Novembre, 2014 Archive

Il 10 novembre esce Chimera, il nuovo album di Ottodix

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Esce il 10 novembre per Discipline Records Chimera, il quinto album in studio per Ottodix, pseudonimo dietro il quale si cela l’eclettico artista trevigiano Alessandro Zannier. Il concept su cui si basa il disco è la fine delle utopie e delle ideologie del XX secolo. Un album “Post”, un ibrido sonoro tra elettronica, future-Pop e sperimentazione. Un disco massimalista, opulento, ricco negli arrangiamenti da grande orchestra con cori epici, un certo gusto retrò per i suoni tipici dei primi del ’900, sapientemente mescolati all’elettronica, alle chitarre elettriche e a sonorità Pop di tendenza.

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Davide Solfrini – Muda

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Dopo Circadian Blues e Shiva e il Monolocale (primi due EP autoprodotti) ed un album live, Davide Solfrini ci presenta, in collaborazione con New Model Label, il suo album di debutto: Muda. È romagnolo, è ispirato e sa quello che fa e ce lo comunica attraverso un album da tener d’occhio. Lo stile è ispirato senza dubbio ad un Pop datato, ma di notevole interesse, al punto tale da avere il retrogusto di un tentativo modernizzazione dello stesso. Le dieci tracce di cui si compone l’opera risultano tutte ben riuscite. Lo strumentale è leggero ed orecchiabile, com’è giusto che sia nel rispetto del genere. L’ingrediente segreto a garanzia del risultato risiede nel particolarissimo e sottile timbro vocale di Davide, che non può assolutamente passare inosservato, congiuntamente con la stesura di testi coinvolgenti ed intriganti. Inevitabile la domanda: ma cosa vuol dire Muda?

La risposta perviene direttamente dall’artista attraverso la open track, che dona il titolo all’opera. Muda è il caos, la legge che governa gli equilibri di cui l’intero Universo non può fare a meno. E ce lo racconta attraverso sfumature Folk, che sanno quasi di ballata nottura intorno al focolare, adornata da riti tribali. Senza dubbio la versione live, che trova collocazione come credit track, rende molto meglio l’idea. I toni si fanno più aggressivi e l’autore non si risparmia orazioni dal tono sostenuto. Di differente interesse sono tracce come “Marta al Telefono”, un richiamo al Pop di Battisti in perfetto stile, adornato da chorus sottilissimi e quasi impercettibili, o come “Domenica”, di ritorno agli 80 di Viareggio. Track by track è possibile scorgere influenze Folk che richiamano gli America e tutto lo scenario che ha caratterizzato l’epoca, ruotando intorno al genere. A dir poco invidiabile la capacità di Davide di sintetizzare al meglio passato e presente, sporcandolo qui e lì di tracce di un futuro che forse saremo in grado di apprezzare meglio nei suoi prossimi lavori. Un disco alla portata di tutti e che ben saprà interessare la critica anche più pretenziosa. Discorso a parte per la “poppeggiante” “Equilibrio”, simpatica, interessante e che sa ben farsi cantare ai piedi di un palco, un po’ come il disco intero. Difficile non canticchiare le melodie proposte, dopo un attento ascolto dell’opera nella sua integrità.

Un lavoro assolutamente notevole, dunque, Muda, meritevole di ripetuti ascolti e di minuziosi approfondimenti. A quanto pare Solfrini ha colto nel segno e fa del suo disco d’esordio un “disco zero”, dall’intenso profumo di promessa. Testi e musica si miscelano a formare un’intensa esperienza d’ascolto, pur mantenendo le proprie identità ben identificabili in ogni secondo inciso. D’altronde è il caos, che tutto confonde e che tutto regola con assoluta precisione matematica. L’algoritmo perfetto per il Big Bang (per chi ci crede). Chissà che non ce ne sia uno in serbo anche per il talentuoso romagnolo.

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Ecco il provocatorio nuovo video di Fedora Saura

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“La Natura (l’uomo per primo)” è il nuovo singolo con videoclip di Fedora Saura, band della Svizzera italiana che lo scorso giugno ha pubblicato il disco La Via della Salute. Un lavoro eccentrico, provocatorio e destabilizzante, proprio come questo video che nel raccontare una storia di quotidianità casalinga dipinge senza troppe remore l’implacabilità della natura.

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Conflitti è l’ep d’esordio dei giovanissimi Vitanova

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L’EP Conflitti contiene quattro pezzi registrati e mixati presso gli studi di Indiebox Music Hall dalle mani esperte di Simone Piccinelli. I Vitanova sono giovanissimi ma già hanno perfezionato la tecnica e mettono la firma su un repertorio tutto in italiano i cui testi prendono ispirazione dalle esperienze degli stessi componenti della band. Un primo passo che apre loro le porte all’interno del panorama Indie italiano. L’EP verrà presentato ufficialmente al pubblico sabato 8 novembre presso il RED DOG di Rezzato (Brescia).

