano musicalmente ai Poisonblack, attuale band di Ville Laihiala (ex Sentenced). Parlando della cosiddetta “vena malinconica” troviamo un abissale differenza tra i Lykaion di dieci anni fa e quelli di adesso. Il disco che andremo a trattare si intitola Heavy Lullabies, già da qui dunque ci si può fare un idea su dove si andrà a finire, questo non vuol dire che bisogna essere banali e scontati perchè in un modo o nell’ altro il disco ha le sue chicche interessanti. Si tratta di un album che equilibra quasi tutto: melodia e aggressività, sound pulito con quello più distorto. La maggior parte delle tracce, anche per come ha fatto intendere il titolo del disco sono delle ballate studiate (non fraintendiamo il termine) nei minimi dettagli. “For Love” è il primo effettivo brano dopo un dolce intro, la titletrack appunto, e racchiude tutte le peculiarità di questo disco (è stato girato un video per questa canzone). La successiva “Anthem” gioca molto sul piano-forte e su dei cori che si faranno ricordare facilmente. “I Dont’ Love You Anymore” è la classica canzone strappalacrime, calma e con il ritornello che non si scolla più dalla mente. Altri pezzi forti di Heavy Lullabies sono ancora: “End Of Time” che vanta ancora una volta di un eccellente melodia e musicalità e “Accept Yourself” che almeno personalmente considero uno dei cavalli di battaglia del disco con i suoi assoli ed i suoi giri di chitarra. I Lykaion hanno subito una trasformazione evidente, già il cambio di voce dal maschile al femminile mescola in un certo senso le carte in regola, in più, metteteci il sound che parte Doom per poi sfociare in un massiccio Hard Rock. Con molta onestà apprezzo tantissimo i Lykaion di ora, chiaramente hanno ancora da dimostrare questa svolta è sostanzialmente un nuovo punto di partenza, ma parliamo di ragazzi che hanno la musica nell’ animo e che difficilmente steccheranno. Sono fiducioso.

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La Band della Settimana: Bettie Blue

Written by Novità

I Bettie Blue sono un duo rock/stoner composto da Bettie alla batteria e Blue, alla chitarra e alla voce. Dopo anni di gavetta nel circuito alternativo nel 2014 intraprendono una collaborazione artistica con Omid Jazi (ex Verdena) che produce il loro primo LP ufficiale presso gli Hot Studio Records di Londra. Il titolo dell’album è Yuma ed esce il 17 marzo prossimo. L’uscita è stata anticipata dal videoclip del primo singolo “Everything but you” che vede la partecipazione del cantautore torinese Johnny Fishborn.

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Shame

Written by Interviste

Incontriamo i ragazzi in un momento di pausa dei loro vari progetti, ci accomodiamo nel “salotto delle interviste” e rompiamo il ghiaccio con qualche battuta. Avevo conosciuto gli Shame con la loro precedente line up, Andrea Paglione, Marco Riboldi e Veronica Basaglia, ma oggi, al posto di Veronica, trovo un “Mazingone”. Avevo già incontrato questo ragazzo, Claudio Ciaccia, durante una serata tributo ai Nirvana, incontro decisamente d’impatto e divertente, visto che mi ero dimenticata i tappi per le orecchie e qui stiamo parlando di un batterista che fa decisamente andare alla grande la sua amata.

Ciao ragazzi, grazie per aver deciso di fare due chiacchiere con noi! Partiamo subito da una vostra piccola presentazione, dateci qualche informazione sulla vostra nuova formazione!

Ciao a tutti! Ebbene sì, dopo 10 anni la formazione è cambiata. Quel Mazinga di Claudio è il nuovo percussore e il suo arrivo ha portato una “cosa enorme”! A parte gli scherzi siamo contenti che tre amici che condividono la gran parte del poco tempo libero insieme, possano condividere anche un progetto artistico che li accomuna molto. Forse è la prima volta che si forma per noi un trio davvero unito. La musica ora è per noi un sottofondo che accompagna le nostre future avventure.

