Dicembre, 2015 Archive

Il festival Jazz Re:Found sbarca a Torino (da questa sera!)

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Dopo sette edizioni a Vercelli, Jazz Re:Found, festival legato alla musica elettronica e alle contaminazione con il jazz, il soul e l’hiphop, si sposta a Torino proponendo un cartellone di altissimo livello artistico.

Giovedì 3 dicembre
Presso CAP10100
Pugile
Populous
Gold Panda
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Venerdì 4 dicembre 
Presso CAP10100
Soul Train Torino
Next One
Roy Ayers

Debruit
Presso AZIMUT CLUB
MDC
Nigro & Vietti
TurboJazz
Carl Craig
Gambo
Galdalf
Info & Ticket
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Sabato 5 dicembre
Presso ESPERIA
Rocco Pandiani
Soulful Torino
Afrobeat Torino
Thundercat
Presso Q35
DJ Fede
DJ Premiere

Moodyman
Theo Parrish
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Domenica 6 dicembre
Presso ESPERIA
Rocco Pandiani
Soulful Torino
Painé
IMQF +++ Awards
Passenger
Katzuma
Luca Trevisi
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Lunedì 7 dicembre
Presso AZIMUT CLUB
The Sweetlife Society
Swindle
The Dreamers

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Buddha Superoverdrive, on line il video di “Magnolia”

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“Magnolia” è un brano dei Buddha Superoverdrive e anticipa la pubblicazione del primo album sulla lunga distanza della band, previsto per gennaio 2016. Valerio De Martino e Jonathan Maurano, rispettivamente basso e voce / batteria e cori, sono i Buddha Superoverdrive. Suonano insieme dall’estate del 2012, e hanno all’attivo 3 EP ed una musicassetta. Propongono un mix di stoner/rock e atmosfere blues più pacate ed ipnotiche, con una grande attenzione per la compattezza del suono. A gennaio 2016 esce il loro primo album sulla lunga distanza.

Regia di Diego D’ Ambrosio e Raffaele Iardino (Jammo Bros)
Direttore della fotografia: Luca Cestari
Scenografie: Mariano Imela e Cristiano Orefice
Dir.Produzione: Michela Forgione
Aiuto Regia: Luca Esposito
Vfx – Color: Giuseppe Alessandro Germanò

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Gli Articoli più letti del 2015 su Rockambula

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“Diecimila Ore” primo singolo del nuovo disco di Majakovich

Written by Novità

I Majakovich iniziano a svelare i contenuti del nuovo album pubblicando “Diecimila Ore” primo singolo e video estratto da Elefante. Uscirà il 25 Gennaio 2016 Elefante il nuovo attesissmo album di Majakovich che fa seguito al fortunato Il Primo Disco era Meglio pubblicato nel 2014. Elefante è stato prodotto da Majakovich ed Andrea Sologni. Tutte le musiche sono di Majakovich e sono state registrate ( in fasi alterne) tra la fine di Maggio ed i primi di Luglio 2015 in quel paradiso vivente che prende il nome di “ Igloo Audio Factory ” (RE) da Andrea Sologni e dal suo assistente Francesco Genduso.

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Qualunque – “Libellule” [VIDEOCLIP]

Written by Anteprime

qualunque

Qualunque è una voce che sicuramente non è la tua ma potrebbe dire esattamente quello che tu pensi. Qualunque è amare alla follia il riverbero di una fabbrica abbandonata, gridare e risentirsi un secondo dopo, parlando tra se e se. Qualunque è rovinarsi la vita ascoltando il disagio degli anni novanta e non riuscire più a venirne fuori. Qualunque è la malinconia di una giornata a caso di dicembre, quando ti svegli e scegli di restare sotto alle coperte. Qualunque è quando ci pensi troppo, passa l’attimo e pensi che sei un coglione. Qualunque è Luca e Luca è un ragazzo qualunque. Uscirà a Marzo per Panico Dischi l’album d’esordio di Qualunque, Mafalda, il Meteo e Tutto il Resto. Quello che propone Qualunque è uno spaccato generazionale che si poggia su una poetica cruda e sofferta. Il disco è composto da 8 brani prodotti grazie all’aiuto di Simone Sproccati al Crono Sound Factory di Vimodrone e rappresenta l’esordio ufficiale del musicista milanese. In anteprima per Rockambula il video di “Libellule” .

