Gennaio, 2014 Archive

La Band della Settimana: His Electro Blue Voice

Written by Novità

Sono in tre e arrivano da Como. Si chiamano His Electro Blue Voice e sono la nostra nuova band della settimana, la prima vera e propria del nuovo anno. Francesco Mariani, Claudia Manili, Andrea Napoli, questi i nomi dei ragazzi che hanno dato vita a questo progetto tutta potenza ed energia, che spazia efficacemente tra Noise, Rock Sperimentale, Dark, Garage, Punk e quant’altro. Proprio nel 2013, addirittura per la Sub Pop, arrivano al loro primo album full length, Ruthless Sperm. Una grande band che ha ancora tanto da dire.

Bandcamp
Facebook

Read More

AltrocheSanRemo Volume6, si torna a fare sul serio!

Written by Senza categoria

Come promesso, finite le feste torna il nostro minicontest AltrocheSanRemo Volume6. Per chi non lo sapesse, il regolamento è talmente semplice che chiamarlo regolamento è da megalomani. 10 brani di 10 band diverse in ascolto sulla nostra home per 1 mese, da oggi fino al 7 febbraio alle ore 22:00. Chi entra sul sito può votare i suoi brani preferiti (anche più di 1, senza limiti, contemporaneamente) tramite il sondaggio posto nella parte alta della homepage. Potete votare ogni volta che avviate una nuova connessione ma mai più di una volta al giorno. Ovviamente il tutto sarà monitorato e, senza eccessiva rigidità perchè ci fidiamo della correttezza di tutte le band partecipanti, saranno escluse quelle che si renderanno protagoniste di violazioni al regolamento palesi ed eclatanti.

Alla fine del mese, vince chi ha più voti. In premio 1 intervista e/o recensione + eventuale indicazione come band della settimana, eventuale video della settimana e banner pubblicitario per circa 1 mese.

In bocca al lupo. Ecco le band che potrete ascoltare e votare questo mese.

Ångström: Una ricerca nello spettro del visibile e dell’udibile che spazia dal semi acustico all’elettrico senza soluzione di continuità.
Coconuts Killer Band: band di Chieti che unisce Rock’n Roll, Punk, Garage e Blues. Una botta di adrenalina.
Funkin Donuts: il perfetto connubio tra glassa e Funk, tra zuccheri polisaccaridi e Rock, tra obesità e sordità.
Le Porte Non Aperte: una bomba Prog’n Roll in sei elementi.
Les Enfants: quartetto Pop/Rock milanese giovane ma non proprio inesperto.
Mooth: da Pavia un quartetto Noise Rock, che mescola Hardcore e Sludge, con influenze più cupe e pesanti sulla falsa riga del nuovo Math, con testi in inglese riflessivi ed autocritici.
Push Button Gently: nato come un progetto basato su improvvisazione, composizione e registrazione col tempo diventa una band capace di guardare anche al lato melodico della musica.
Teresa Mascianà e i Donatori D’Organo: l’unica vera e propria cantautrice del gruppo.
Twomonkeys: elettronica in bilico tra danze psichelediche e sperimentazione rumoristica.
Vote for Saki: gruppo rock marchigiano attivo dal 2005, caratterizzato da forti radici blues.

Read More

laMalareputazione – Panico

Written by Recensioni

laMalareputazione, con la minuscola ché ci tengono, escono con il loro secondo disco, Panico, e ne fanno una sorta di concept un po’ oscuro su “le contraddizioni della vita, che si incastra in una routine, uno schema di gesti ripetuti quasi a diventare ossessivo compulsivi, come a voler scacciare il pericolo di un attacco di panico, dovuto proprio all’incapacità di avere tutto sotto controllo”. Lo impacchettano in un Rock Cantautorale senza troppi guizzi, riuscendo solo parzialmente a mescolare un impianto che vorrebbe apparire “colto” con un’energia neanche troppo graffiante, dal filo forse consunto, comunque troppo morbida e prevedibile per scuoterci dal torpore cantilenante che predomina (ci provano: ogni tanto appare una chitarra ruvida, una batteria meno ovvia – “Irene e il suo Cavallo” – ma l’esperimento riesce poco).

