Maisie – Maledette Rockstar

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Che la Snowdonia Dischi fosse garanzia di qualità era ormai noto da tempo; album come Ukiyoe di InSonar/Nichelodeon, Scimmie di Luigi Porto, La Fisica delle Nuvole dei Deadburger non potevano che essere editi dalla medesima label, esattamente la stessa che produce i Maisie già dall’esordio del 1998 e che firma anche quest’ultimo doppio lavoro dall’irriverente titolo Maledette Rockstar. Impertinenza ironica che si manifesta anche nell’artwork in copertina, dove una sorta di triste Romagnoli (Management del Dolore Post Operatorio) si ritrova sul palco a braghe calate e membro mozzato mentre un variegato pubblico lo osserva e lo ignora annoiato e indifferente. Stesso sarcasmo che poi ritroviamo nelle parole, già dall’opening “Benvenuti in Paradiso”, quasi interamente scritte da Alberto Scotti, nella musica e nello stile totalmente fuori dagli schemi e dalle logiche del mercato ma anche del substrato alternativo italiano tanto che si passa con naturalezza dalle melodie Pop alle sperimentazioni vocali, dalle destrutturazioni quasi Blues al Grind, dalle spigolature del Noise all’Elettronica, dalle reminiscenze Wave al Folk e all’Hip Hop, dall’Avantgarde Progressive all’Art Rock. All’interno del doppio Cd, oltre a cinquantasei pagine di libretto ricche di illustrazioni, troveremo circa settanta ospiti illustri, del passato e del presente, come lo straordinario Claudio Milano di cui più volte ho tessuto le lodi; ma non è l’unico talento puro che ha messo mano direttamente o indirettamente all’album ed anche per questo il nuovo album dei Maisie finisce per essere il loro lavoro più temerario. Da un punto di vista concettuale, i brani dei Maisie affrontano i temi più disparati; ovviamente si parla di Italia, dei suoi problemi e delle sue nefandezze ma lo si fa in maniera mai ripetitiva. Unico punto debole vero dell’opera è la sua mancanza di attualità e una certa pesantezza di fondo agli occhi (alle orecchie, meglio) dei meno avvezzi; punti deboli non tanto per un vecchio quasi quarantenne come me, annoiato dalla solita solfa e capace di guardare tanto al passato quanto al futuro, ma pecche per attecchire su di un pubblico più giovane, quello che oggi va ai concerti più di noi anziani, che compra e ascolta musica, che inevitabilmente ha scarsa memoria di quella che era l’Italia e la sua musica fino a qualche anno fa. Detto questo, se dalla musica italiana cercate qualcosa di diverso, se adorate chi non segue i binari ma ama prendere le strade nascoste, se non avete paura, Maledette Rockstar è quello di cui avete bisogno. Dimenticate tutto quello che avete ascoltato di recente però, almeno per il tempo di ascoltarlo.

Last modified: 18 Febbraio 2019

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