Pet Shimmers – Face Down in Meta

Written by Recensioni

Tra i migliori esordi di quest’anno, quello della band di Bristol si candida anche a diventare un must del 2020.
[ 31.01.2020 | Lossless Digital | neo-psych ]

Esordio sulla lunga distanza per i Pet Shimmers – Oliver Wilde (chitarra e voce), Lexie Jennings (tastier e voce) e soci – sull’onda di un revival psichedelico dal forte sapore hypnagogic anni Ottanta (Feels HZ – Goat Girl) e sporcato di rumore e infarcito di melodie pop.

La psichedelia astratta è messa subito sul piatto con l’opening Thawed out Plainclothes Demon mentre la successiva Super Natural Teeth con le sue chitarre minimali sposta l’attenzione su una sorta d’indie pop caldo e rassicurante; stesso calore emanato dai suoni sintetici di Mortal Sport Argonaut, primo brano in playlist che possa essere definito propriamente indietronic mantenendo quell’aura psichedelica che ammanta tutto il disco: caratteristiche queste che ritroviamo nel pezzo successivo molto Tunng, Angel Made.

Dobbiamo aspettare Cheat Codes (Thps2) perché il tono cambi radicalmente, facendosi lo-fi cantautorale e introspettivo mentre dolceamari cenni di shoegaze si presentano con Coeval Ari. Parlavamo di rumore a inizio articolo, ma avrete capito che qui il fracasso non è mai protagonista ma solo un elemento accessorio che si fonde alla musica pop e alle voci genericamente alternate senza che quasi riusciamo ad accorgercene come in Nobody: Me:.

Post Dick Circle Fuck è un brano semplicemente indie rock, apparentemente elementare ma di una bellezza devastante, eclettico e casinista quanto basta eppure carico di armonia, tra quelli che più vi colpiranno del disco. A chiudere Crash Tense Dummy, il pezzo più lungo della scaletta, una sorta di omaggio che racchiude e rielabora in un dream pop etereo e surreale gran parte delle sensazioni evocate nell’ascolto di Face Down in Meta.

Tra i tre migliori esordi ascoltati quest’anno, il disco dei Pet Shimmers si candida anche a diventare un must di questo 2020. Un disco perfetto in ogni suo dettaglio, capace di soddisfare palati diversi, omogeneo ma mai banale e ripetitivo, che vi farà perdere in un mondo onirico tutto nella vostra testa.

Un disco che evoca emozioni e situazioni irreali a ogni nota; un disco che vi farà sentire per qualche minuto come un uomo cieco che in una stanza buia cerca un cappello nero. E il cappello non c’è. Era così che si diceva, no?

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Last modified: 21 Dicembre 2020