TRACKLIST:
1. Una vita a metà
2. Il Fallito
3. Il giorno prima
4. Tu ne uscirai

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Distinto: esce il video di “Meglio”

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Esce il primo video estratto dall’ep Le Stanze, in uscita oggi, del duo Distinto, nato nel 2011 dall’unione del chitarrista Daniele Ferrazzi e dalla cantante e musicista Daniela D’Angelo. Registrato presso CasaMedusa, mixato e masterizzato da Paolo Perego presso CasaMedusa, “Le stanze” vuole rappresentare un percorso nel tempo e nello spazio, con particolare attenzione a quello intimo e sognante del tempo che passa, segnato non solo da due punti, l’inizio e la fine, ma anche dalla strada piena di divagazioni e distrazioni che si possono incontrare.

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GramLines – Coyote

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Non è di certo una novità che il Veneto sia culla di sana musica. Abbiamo spesso sentito parlare di One Dimensional Man, progetto idea del geniale Pierpaolo Capovilla, dei Non Voglio che Clara, determinati e scuri, degli Artemoltobuffa, simpatici, indipendenti e dal carattere naif. E quanti locali hanno passato “Warp 1.9” del progetto The Bloody Beetroots o il metallo degli Arthemis. E la Patty Pravo che riecheggia per le strade. La lista è sufficientemente lunga e la conosciamo bene, ma oggi siamo interessati ad un nome soltanto: GramLines. Sono in cinque e sono di Padova. Tutta roba italiana, recitata in inglese, che ben si addice allo stile aggressive Alternative che hanno deciso di abbracciare. Nel 2012 esce il primo EP della band, sotto il titolo di Burning Lights EP e due primavere dopo, in maggio sboccia un nuovo lavoro: Coyote EP, suonato su palchi condivisi con nomi del calibro di Linea 77 e Zen Circus. Non male.

Il disco si presenta caratterizzato da tonalità molto impetuose, perfettamente realizzate nella stesura di “The Bone”, capitolo #2. L’orecchio viene inevitabilmente spiazzato da un basso incredibilmente in linea con quanto proposto dai The Strokes ed il paragone è inevitabile, seppur mancante la vena Indie, sostituita da un perfetto stile Alternative. Il risultato è di gran lunga più orecchiabile, caratterizzato da venature a tratti metalliche e a tratti Blues Rock, nulla togliendo ai mitologici newyorkesi. Nell’episodio successivo si fa spazio a tastiere ed arpeggi maggiormente melodici, accompagnati da lievissimi chorus, ma lo stile si afferma e continua a risaltare quella tendenza Blues di cui poc’anzi. Le estroverse chitarre di Stefano Bejor e la camaleontica voce di Francesco Campaioli ben sanno raccontarsi attraverso gli oltre 6’ di “The Road”. Ma Coyote EP sa farsi ben apprezzare e non ha di certo paura di sfoggiare strutture alternative attraverso l’intro Rock’n’Roll di “The Thrill of a Breakdown”, che cede presto spazio al bit bass di Alberto Pavinato. Strutture non di certo banali accompagnano l’intero brano per tutta la sua durata, donando alla traccia un carattere molto più internazionale. L’ultimo episodio dell’EP continua a manifestare lo spirito animalesco dei cari GramLines ed è soltanto a questo punto che si riesce ad apprezzare pienamente il timbro di Francesco e le doti artistiche di tutti i musicisti protagonisti del progetto. Una splendida credit track per uno splendido lavoro.

Nulla da aggiungere, a questo punto, attraverso Coyote EP la vita diviene una strada. È questo il tempo delle bestie? Amano raccontarsi così. Noi intanto raccontiamo le aspettative attraverso un giudizio dal carattere interessante, in attesa di un vero album studio.

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Necrodeath

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Fanno parlare di sé puntuali come un orologio svizzero. Chi? I Necrodeath, storica band Thrash/Black nostrana, portabandiera della musica estrema made in Italy. Con gran piacere abbiamo l’onore di scambiare due chiacchiere con la band. Tra una curiosità e l’altra siamo riusciti a strappare qualche interessante informazione sul gruppo e sul loro nuovo disco The 7 Deadly Sins.

Ciao ragazzi e bentornati su Rockambula. Direi di cominciare l’intervista parlando del vostro nuovo disco intitolato The 7 Deadly Sins. Dove è stato registrato e con quali produttori avete lavorato?
PESO: Ciao a tutti. E’ un lavoro tutto . Due anni di composizione, pre-produzioni all’interno del nostro studio MusicArt (www.musicart.eu), registrazioni e missaggi tutti sotto la supervisione del nostro Pier, a parte il tocco finale del fido Giuseppe Orlando che ci segue da anni ormai nelle nostre produzioni. La masterizzazione invece l’ abbiamo affidata a Simone Mularoni a San Marino.