Panico suona come i Negramaro senza Giuliano Sangiorgi, o come dei Modà che però apprezzano Modigliani (il dittico “Il Talento di Modigliani” e “Parigi” è dedicato proprio all’artista) e citano Jean-Luc Godard (“Conosco il Tuo Segreto”). Questo non vuol dire che suoni male, intendiamoci: è un disco fatto con tutti i crismi, e laMalareputazione ne esce a testa alta, almeno per quanto riguarda l’aspetto dell’esecuzione e della composizione più puramente tecnico. Ma a Panico mancano le ali, manca il salto, quello vero, che ci farebbe stringere lo stomaco e appannare lo sguardo: paga lo scotto di un’eccessiva codardia (musicalmente parlando), che lo rende noioso e floscio (vedi “La Folle Corsa”, primo singolo, o “Ora che è Semplice”). Ci sono degli spunti molto interessanti (“La Parte Più Sana” ha degli attimi che forse sarebbe bello vedere sviluppati altrove: sarà che qui non fanno finta di voler fare Rock, abbracciando invece un sound più rarefatto, più lieve), ma nel complesso il secondo disco de laMalareputazione scorre abbastanza innocuo, ed è un peccato, date le indubbie capacità della band. È triste dirlo, ma di dischi del genere non abbiamo proprio bisogno.

Read More

Chiara Jerì e Andrea Barsali – Mezzanota

Written by Recensioni

Questo che vi presento oggi è un duo, voce e chitarra, formato da Chiara Jerìe Andrea Barsali. Chiara si presenta come una pulce con la tosse… che non può impedire a se stessa di comprendersi cantando… e scrivendo le sue storie. Cantante nel trio acustico Fouve 010, interprete anche e soprattutto nel lavoro discografico Mobile Identità del 2009 e successivamente anche autrice con il brano “Notturno dalle Parole Scomposte” che la porta a vincere il concorso “Un Notturno per Faber” e all’apertura dell’album Mezzanota, uscito il 22 febbraio 2013, con la collaborazione del chitarrista Andrea Barsali, trasversale nei generi, con un bagaglio di esperienze che spazia dalla musica classica al Rock, dal Folk al Pop cimentandosi in numerosi repertori.

Quindi con Mezzanota i due musicisti si tuffano a capofitto in un mondo, quello della canzone d’autore, che entrambi conoscono molto bene. Tutto creato in un’atmosfera intima e genuina grazie anche a quei brani che fanno la storia della musica italiana da “La Donna Cannone” di Francesco De Gregori, passando per “Canzone II” di Pippo Pollina e “Fino all’Ultimo Minuto” di Piero Ciampi. Insomma grandi autori e grandi storie che le nuove generazioni certamente dovrebbero riscoprire e conoscere, soprattutto per apprezzare a pieno le innumerevoli influenze che questo album contiene. Influenze che giocano ruoli importanti nei loro brani inediti come in “Amore Mio Hai Ragione” primo brano dolce e soffuso giocato tra gli arpeggi e una voce colloquiale e molto profonda. Attese e sospiri creati dal tremolo ne “La Ballata della Ginestra” e un lungo e bell’arpeggio che apre “Notturno dalle Parole Scomposte”, brano citato sopra, vincitore di “Un Notturno per Faber”. “Innesco e Sparo” invece cambia un po’ le atmosfere, qui più cariche ma sempre piene di significato.

Insomma questo è un lavoro molto gradevole che passa a pieni voti tra il cantautorato tradizionale e la musica classica proprio come l’ultimo brano che non si chiude con un punto, con una fine decisiva ma con un lungo “Vorrei” e una chitarra che si prende spazi considerevoli per dialogare amabilmente con l’ascoltatore, che in ogni caso riuscirà a trovare un suo qualcosa nella musica di quest’album.