Gli Shame fanno musica grunge, scelta decisamente coraggiosa e di nicchia a quanto pare. Eppure la sensazione è che il grunge non sia stato dimenticato anche se vive momenti di difficoltà come quasi tutta la musica indipendente. Cosa ne pensate voi che vivete da dentro questa situazione?

Etichettare la musica è sempre limitante. E’ indubbia la passione che abbiamo per quel genere musicale, che ci ha fatto crescere come la gran parte della nostra generazione. Dimenticato non direi proprio e lo dimostra soprattutto l’ultimo anno, che è stato ricco di tributi e manifestazioni che ricordavano proprio i personaggi e gli eventi che avevano caratterizzato quel periodo. Con l’arrivo di Claudio, per quanto ci riguarda, il nostro stile inevitabilmente sta prendendo nuove forme, che si discostano un po’ da quel sound anni 90. Stiamo cercando di sperimentare nuove forme di brani, tecnicamente un po’ più articolati e melodicamente più complessi… vedremo cosa ne uscirà fuori!

A febbraio 2014 è uscito il vostro disco “Entropia”, devo dire che è veramente bellissimo, 10 tracce che ci portano nel passato, a Seattle, nello stesso tempo è molto moderno e attuale. Come avete promosso il vostro lavoro? State facendo un tour? Che progetti avete?

Uno dei nostri grandi limiti è la nostra scarsa capacità di venderci. La promozione di Entropia ci ha fatto forse svegliare un po’ per la prima volta. Il fatto di aver trovato un’etichetta americana per la distribuzione, la Unable Records, sicuramente ci ha dato un po’ di visibilità e speriamo che insieme ai nostri promoters d’oltreoceano possano nascere collaborazioni ancora più grandi. Andrea e Claudio, suonate anche nei Poottana Play For Money, tribute band dedicata ai Nirvana.

Che differenza c’è tra avere una band con pezzi originali e una band che fa cover? Sappiamo che in linea generale i musicisti storcono il naso di fronte alle cover, ma il pubblico e i locali apprezzano particolarmente.

Beh, il nome direi che sia abbastanza eloquente. Il progetto è nato inizialmente per creare la possibilità di autofinanziare le spese dei nostri progetti individuali. Il progetto però è stato un volano di opportunità che ci ha portato anche a suonare al Layne Staley American Tribute di Seattle nel 2013. Esperienza indimenticabile. Poche settimane fa abbiamo avuto anche l’onore di suonare durante la manifestazione “PUNK TO THE PEOPLE” alla Fabbrica del Vapore a Milano, evento che ha riscosso davvero un gran bel seguito! Quindi che dire, ci divertiamo e continuiamo a farlo, finché durerà, senza pretese!

Gli Shame e i Poottana Play For Money fanno parte di una rete più grande, un gruppo che si occupa di promuovere e aiutare i musicisti di musica alternativa, indie e grunge. Parlateci del progetto e delle potenzialità.

Esatto, come noi molte altre band da ogni parte d’Italia e non solo, fanno parte di una grande “famiglia” nata per il supporto reciproco e per la passione per l’arte in senso lato: L’Alternative Grunge Crew. Invito tutti i lettori a dare uno sguardo al sito: http://www.alternative-grunge-crew.com e a supportare questa comunità di artisti che sta diventando davvero molto importante! Il 27 marzo siete tutti invitati ad un grande evento della Crew, il 5th Layne Staley Italian Tribute al 75 BEA, via Privata Tirso, 3, 20141 Milano.

Ho visto un’esibizione live degli Shame per beneficienza, devo dire che appena Andrea ha cominciato a cantare il pubblico si è fermato incredulo per via della sua voce. E ammetto che anche io la prima volta che ho ascoltato Entropia sono rimasta stupita, questo ragazzo ha una voce pazzesca, dal vivo fa ancora più impressione e tutto in senso positivo! Quando potremo vedervi dal vivo?

