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Od Fulmine – Od Fulmine

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I sogni alcune volte riescono a realizzarsi ma le delusioni sono sempre molto più frequenti, la musica d’autore riesce a farci camminare spensierati e pulsanti sopra la bellezza della vita. Perché poi non è necessario esternare le proprie emozioni, potrebbero essere male interpretate e di colpo tutto potrebbe finire. Scrivono canzoni irresistibili come faceva Tenco gli Od Fulmine al debutto discografico con questo omonimo disco. Indie Rock d’autore tanto cercato dai Non Voglio Che Clara e sponsorizzato dai Perturbazione, la tecnica è quella giusta dei bei testi in chiave Rock, la formula perfetta per modernizzare il cantautorato italiano di tanti anni fa. Gli Od Fulmine sono di Genova e provengono da diverse ma affermate realtà musicali (Meganoidi, Numero 6, Esmen), il loro legame con la cosiddetta “scuola genovese” è strettissimo perché oltre Luigi Tenco si percepisce qualcosa di Fabrizio De Andrè e Umberto Bindi. Insomma, hanno imparato dai grandi maestri cercando di mantenere alta la qualità del cantautorato italiano. Brani come “Altrove 2” e “Ma Ha” spiegano benissimo il concetto di fusione tra cantautore e Indie Rock, soprattutto se viene considerato un sound prevalentemente estero e poco italiano. Se poi volete far increspare la pelle avete bisogno di un brano semplice ed emozionale come “Nel Disastro”, un classica struttura compositiva con un ritornello bellissimo: Ma nel disastro mi vedrai sorridere/Sotto un diluvio ritornare in me/Di notte ho visto quello che mi manca e tu mi vieni incontro anche se non lo fai più.

Non è facile trovare il giusto equilibrio nella musica, il rischio di strafare è sempre dietro l’angolo, gli Od Fulmine percepiscono soltanto le parti buone dell’arte, parlano di amore con chitarre indurite, non hanno paura di mettere a vivo i propri sentimenti. L’ascoltatore è libero di interpretare le canzoni come meglio crede, ognuno può vivere il proprio film senza dover rendere conto a niente e nessuno. L’omonimo disco degli Od Fulmine riesce a caricare di passione, giocando con intrecci sostenuti a volte dalle lacrime a volte dai sorrisi, piove ed immediatamente esce il sole, “Fine dei Desideri” come pezzo immagine dell’intero concept. Le cose che portiamo dentro non sempre riusciamo ad esternarle con la giusta precisione, questo disco parla con il cuore in mano, questo disco è veramente carico di considerevoli aspettative. E noi siamo fieri di ascoltare una band come gli Od Fulmine.

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Alessia D’Andrea – Luna d’Inverno

Written by Recensioni

Devo ammettere che nonostante il Pop all’italiana mi sia abbastanza avverso (fatta eccezione per alcuni rarissimi casi) la musica di Alessia D’Andrea tutto sommato non dispiace affatto. La voce della cantautrice calabrese ricorda molto da vicino quella di Fiordaliso (con le dovute giuste distanze però) ed Alessia D’Andrea ci mette del suo in tutto e per tutto per far capire che il sottobosco musicale rosa nasconde anche talenti come questo che, c’è da scommettere, non potranno passare per troppo tempo ancora inosservati . Notevole il suo personale palmares dove compaiono anche vittorie al Premio Mia Martini, al dodicesimo Premio Città di Recanati ed al Premio Musicultura che gli hanno permesso persino di entrare in contatto con sua maestà Ian Anderson (sì, proprio quello dei Jethro Tull). Quindi stiamo certamente parlando di un’artista talentuosa che inizia a calcare importanti palcoscenici.

Luna d’Inverno è prodotto in varie locations dall’etichetta indipendente RENILIN , si compone di dieci brevissimi episodi (nessuna canzone supera infatti i tre minutie “Anime Bruciate”, che conclude questo lavoro, supera di una manciata di secondi i due) che ad essere pignoli al massimo rappresentano l’unico vero (e purtroppo evidente) difetto del disco. Se non fosse poi per “Beyond the Clouds” Luna d’Inverno potrebbe essere considerato il primo lavoro interamente in italiano della cantante. Il primo singolo estratto, “Blu Occhi”, è stato scritta addirittura da Maurizio Lauzi, figlio d’arte del compianto e mai dimenticato Bruno, vero maestro e massimo esponente della scuola cantautorale genovese insieme a Fabrizio De Andrè, Umberto Bindi, Luigi Tenco, Sergio Endrigo e Gino Paoli. La malinconica “Alzami Nell’Aria”, nonostante sia un po’ statica nei ritmi, ha quel “qualcosa” che lascia estasiati e, senza togliere nulla a tutte le altre canzoni, è certamente l’episodio meglio riuscito del disco (pur dovendosi contendere il titolo in una lotta infinita all’ultima nota con la più complessa ed elettronica “Caccia Alla Volpe”). Promossa con debito formativo.

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Doppio album dedicato a Piero Ciampi

Written by Senza categoria

Si intitola Reinciampando – atto primo ed è un po’ la testimonianza del lavoro fatto da Giuseppe De Grassi per diffondere l’opera del livornese Piero Ciampi, a cavallo tra poesia e musica: una testimonianza concretizzatasi in due memorabili concerti romani, il primo al Teatro Argentina, il secondo al Teatro Brancaccio, rispettivamente nel 1990 e nel 1997. Un duro lavoro per far cantare Ciampi ancora una volta e da nomi come Lucio Dalla, Nada, Renato Zero, Franco Califano, Paola Turci & Toquinho, Enzo Gragnaniello… per far reinventare Ciampi, su poesie e testi sparsi grazie a nomi quali Umberto Bindi, Grazia Di Michele, Pacifico, Vinicio Capossela, Claudio Lolli. Oggi, ripubblicato a distanza di quasi di una generazione, resta ancora estremamente vitale ed emozionante e il vero cultore del genere non può non accorgersi di come attorno a tutto questo lavoro siano nate tante iniziative simili ma mai uguali. Mai nessuna con l’incoscienza e la genialità di ciò che propone questo progetto.

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