Read More

Lantern – Diavoleria

Written by Recensioni

Si può solo tentare di essere brevi con i Lantern, non fosse altro per rispetto della loro estrema capacità di sintesi. Ficcare in otto brani, la cui durata media si attesta sui due minuti o poco più, un’ansia comunicativa intensa e ruvidissima, e insieme una capacità d’analisi anche, a sorpresa, poetica e sensibile: questo il ragguardevole traguardo che riesce a raggiungere Diavoleria, il loro primo album. “Annunciando il nostro oblio abbiamo progettato la nostra solitudine. Come astro-ingegneri edifichiamo mondi e varchi siderali. Non ricordo le facce, confondo le storie di serate passate a dimenticare di fingere di volere ogni cosa diversa da te”. Si apre così Diavoleria (“Inferno a Rotta di Collo”) e già constatiamo un gusto e una leggerezza sorprendenti, che si mescolano (emulsionano, sarebbe la parola adatta) con un mare di schiaffi sonori, distorsioni vibranti, batterie devastanti.

Il disco, nelle sue otto tracce, racconta spiragli di mondo, ci prende allo stomaco, ci scuote, ci racconta attimi, adolescenze, sogni, fallimenti (altro che I Cani). Ci dice tanto, con pochissimo: “Nasciamo nudi moriamo in stracci argento e lustrini e sangue e sangue” (“Il Segreto Delle Ragazze”); “Se non inventiamo più il mondo, che resta? Dimmi, che resta? Ora che tutto è svanito e lo scheletro sotto la roccia sono io, che ho sempre creduto non lo saprai mai” (“Mucchio d’Ossa Cobberpot”); “Cerco nuove gocce nel mare, faremmo prima a lasciarci annegare” (“L’Invincibile S50”). C’è ancora qualcosa da pulire, è vero: ogni tanto si cade nell’autocommiserazione, quasi compiaciuta, nella storiella da ricatto emo-tivo. Ma è una macchia accettabile in un dipinto dalle pennellate così furiose, così dense. I Lantern accompagnano le loro vicissitudini con un impianto feroce, intenso, caldissimo. Voci sgolate, attimi di vuoto ad intervallare colpi sotto la cintura, unghie alla gola, tensione e sudore di un Post Hardcore molto convincente. Come spesso accade quando si parla di questo genere di musica, ogni tanto si subisce una dissociazione tra la leggerezza (in senso calviniano) delle liriche e la pesantezza dell’impianto vocale, che avanza per la sua strada e avrebbe lo stesso impatto anche cantando grammelot e facendoci comunque leggere quei testi su un foglio, a fine corsa. È, credo, l’unica cosa che impedisce ad un gruppo del genere di diventare veramente popolare (per il resto, c’è proprio tutto: storie, intensità, carica generazionale, e, miracolosamente, un buon grado di orecchiabilità, non orecchiabilità Pop, ovviamente).

Un buonissimo disco d’esordio, inframmezzato da estratti da “Crimini e Misfatti” di Woody Allen su religione ed etica, che ci fa vedere in controluce uno spessore ricercato e quasi raggiunto. Uno spessore di cui c’è un grandissimo bisogno, e che speriamo i Lantern proseguano nel ricercare anche nel futuro, regalandoci un seguito più focalizzato ma altrettanto sincero. Glielo auguriamo (e ce lo auguriamo) con tutto il cuore.

Read More

ESCE PER LA BLACK VAGINA RECORDS LO SPLIT TOP HAT SISTERS/BLUE DEAN CARCIONE

Written by Senza categoria

“La Black Vagina Records ha deciso di regalare ai propri affezionati discepoli una succulenta anticipazione del graziosissimo split che vede protagoniste le belle ed autorevoli Top Hat Sisters, gruppo creolo formato da Annette e Francine (ukulele e washboard) e l’eroe del mondo rurale Blue Dean Carcione, reincarnazione di Jeremiah P. Cochran, ricco magnate delle ferrovie originario dell’Oklahoma.

Trattasi della prima produzione in vinile (45 giri) presentata il 21 dicembre in un’elegante confezione ricavata da buste del pane, non certo per mancanza di fondi ma perché il rustico quest’anno va molto, così dicono. Lo split Top Hat Sister/Carcione, presente sin da ora in formato digitale, rigorosamente in free streaming e free download su Bandcamp (a questo link) nasce da affinità elettive venute alla luce durante una gara di bevute tenutasi nel porto di Coatzacoalcos. Avendo guadagnato il podio, scatenando così le ire dei cartelli della droga messicani che li davano perdenti, i nostri sono costretti a cercare rifugio nella stiva di una nave merci diretta verso l’Italia.

