Tony Cercola | Il disco della rottura

Written by Interviste

Torna tra noi e con la sua scrittura il percussatore di Lumumba. Torna Tony Cercola con un disco di inediti (eccezion fatta per 4 vecchi successi rivisti in nuova forma, compresa ovviamente “Lumumba”).


Un lavoro poliedrico, facce, vestiti, tradizioni e tantissimi colori che non somigliano a nessun bandiera. Si intitola Patatrac! lanciato in radio dall’omonimo singolo cantato da Roberta Albanesi.
E se la scrittura si fa pazza sconvolgendo piani ed aspettative, se ci conduce tra ballad Pop a tradizioni popolari di altre culture chiudendo il giro di giostra con sperimentazioni elettroniche, un tema caldo è anche quello dei featuring e delle collaborazioni.
Impossibile elencarle tutte e di tutte indicarne la precisa nazionalità. Certamente l’Italia di Napoli e di Roma, ma anche il resto del mondo che non ci saremmo aspettati tanto facilmente in una simile misura.
Patatrac! è davvero un bellissimo disco…di rottura. Perché? Lo chiediamo a Tony Cercola

“Patatrac!”: perché? Cosa si sta rompendo?
La parola patatrac può evocare la rottura degli schemi tradizionali in cui ci ingabbia una società superficiale che ci etichetta in base alle apparenze e non ai contenuti. Ma può essere anche un grido di allarme, attenzione! Fermiamoci prima che succeda l’irreparabile.
Infine può evocare anche il muro della cultura che unisce vecchie e nuove generazioni ed io, come si vede dalla copertina del cd, cerco di evitare il suo crollo.

Un disco figlio di questa crisi che viviamo? Tony Cercola alla crisi “ci crede”?
Oggi tutto è un po’ figlio della crisi che stiamo vivendo da anni. Alla crisi ci credo perché bisogna fare i conti con il reale anche quando si fa un lavoro che si basa tutto, o quasi, sulla fantasia. L’importante è svegliarsi ogni mattina con la voglia di creare qualcosa che magari sopravviva alla crisi e al tempo.

Di tutte queste importanti e nuove collaborazioni – perché il disco, ricordiamolo, ha dei featuring anche di tanti artisti emergenti di paesi stranieri – ne vuoi sottolineare una in particolare?
No, farei torto a qualcuno e invece tutti mi hanno dato qualcosa, sia gli artisti affermati che quelli emergenti. Ci tengo piuttosto a sottolineare la grande disponibilità di tutti.

In un’intervista qualcuno ti ha chiesto: batteria vera o digitale? Io ne approfitto per chiederti, dalla tua grande esperienza: vinili o cd?
Sai, il vinile aveva una magia, anche per le dimensioni, la possibilità di leggere tutti i crediti, i testi, le foto, direi l’odore della musica. Nel cd tutto questo è molto ridotto ma oggi addirittura pare che anche il cd sia superato, quindi…
Oggi una gran parte dei ragazzi  la musica la ascolta principalmente sui telefonini.

E allora lasciami attingere sempre dalla tua esperienza di anni e anni. Quando oggi dai uno sguardo ai nuovi artisti della scena Indie, che cosa ti viene in mente e che scena vedi attorno?
Penso che ogni fenomeno sia sempre legato e non possa prescindere dal tempo in cui si sviluppa e quindi l’analisi va fatta tenendo conto di questo presupposto. Altrimenti tutto si banalizza e tutto sembra banale se confrontato con i grandi del passato.

E quindi, dopo aver fatto tanto nella tua vita di artista e musicista, questo nuovo disco che ambizioni accende?
Io non mi aspetto altro che riuscire a dare emozioni a chi lo ascolterà. Non mi interessa la quantità degli ascoltatori ma la qualità delle emozioni che il disco riuscirà eventualmente a stuzzicare. E’ un altro segmento di un percorso musicale che farà sempre parte di Tony Cercola.

Last modified: 21 Febbraio 2019

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