I complimenti lusingano, grazie! Per ora non stiamo cercando live dato che siamo in un periodo di creazione. Con il nuovo assetto stiamo lavorando alla creazione di un nuovo lavoro e c’è molto entusiasmo! Diciamo il dicibile… ma ecco, le prossime date abbiamo l’utopia che saranno lontane :-p . Per seguirci abbiamo una pagina Facebook : https://www.facebook.com/shametheband . Il nostro sito web è http://shameband.weebly.com/ dove troverete tutte le info e i link per “vederci” ed ascoltarci! Fateci un salto!

Grazie ancora del tempo che ci avete dedicato, possiamo rivederci presto così ci raccontate altre novità?

Assolutamente! Non vediamo l’ora che il cantiere in costruzione ora, diventi un luogo dove tutti voi potrete fare un viaggio insieme a noi…un po’ come Jim Morrison nel deserto…ahahah. Grazie mille è stato davvero un piacere! Vi vogliamo bene

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Maudit – NA

Written by Recensioni

Breve ma intenso, poche idee ma molto chiare. Questo sono i Maudit, giovanissima band milanese che alla prima avventura discografica non rischia molto, ma tira fuori un suono compatto, deciso e moderno. E non nasconde certo l’amore per il Rock sano. La sicurezza arriva già dai prestigiosi Massive Arts Studios, dove il quartetto registra questi sette brani che a dire il vero sanno molto di Ministri, ma per non rimanere soltanto nelle nostre piccole terre citerei anche anche Foo Fighters, Rise Against e tutto il buono che il Rock moderno e americanaccio può offrirci. Certo la somiglianza nella timbrica tra Davide Autelitano dei Ministri e questo Davide (Carrone per la precisione) sono spudorate, ma per fortuna il ragazzo denota carisma e grinta. La vicinanza passa in secondo piano, soprattutto quando riesce a domare la lirica schizofrenica di “Colpevole”. Il suono e le parole però rimangono quello che ti aspetti già dalle prime battute di “Tempi Migliori”, riff insistito come nella migliore tradizione del Punk patinato. “Tutti schiavi dei notiziari, tutti in coda ad aspettare tempi migliori”, la differenza per fortuna qui la fa la qualità degli arrangiamenti e melodie che seppure facili e un po’ ripetitive funzionano alla grande.
Anche una bella botta basso/batteria non si fa mai desiderare, insieme a lei chitarroni panciuti accompagnano “Schiavo”, una marcia veloce, quasi una fuga, anche se non si capisce bene da cosa. Forse perché questo gruppo non punta al fine ma al mezzo, che in “Alta Tensione” è un bolide che sfreccia a 200 all’ora in mezzo al centro di Milano senza nessuna meta. Ma nonostante tutto troviamo un brano incazzato su una relazione finita, forse il miglior episodio del disco, più sincero e onesto degli altri testi in cui si azzarda il “socialmente utile”. Anche “Juliet” ha il suo sporco perché con parole dirette e malate al punto giusto, con un bel basso distorto che ricorda un po’ i Muse nella cover di “Feeling Good” e finalmente i ragazzi ci regalano anche un (troppo!) breve ma intenso assolino di chitarra. A chiudere il cerchio ci pensa “Cattivo”, non di certo un capolavoro, ma l’ennesimo pezzo deciso con la chitarra affilata a tagliare le orecchie. Peccato che le orecchie alla fine non riescano a sanguinare copiosamente come dovrebbero, il sound rimane troppo preconfezionato e standard e non riesce a far male. Tutto ciò che manca è un po’ di rabbia, di rischio, di inquietudine. Per citare De Gregori mi sentirei di dire che “i ragazzi si faranno”. A differenza di Nino non mi sembra nemmeno che abbiano le spalle tanto strette.