È durante questo viaggio clandestino che nascono i pezzi “Il Cilindro e la Valigia” e “Lose Control”, registrati presso gli HD Mobile Studios di Perugia. I due brani, scritti rispettivamente da Top Hat Sisters e da Carcione, narrano con punti di vista opposti le difficoltà coniugali di una tipica coppia medio-borghese: lui grigio impiegato del catasto, privo di aspirazioni e interessato solo alla tutela del suo riposo notturno; lei casalinga con aspirazioni da starlette, insoddisfatta, musicista dilettante contro il volere del marito – del quale, per l’appunto, minaccia costantemente il riposo. Risulta evidente l’ispirazione ai drammi di Ibsen e alla letteratura mitteleuropea del primo scorcio del ‘900, anche se la gravità dei temi è stemperata dalle note lievi di ukulele e fisarmonica, dal saltellante accompagnamento della washboard, e dalle voci memori di una tradizione americana che va dal ragtime e il tin-pan-alley, attraversando Blues, Soul e Rockabilly, fino agli anni 60.”

Read More

Rockambula partner del Pending Lips Festival. Aperte le iscrizioni!

Written by Senza categoria

Pending Lips nasce come rete sotterranea di resistenza e realtà parallela di controcultura. E’ richiamo alla vita libera e alla consapevolezza dell’istante.
E’ la scoperta di sé stessi, della vita on the road e della coscienza collettiva.
E’ “un gruppo di bambini all’angolo della strada che parlano della fine del mondo”.
E’ espressione del sottosuolo musicale che rifugge paillettes e lustrini.
Pending Lips è merito ed ossigeno.

Nuova immagine (1)

L’intento collettivo è quello di proseguire nel segno della continuità rispetto all’enorme riscontro, in termini di pubblico e richieste d’iscrizione, riscossi nelle prime due edizioni, aggiungendo importanti tasselli, ampliando il numero delle band partecipanti e incrementando il numero e l’importanza di premi e riconoscimenti, nell’ottica di alzare sempre di più l’asticella e offrire un’opportunità concreta e irrinunciabile alle band del territorio.

La cornice del Maglio, cuore pulsante della storica zona industriale di Sesto, ospiterà le serate della fase contest, rispettivamente suddivise in Eliminatorie (24 febbraio, 10 marzo, 17 marzo, 24 marzo e 7 aprile) e Semifinali (14 aprile, 28 aprile e 5 maggio), in cui si daranno battaglia i migliori progetti musicali emergenti con lo scopo di ottenere l’accesso alla Finale (12 maggio) e giocarsi la vittoria.

Il vincitore avrà la possibilità di registrare gratuitamente un singolo presso un importante studio di registrazione milanese (HM Studios di Cornaredo), di avere quest’ultimo in rotazione sulle frequenze nazionali di Radio Popolare, di ottenere tre mesi di pacchetto promozionale gratuito (ufficio stampa, promozione, booking) messo a disposizione dall’agenzia Costello’s e di mettersi in mostra infine, all’interno della prestigiosa cornice del Carroponte, al fianco di una band di grande rilievo sul piano nazionale e/o internazionale.

Nuova immagine (2)

Il tutto sarà condito poi da numerosissimi altri “premi speciali”, recensioni, live report ed interviste, possibili grazie alle innumerevoli partnership con importanti webzine (tra cui Rockambula) musicali, quotidiani e radio nazionali e locali.

Le iscrizioni sono aperte da oggi, 07/01/2014, fino al 17/02/2014.
A questo link tutte si possono scaricare regolamento, modulo d’iscrizione, info sulla giuria, info sui premi e partners, e i volantini:

Troppo spesso le scelte che la realtà propone sono tali da togliere il gusto di scegliere. Pending Lips è utopia ed eccezione. “Pendiamo dalle vostre labbra

Sulla pagina Facebook trovate tutto quello di cui avete bisogno.