Delle fasi di registrazione e di mixaggio cosa ci dite, come si sono svolte?
PESO: Come sempre cominciando a registrare la mia batteria, poi seguono tutte le chitarre. Sono quattro tracce di ritmica, due per ogni canale: la solita e l’acustica per gli arpeggi. Finito il grossi lavoro di Pier Gianluca si aggiunge il basso, infine Flegias inserisce la sua voce. Abbiamo fatto tutto in maniera molto diluita nel corso dei due anni di produzione. Avendo ora uno studio personale possiamo lavorare con calma senza stress e arrivare al risultato finale che riteniamo ottimale senza fare le corse.

Mentre riguardo alle tematiche è assodato che vi rifate ai peccati capitali. Ma come mai avete scelto questo argomento, che significato hanno per voi i 7 peccati capitali?
FLEGIAS: Niente di personale, tranne per il fatto che siamo tutti peccatori e quindi conosciamo bene l’argomento. Semplicemente volevamo dare un supporto lirico alla violenza sonora di quest’album e i sette peccati capitali ci sono sembrati la cosa migliore.

Dando uno sguardo al passato c’è qualcosa che cambiereste? Magari una scelta piuttosto che un’altra?
PESO: No nessun rimpianto sulle scelte effettuate in passato.

Invece della collaborazione con la show girl Mila Ramos cosa ci dite? Come è nata?
FLEGIAS: E’ una nostra amica nonché fan del gruppo. La conosco perché abitiamo nella stessa zona e spesso mi chiede consigli sulla musica da adottare nei suoi spettacoli. E’ stata lei a propormi la collaborazione: sapeva che stavo lavorando all’artwork dell’album, e ha voluto darmi il suo supporto che abbiamo accettato più che volentieri.

Avete partecipato al Metal Camp Sicily. Ai vostri occhi come vi è sembrata la riposta del pubblico? C’era affluenza e possiamo dire che il Sud Italia ha qualche speranza con i Festival?
GL: Il Metal Camp Sicily è stato un bel festival e come sempre il pubblico siciliano ha risposto al nostro show con tutto il suo calore… quindi siamo soddisfatti di come è andata. Comunque, indipendentemente dall’affluenza o meno del pubblico, chi ha organizzato un evento del genere in un luogo apparentemente ostile alla musica estrema, riuscendo ad attirare quindi l’attenzione degli appassionati del genere, merita tutto il nostro appoggio.

Sempre riguardo al Metal Camp Sicily, come vi siete trovati con l’organizzazione, siete rimasti soddisfatti? Dareste un parere generale al festival?
GL: Dal mio punto di vista è stato un festival ben organizzato sia per la location che per le band che hanno partecipato, ci siamo divertiti e c’è stata l’occasione di rivedere amici e di stringere amicizia con altri musicisti, quindi mi auguro che ci siano molte altre edizioni del Metal Camp Sicily!

Pare che questa volta in Sicilia non ci siano state complicazioni con associazioni religiose e quant’altro. Ricordo ancora quel brutto episodio al Sikelian Hell Festival. Per caso vi è accaduta qualche altra scocciatura simile negli ultimi anni?
GL: Beh… non voglio commentare quanto accaduto per il Sikelian Hell Fest….si altre volte in passato sono accaduti episodi del genere. Penso che chi ha dei pregiudizi nei nostri confronti sicuramente non ci conosce personalmente e non conosce neanche la nostra musica
.

Farete una pausa prima di riprendere il nuovo tour? Come vi siete organizzati, magari ci dite cosa faranno o cosa hanno fatto in vacanza i Necrodeath?
PESO: Non ci sarà nessun tour di supporto a questo album ma solo date pianificate nei weekend. Perciò rimanete sintonizzati sul nostro sito ufficiale www.necrodeath.net dove potete trovare ogni aggiornamento sui concerti.

Bene ragazzi l’ intervista si chiude qui, concludete come meglio vi pare….
PESO: Grazie a voi per il tempo e il supporto che ci dedicate ad ogni nostra uscita. Ci vediamo in giro.

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“Dei per Sempre”, il nuovo singolo dei MasCara

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Il brano assomiglia ad un lungo viaggio in piena notte fra le pieghe di una città. Le linee della metropolitana, i palazzi illuminati e le autostrade deserte. Un sogno metropolitano, oscuro e in costante tensione, nel tentativo di ricreare un senso di oppressione e di fuga. Un ambiente a metà strada tra Ghotam City e i paesaggi desolati in doppia esposizione di True Detective.