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Nuovo singolo e videoclip per Cortex

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Amo un popolo presente/ che protesta quando tutto mente/ e difende ciò che ha costruito/ da chi distrugge alzando un dito”: un ritornello che rimane in testa fin dal primo ascolto per il nuovo singolo del cantautore blues lo-fi, in uscita il 2 marzo per Maninalto!Records. “La rivoluzione parte dal popolo, negli ultimi anni la politica non rispecchia il paese ed i suoi rappresentanti sono sempre più corrotti e distanti dalla realtà”, spiega Cortex in questo brano che vuole intrattenere ma anche scuotere la coscienza collettiva, invitando ad una piccola riflessione sui valori che si stanno perdendo nella società a volte marcia in cui viviamo. Cortex unisce quindi la leggerezza di un brano pop rock molto fruibile e radiofonico ad un testo per nulla banale (scritto da Paola Cacchio). A rafforzare il messaggio della canzone, anche la copertina del singolo, disegnata dall’artista illustratore Jan Sedmak. Il brano è stato mixato da Federico Altamura al prestigioso Sae Institute di Milano (possibilità data da un premio vinto da Cortex al Mei di Faenza).

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“Frozen”, il nuovo singolo dei The Mugshots

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Gcm Music & Alka Record Label presentano “Frozen”, il nuovo singolo dei The Mugshots, prima band europea prodotta da Dick Wagner – storico braccio destro di Alice Cooper e Lou Reed, tra gli altri. Il brano è la personalissima rivisitazione di un celebre capolavoro di Madonna e vede la prestigiosa (e purtroppo ultima) partecipazione al sax e al flauto di Clive Jones della leggendaria band inglese Black Widow, il primo gruppo Rock ad introdurre l’occulto nel Rock. Mixato al Cricio’s Studio da Manu Guerra e Teo Morbio, il mastering è stato poi affidato alle capaci mani del dr. Gil Markle, giá collaboratore di Dick Wagner stesso, Aerosmith, Stevie Wonder e Rolling Stones.

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August and After (Londra) al Garbage Live Club

Written by Senza categoria

Tornano gli appuntamenti Live al Garbage Live Club di Pratola Peligna (Aq).

Sabato 7 marzo dalle ore 22:30 (free entry) sarà la volta del trio August and After, band Indie Folk da Londra composta da Ned Mortimer (vocals, guitar, piano), Vedantha Kumar (vocals, guitar) e Jordan Bergmans (viola, piano vocals). La loro musica, eterea e incantevole, fonde elementi orchestrali a liriche e voci leggiadre creando brani affascinanti già dal primo ascolto. La tappa abruzzese per la band di Londra seguirà le tre date dei giorni precedenti a Genova, Varese e Novara e anticipa quelle di Acquaviva delle Fonti e Foggia. Un’occasione praticamente unica per il pubblico del centro Italia.

August and After (Londra)
Garbage Live Club (free entry)
Pratola Peligna (AQ) Via Levante 1
Sabato 7 Marzo ore 22:30

https://www.facebook.com/garbageliveclub?fref=ts
www.augustandafter.co.uk/
https://www.facebook.com/augustandaftermusic
augustandafter.bandcamp.com

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Lourdes Rebels – Snuff Safari

Written by Recensioni

La sola visione della fenomenale copertina vintage di Snuff Safari è capace di evocare suggestioni fuori dal tempo anche se ben collocabili in uno spazio circoscritto. Un po’ la stessa cosa che accade con le pellicole di Quentin Tarantino, specie nelle sue produzioni estreme come Grindhouse o Machete. Se osate anche voltare e sbirciare il retro non saprete più a quali convinzioni aggrapparvi di fronte al primo piano di un cavallo dall’occhio turbato. Superata la destabilizzazione emotiva innescata dalla contemplazione dell’artwork, opera di Luigi Bonora, l’unica via di scampo per la nostra serenità d’animo parrebbe essere l’ascolto ma riconosceremo presto che questa strada è solo un altro contorcersi nella follia.