Facebook

Read More

Beppe Malizia e I Ritagli Acustici

Written by Interviste

Il Rap italiano non è quello che vedete su Mtv; su strade più o meno battute camminano artisti capaci, dopo tanti anni dalla genesi del genere, di riscoprirne alcuni dei valori fondamentali, musicisti in grado di ridare al Rap la dignità che merita, scavando nella sua essenza. Signore e signori, Beppe Malizia e I Ritagli Acustici.

Ciao ragazzi, come state?
Ics!

Mi permetto di iniziare con una domanda banalissima ma non posso non farvela. Beppe Malizia posso capirlo, ma I Ritagli Acustici che diavolo di nome è?
I ritagli acustici sono la prerogativa di questo progetto, perché in tutti i brani ci sono collaborazioni con musicisti differenti che hanno partecipato alla stesura musicale cantando o suonando strumenti diversi sui campioni assemblati da Beppe e prestando il loro operato, a loro volta come veri e propri “campioni”, al libero arrangiamento della produzione; ognuno di loro é stato uno dei ritagli acustici del progetto. In poche parole “ritagli acustici” é stata un’ esigenza di produzione e vuole diventare l’attitudine del gruppo. Poi suonava bene!

Da dove viene questo progetto (possiamo chiamarlo cosi?), quale è la sua storia, la sua genesi e dove pensa di poter arrivare?
Questo progetto (fai bene a chiamarlo così) è figlio di una collaborazione nata nel 2010 fra Beppe Malizia e il produttore Andrea Narratore, nello studio di quest’ultimo, il Bunker Café, studio dove fino a poco tempo prima Beppe ha registrato tutta la sua produzione musicale, antecedente quella dei Ritagli Acustici, fin dal 2002, sotto lo pseudonimo di Matiz Mc e, per il momento, la meta è sempre il disco a divenire.

Musicalmente siete molto vicini agli artisti che avete affiancato sui palchi italiani, da Frankie Hi Nrg a 99 Posse, da Mondo Marcio a Brusco. Eppure suonate comunque tanto diversi. Quanto Rap c’è nella vostra musica e cosa vi distingue dagli altri?
Il Rap é il comun denominatore di tutti i brani, per quanto riguarda questo progetto, e si distingue dagli “altri” per le caratteristiche capacità di adattamento ai diversi arrangiamenti musicali, un po’ come hanno fatto i Movits! in Danimarca.

Nello specifico, come descrivereste la vostra musica, quale ne è il suo processo creativo?
Ricollegandoci alla domanda precedente il rap nella nostra musica è proprio un processo creativo e, nonostante l’uso di musicisti, il workflow produttivo si discosta molto da quello di una band.

Oltre a I Ritagli Acustici, Beppe Malizia si fonde con The Acousticutz. Chi sono costoro?
The Acousticutz è stata una band nata circa tre anni fa, dall’esigenza di poter suonare live questo disco, anche all’infuori dei soliti spazi dedicati al Rap, di cui sopra. Questa formazione, cambiata ed evolutasi nel tempo, è ora la base dei Ritagli Acustici.

Quale ruolo avete occupato nel panorama indipendente italiano? Riuscite a vivere solo di musica?
Non viviamo di ruoli e non moriamo di musica. Lavoriamo per mantenerci e manteniamo la nostra musica. Stiamo investendo su noi stessi e non è detto che smetteremo mai di farlo.

Oggi sembra che le band emergenti possano imporsi solo attraverso le esibizioni dal vivo eppure, in alcune realtà, suonare live è diventato quasi impossibile. Locali minuscoli e non strutturati per la musica, impongono spesso situazioni fuori dalla consuetudine della band (come unplugged) a cachet ridottissimi, magari pretendendo anche che sia la band a fare promozione. Come uscire da questo tunnel?
Se parliamo di soldi, parliamo di commercio e quindi non più di musica fine a se stessa. Dunque a domanda segue risposta e di conseguenza molti gruppi dovrebbero suonare in spazi creati più per fare musica che per vendere aperitivi. Se non si porta un servizio non è giusto essere pagati. Quindi, per quanto riguarda gli spazi culturali, dovrebbero essere di più e meglio sostenuti, e chi vi suona essere ripagato anche dalla possibilità d’esprimersi in determinati contesti mentre, per quanto riguarda gli spazi commerciali, questi seguono la domanda ragion per cui il musicista che vuole camparci deve fare in modo di essere l’offerta, promozione compresa.