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Il disco d’esordio di Cadori su Bandcamp

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Il disco d’esordio di Cadori, intitolato semplicemente Cadori. Il debutto del cantautore bolognese d’adozione è acquistabile scrivendo direttamente a lui (cadori.band@yahoo.it) e anche su Bandcamp (https://cadori.bandcamp.com), mentre dal 10 novembre verrà pubblicato in tutti gli store digitali. Cadori inoltre verrà presentato live il 20 novembre al Cortile Cafè di Bologna.

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Finistère – Alle Porte della Città

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L’esordio dei Finistère sa di caramella senza marca, un gusto dolce e comodo che non riesci a collegare ad un nome, ad un’immagine, ad un’identità precisa. In Alle Porte della Città i quattro lombardi suonano un Pop Rock di matrice Indie che non si inventa granché, anche se riesce a piazzare qualche discreto colpo d’orecchiabilità e melodia. Carina la scelta delle due voci che armonizzano costantemente, anche se in qualche caso questa soluzione fa suonare alcune linee melodiche come eccessivamente artificiose: le rende spigolose e quasi meccaniche (“Lo So che Mi Odi”). Testi per la maggior parte ininfluenti, storie dipinte con pennellate che sembrano frettolose, generiche, confuse. C’è la voglia di raccontare, ma immersa in un’indeterminatezza che disorienta. Si poteva fare qualcosa di più.

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L’Officina della Camomilla – Senontipiacefalostesso Due

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La band-giocattolo brainchild di Francesco De Leo torna ad un anno di distanza dall’esordio con il seguito, Senontipiacefalostesso Due, titolo esplicitamente strafottente e che già dà l’idea di quell’arroganza bambinesca e sognante che sorregge tutto l’immaginario de L’Officina della Camomilla. Più che il seguito del primo disco, comunque, Senontipiacefalostesso Due è considerabile come una sua seconda parte, e ne prosegue il discorso in modo omogeneo (è cosa nota che il repertorio de L’Officina sia pressoché infinito, e che lo sia stato già da prima dell’uscita su Garrincha). Abbiamo anche qui due direttrici che fanno da scheletro ai quindici brani del disco: un cantautorato giocattolo, naif, fatto di chitarre acustiche, arpeggi, pianoforti che gocciolano, archi malinconici, tastiere e synth; e un Post-punk indie dalle chitarrine acide e la batteria pestata, distorsioni spuntate da forbici arrotondate. Personalmente riesco a farmi convincere più dal primo dei due mood (“Piccola Sole Triste”, “E Londra e Londra”, “Gentilissimo Oh”, “Bucascuola”) che dal secondo, che mi sembra un po’ più paraculo, come se fosse un vezzo più superficiale (anche se, ogni tanto… per esempio, “Rivoltella”). In ogni caso, l’asso nella manica del quintetto è la voce di De Leo, e quando scrivo “voce” non intendo solo il timbro vocale e lo stile canoro, ma tutto il punto di vista, ingenuo e tagliente, meravigliato e cinico, spensierato e lunare, malinconico e ironico assieme. È su questo fulcro che gira tutta la band, e se non sapete farvi trascinare dai flussi di in-coscienza di questo “bambino stronzo” allora per voi ascoltare L’Officina della Camomilla sarà piuttosto una tortura che uno strano, vergognoso piacere. Che possa convincere o meno, De Leo si è creato un mondo, fatto di nazipunk e kebabbari, campi a grancassa, gente col labbro spaccato e meringhe e lexotan, biciclette e squatter, licei che sembrano fabbriche, muri che sbavano… uno stile inconfondibile, che per forza di cose divide in estimatori e bestemmiatori. Io, mio malgrado, mi trovo nel primo gruppo, ma sarò capace di lasciarmi andare senza sensi di colpa solo quando riusciranno a perdere la strafottenza indie sopra le righe, ché sembra sempre che debbano strafare per convincerci a schiaffi (“Biciclettapirata”, “Ho Visto un Nazipunk sul Tram”), quando potrebbero tranquillamente sussurrare storie nella penombra e farci innamorare perdutamente (“quella giovane donna appartiene a nessuno, e a nessun altro”). Spero, ardentemente, nel loro invecchiare.

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La Band della Settimana: Cronaca e Preghiera

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Cronaca e Preghiera nasce nel gennaio 2013 da un’idea di Francesco Salvadori e Giuliano Billi. Cronaca e Preghiera si dà un anno di tempo per portare a ebollizione un calderone di spunti: le musiche e i film di David Lynch, la vita di provincia, il Blues della metropoli, il lato oscuro del vivere quotidiano, la pornografia, il cattolicesimo, le riviste da parrucchiere. Nella primavera 2014 partono i lavori per la produzione dell’omonimo album di debutto, che vede la luce in ottobre, col supporto del management di Astarte Agency. Il video di “Condominio” è il primo estratto dal disco omonimo.

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