Dietro il nome Lourdes Rebels si cela il duo parmigiano concepito dallo stesso Bonora e da Rodolfo Villani. Partendo dal progetto solista di Bonora per poi divenire coppia a nome Milkane e Fuck-hyrya, nel 2012 giungono all’attuale Lourdes Rebels, nome ispirato dai letterati francesi Huysmans e Zola (del primo si ricordi Le Folle di Lourdes e del secondo Viaggio a Lourdes) e dal film Lourdes di Jessica Hausner. La conseguenza di questa nuova fusione tra le due menti e del loro lavoro Electronic Freak è appunto Snuff Safari, opera musicalmente sarcastica in due tempi e sette brani la quale mette insieme schiamazzi animaleschi come i ruggiti suggeriti dalla cover, suoni retrò, ritmiche e melodie psichedeliche, voci confuse e lontane che solo raramente accennano veri canonici canti; e poi tastiere distorte, sampler, chitarre elettriche, drum machine e microfoni filtrati, tutto a costruire un sound soffuso e caotico che, pur dando l’idea di echeggiare da una realtà parallela, celebra in maniera decisa atmosfere orientali ed esotiche.

Una sorta di pastiche mistico e sensuale che, per certi versi, si lega all’ultima opera dei C’mon Tigre e che riconduce alla parte spirituale ricordata dalla citazione cattolica nel nome stesso della band. Tuttavia, l’aura trascendentale è essa stessa avvolta in un’ironia granitica e brutale, svelata del resto anche da quel termine, Rebels, che da un lato sbeffeggia simpaticamente gli amici Abraxas Rebels e le gang motociclistiche anni Settanta, dall’altro fa riferimento alle “condizioni di ribelle” in cui si trova un credente nei miracoli “all’interno della nostra società capitalistica e liberale”. Snuff Safari è opera complessa nella forma e nella sostanza, sperimentale e di difficile collocazione ma nello stesso tempo è in grado di concedersi con facilità a un ascolto più leggero, grazie alla capacità di generare situazioni soniche alternativamente distensive e veementi. Un biglietto da visita a prima vista indistinto in un vortice di colori e per questo affascinante per tutto il fertile mondo dell’Elettronica sperimentale italiana.

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The Backlash – “Spin ʻRound” [VIDEOCLIP]

Written by Anteprime

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I The Backlash sono una giovane band con base a Milano. Attivi dal 2012, sono [portatori nostrani di quel movimento Britpop che mai morirà. Nelle intenzioni così come dentro alle orecchie hanno la British Invasion che rese celebri negli anni The Beatles e The Who per poi rimodernarsi in nuova forma con Oasis, Blur e molti altri. Lʼalternative-rock dei Backlash trova nello Shoegaze la sua ibridazione più sincera, senza mai perdere lʼapproccio Pop tipico di quella indimenticata Manchester di metà anni ʼ90. La ricerca di una propria dimensione, lʼintrospezione profonda e la rabbia di appartenere ad una generazione nella quale riconoscersi solo a metà, sono i temi ricorrenti della loro estetica testuale. Nel 2014, dopo due anni di concerti tra Italia ed estero, i Backlash firmano un accordo discografico con la milanese Rocketman Records. 3rd Generation è lʼep dʼesordio dei The Backlash, uscito nellʼautunno del 2014 e ufficializzato dal videoclip di “Spin ʻRound” in anteprima nazionale per Rockambula (02/03/15). LʼEp è disponibile su iTunes, Spotify, Amazon. I brani selezionati per questo Ep di lancio mostrano prevalentemente il lato Britpop della band, con evidenti risvolti psichedelici. La mano di un bambino, protagonista di copertina, sta a simboleggiare qualcosa di nuovo, di appena nato e con il futuro davanti. Consapevoli e speranzosi, quindi, i The Backlash si fanno portavoce di una “Terza Generazione”, figli legittimi per gusto ed approccio alla scrittura di quei movimenti culturali e sociali che resero grandiose le scene musicali degli anni ʼ60 e ʼ90.

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