Tuttavia credo che sia anche giusto che la band si renda capace di crearsi un seguito; perché un locale dovrebbe spendere mille euro per un artista se poi non viene nessuno a vederlo? Come riuscite voi a crearvi un pubblico?
Da questo tunnel non se ne esce se non evitando d’entrarci. La band che non porta trecento persone non deve prendere mille euro, indipendentemente dalle capacità tecniche. Noi solitamente ne portiamo molte meno e infatti veniamo pagati molto meno. Quando non ne portiamo suoniamo anche gratis e, per suonare in un bel posto pieno di gente che non abbiamo portato noi, siamo disposti anche a pagare. Basta mettersi d’accordo prima del tunnel.

Molti collegano questo problema alla crescente presenza sulla scena di pseudo Dj e Tribute Band, capaci di riempire i locali senza troppi sforzi. Quanta colpa hanno loro? Veramente alla gente non frega nulla della Musica (con la M)?
Dj e cover band han solo la colpa di vendere il prodotto giusto e, credo, non con pochi sforzi e pochi investimenti. Chi invece dedica studio e creatività alla composizione della Musica (con la M maiuscola), non dovrebbe farlo per soldi.

Altra questione da affrontare è quella dei Talent Show. Non voglio mettere in dubbio il loro valore nella creazione di spettacolo e monetizzazione (le case discografiche hanno trovato la loro gallina dalle uova d’oro) ma piuttosto mi chiedo. Come fare per evitare che lo show venga confuso con la Musica? Come far capire ad un diciottenne pieno di talento che per arrivare in alto, la strada migliore non è quella di X Factor, che anzi può rovinarti per sempre?
Sia nel caso dei Talent Show che in quello della musica tradizionale o indipendente, la ricerca del successo comporta gli stessi rischi o le stesse scorciatoie; ciò che cambia è solo la rapidità con cui il processo si svolge. Un diciottenne PIENO di Talento non ha di questi problemi. Più talenti ai Talents.

Tornando a voi e parlando di talento. Cosa significa questa parola? Pensate che abbiate più talento o più cose da dire o i due concetti sono legati tra loro?
Il talento é una particolare predisposizione a fare una determinata cosa quindi, finché avremo qualcosa da dire ci toccherà farlo.

Perché in Italia sappiamo fare cosi bene Musica Leggera ma siamo quasi incapaci a fare Pop?
Ormai non crediamo più che sia così.

Che strada avete scelto per promuovere la vostra musica, trovare date, vendere cd, ecc…?
Dal digitale al territorio passando per Facebook, Twitter, Myspace, Souncloud, iTunes, Youtube, website, web radio, radio, riviste, webzine, associazioni, circoli, comuni, festival e rassegne. Ci manca solo l’agenzia ma stiamo valutando.

Di cosa parlano le vostre canzoni? E pensate che nel Rap come nella musica cantautorale i testi abbiano o debbano avere un ruolo più pesante che in altri generi, ovviamente non strumentali? La musica non dovrebbe parlare prima attraverso le note che le parole?
Le nostre canzoni parlano di bianco e di nero, di vita e di morte, di schiavi e di padroni, di odio e di amore. L’equilibrio della bilancia fra parole e musica per noi non ha regole. Balla di qua è di la.

Cosa vi distingue dalla nuova ondata di rapper per ragazzine, Emis Killa e tutti gli altri?
Ci distingue da questa ondata il fatto di non farne parte, per età innanzitutto e poi per tutto ciò che per età ne consegue.

Chi vive per la musica deve veramente inseguire il successo?
La nostra esigenza è quella di costruire la cosa migliore per le nostre capacità e rispetto ai nostri canoni e gusti, se sarà di successo tanto meglio, forse.

Nella scena Rap Underground di nomi ce ne sono tanti, alcuni validissimi come gli Uochi Toki, altri meno. Fate qualche nome, escluso quello di Beppe Malizia.
Non facciamo parte della scena Rap underground, ci escludiamo a priori, escluderei tanto più i Uochi Toki da qualsiasi etichettatura. Potremmo suggerire Kaos e Colle der Fomento, se si possono ancora considerare underground.

Fatevi un po’ di promozione. Un nuovo album dopo Bianco e Dal Cilindro, tanti  video e che altro in programma?
Un altro nuovo album, altri nuovi video e un nuovo sound, il tutto anticipato da un singolo rimasto nel cassetto con tanto di video ad illustrazioni.

A proposito, so che i tanti video non sono frutto del caso. C’è un filo conduttore che li lega. Spiegateci di che si tratta. E poi, come siete riusciti a far patrocinare i video di un rapper dal comune di Acqui Terme?
Abbiamo la fortuna di poter girare i video noi stessi avendo a disposizione il team bunker@work in casa. Il filo che li lega poi non è così spesso. In realtà sono legati gli uni agli altri da tante piccole scelte prese a priori: colore bianco e nero, location, personaggi del territorio, oggetti di scena e comparse dovevano ricorrere in più video. In più, invece che girare e montare ogni singolo video come al solito, prima li abbiamo girati tutti (ci son voluti 6 mesi) dopo di che siamo passati al montaggio.
Riguardo al patrocinio, beh, è bastato mostrare il nostro progetto e chiedere…

Ditemi quello che avrei dovuto chiedervi e non vi ho chiesto. Poi, se volete rispondetemi.
Vi ritenete più musicisti, cantautori, rapper o altro?
Risposta: ALTRO!

Ringraziamo Silvio Pizzica e tutta la redazione di Rockambula.

Facebook Band

Read More

Prosegue il Tour de I Cani

Written by Senza categoria

Dopo la pausa per le vacanze natalizie, riprende il tour de I Cani per la presentazione dell’album Glamour. I ragazzi si esibiranno su e giù per l’intera penisola, fino a primavera. Di seguito le date:

29 GENNAIO – PADOVA – ALTA FEDELTA’ C/O GEOXINO
7 FEBBRAIO – CESENA – VIDIA ROCK CLUB
13 FEBBRAIO – TERNI – QUEENCY CLUB
15 FEBBRAIO – MILANO – MI AMI ANCORA
21 FEBBRAIO – VERONA – AUDITORIUM MALKOVICH
22 FEBBRAIO – COLLE VAL D’ELSA (SI) – SONAR
27 FEBBRAIO – PALERMO – I CANDELAI
28 FEBBRAIO – CATANIA – CENTRO CULTURE CONTEMPORANEE ZO
7 MARZO – TANETO DI GATTATICO (RE) – FUORI ORARIO
21 MARZO – MARIANO COMENSE (CO) – IL CIRCOLO
22 MARZO – TREVISO – NEW AGE CLUB

Read More

Is Tropical in Italia

Written by Senza categoria

l trio londinese aveva sorpreso tutti con il loro Native To, uscito due anni fa per Kitsunè. Ora, dopo un EP e aver messo mano a tanti remix e produzioni, i tre scapestrati di Londra tornano in Italia con il seguito di quell’album d’esordio, dal titolo I’m Leaving, che con il primo singolo ufficiale “Dancing Anymore” ci ha fatto ripiombare in atmosfere dance anni 70/80, precedendo di qualche giorno il ciclone Daft Punk e conquistando subito il cuore dei patiti dei dancefloor. La band sarà in Italia il 21 marzo al New Age Club di Roncade (TV) e il 22 marzo al Circolo Magnolia di Segrate (MI).

Read More

Boxerin Club: album e tour

Written by Senza categoria

Gli italianissimi e giovanissimi Boxerin Club hanno un disco in uscita il prossimo 10 gennaio: Aloha Krakatoa sarà nei negozi di dischi e in tutti gli store digitali. L’album, prodotto da Bomba Dischi con distribuzione Audioglobe, è stato registrato interamente all’Abnegat Studio di Vicenza con la produzione artistica di Marco Fasolo dei Jennifer Gentle. Per la presentazione del loro esordio discografico, la band sarà impegnata in un fitto tour a partire dalla metà del mese. Di seguito le date:

GENNAIO
17 gennaio 2014 – Palestrina (RM) MenteLocale
18 gennaio 2014 – Roma Circolo degli Artisti
24 gennaio 2014 – Avellino Why Not
25 gennaio 2014 – Napoli Georg Best M&F

FEBBRAIO
05 febbraio 2014 – Pesaro Dalla Cira
06 febbraio 2014 – Urbino Ubik
08 febbraio 2014 – Monteurano (FM) Cafè la Piazza
15 febbraio 2014 Frascati (RM) – Red Fox – acoustic show
19 febbraio 2014 – Perugia TBA
26 febbraio 2014 – Milano Magnolia
27 febbraio 2014 – Torino Blah Blah
28 febbraio 2014 – Firenze Tender

APRILE
05 aprile 2014 – S.Benedetto del Tronto – Magazeno
06 aprile 2014 – Ferrara – Zuni

Read More

Madaus – La Macchina del Tempo (Disco del Mese)

Written by Recensioni

Il nuovo anno è sempre un rischio, o meglio, una roulette russa senza precedenti. Vero che lasciamo dietro le spalle tanta merda ma con gli anni ho imparato che al peggio non c’è mai fine. Il nuovo anno in musica arriva alle mie orecchie tramite l’esordio discografico dei Madaus che propongono un concept dedicato alle tante sfaccettature dello scorrere del tempo chiamato (appunto) La Macchina del Tempo. Il disco parte subito in maniera eccelsa con “100 Cani”, la voce di Aurora Pacchi impazzisce il mio stato d’animo regalando perle di vocalità classica con una tecnica spaventosa. Il disco avanza come non ci fosse un domani e la musica dei Madaus concede intrecci Funky Blues dai ritmi incalzanti. “La Macchina del Tempo”, pezzo che titola l’album, è liberamente ispirato ai graffiti lasciati dal degente Oreste Nannetti sulle mura del manicomio di Volterra (la città di Volterra gioca un ruolo fondamentale sulla creazione del disco, tutto sembra girarle attorno, il nucleo imprescindibile dell’intera opera prima). Questo brano minaccia volontariamente il mio stato mentale attualmente fresco e tranquillo, il pianoforte marca solchi leggiadri cavalcati dalla voce ancora una volta impeccabile  di Aurora (con la voce riesce a simulare strumenti che nel disco non esistono fisicamente). Pianole a ventola anni sessanta e tanta malinconia in “In Nero e Bianco”, brano molto classico e personale guidato sul finale da una batteria impertinente. Da lasciarsi accarezzare con cura nelle canzoni  che seguono “Invitago” e “Temp0”, il tempo che passa inesorabile lascia segni indelebili sul volto e sulla coscienza, Aurora cerca di fermare il tempo, a volte ci riesce e a volte no. A  volte parla seriamente, a volte inizia a giocare. Ballata delicata e sofferente quella chiamata “Pre-Potente”, rabbia raccontata da riff risolutamente più duri rispetto alle precedenti composizioni, la tempesta e poi subito la quiete. Emozionale come non mi capitava da tempo, penso a qualcosa degli anni novanta ma è solo una non credibile supposizione. “Io Non so” invece rappresenta la parte sperimentale de La Macchina del Tempo, in questa fase i Madaus riescono a dare un senso diverso all’intero album sterzando bruscamente verso altre strade. Il risultato non inganna quando la tecnica e le idee vanno maledettamente di pari passo. “Ombre Cinesi” chiude il disco in maniera elegante e sincera, un compito importante assegnato ad una canzone diversa e stranamente strumentale dagli accenni curiosamente Post Rock. I Madaus sono la bella provocazione di questo fresco duemilaquattordici appena iniziato, un disco d’esordio che non lascia spazio a brutte considerazioni, mantenere questi livelli in futuro significherebbe posizionarsi tra i grandi artisti. La voce di Aurora è perfetta e senza togliere merito al resto della band potrebbe adirittura cantare senza base per quello che mi riguarda, ma l’unione quasi sempre sviluppa forza e i Madaus attualmente sono una forza.

Read More