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La Band della Settimana: Oslo Tapes

Written by Novità

Oslo Tapes è una band avant-rock formatasi nel 2011 a seguito di un viaggio nella capitale norvegese. Il progetto ideato da Marco Campitelli (The Marigold/DeAmbula Records) si concretizza con l’aiuto del musicista francese e produttore Amaury Cambuzat (Ulan Bator/Faust) che in cinque giorni compongono e registrano il disco d’esordio OT (un cuore in pasto a pesci con teste di cane) pubblicato nel marzo 2013. Nel disco compaiono anche molti ospiti tra cui Nicola Manzan (Bologna Violenta) e Gioele Valenti aka Herself. Segue un tour in versione elettro-acustico sperimentale al quale si aggiunge Mauro Spada (buenRetiro) al basso. Nel 2014 la band diventa un trio con l’ingresso di Federico Sergente (Zippo) alla batteria registrando un nuovo album di chiara matrice impro. Nel nuovo lavoro sono presenti  Amaury Cambuzat in veste di produttore e musicista, Umberto Palazzo (Santo Niente), l’avanguardista Pat Moonchy, Andrea Angelucci (Marco Parente), Sergio Pomante (Captain Mantell) e Francesco D’Elia.
Tango Kalashnikov è il nuovo lavoro della band uscito a novembre 2015, Prodotto da Amaury Cambuzat, il lavoro mette in risalto il viaggio intrapreso dal combo attraverso i territori sonori dell’avanguardia nord-europea. La scrittura dei brani svolta durante le sessioni di registrazione dell’album riconferma la matrice impro del trio, che viene a sua volta ampliata da interventi di ospiti (Umberto PalazzoSanto Niente, l’avanguardista Pat Moonchy e molti altri…) che a vario titolo arricchiscono le composizioni. Tango Kalashnikov contiene dieci brani categorizzabili in una visione avant rock senza mezze misure, dando sfogo al furore degli strumenti accompagnati da parti cantate o recitate, facendo della potenza non solo un concetto sonoro ma qualcosa di più intimo.

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Piccole Guerre Inutili: a fine 2015 il primo album degli Olotropica

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Tutti sanno che il Fiore di Loto nasce immerso nel fango, per poi ergersi e finalmente sbocciare, sorretto dalla forza stessa della sua unicità: nascere ancora, nonostante tutto, nonostante la contingenza e le brutalità del mondo. Così sembrano fare anche gli Olotropica, band aquilana guidata dalla voce di Valentina Di Cesare, riuscendo a cogliere nella musica il significato più autentico della rinascita, in un mondo troppe volte avvilito dall’inganno e dalle apparenze. L’artista Annalisa Di Felice ha disegnato in esclusiva per la band un loto stilizzato, simbolo di eterna rinascita e purezza.
Valentina Di Cesare, voce e anima del gruppo, nasce, artisticamente, come scrittrice: tutto inizia infatti con un romanzo pubblicato da Tabula Fati, che prende il nome di Marta la Sarta , un libro originale che raccoglie da subito i consensi della critica e del pubblico, non solo in Italia, ma anche all’estero: sarà tradotto in spagnolo, tedesco e francese e la stessa Valentina è stata ospite, con il suo libro, del Centro Italiano di Siviglia, in Spagna. Il 2016 condurrà Valentina a dare alla luce due nuovi lavori letterari, questa volta non romanzi, anche se in realtà anche un romanzo è in fase di stesura. Valentina è, però, come si dice, un’artista poliedrica, poichè non vive solo per la scrittura ma anche per la musica, e lo fa attraverso un progetto ricercato ed ambizioso che prende il nome di Olotropica, un progetto relativamente giovane, nato appena 3 anni fa, mentre l’idea del disco ha preso forma successivamente, nella primavera del 2014. I testi sono di Valentina, brani ricercati, eleganti, diversi , tutti avvolti da un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà, mentre musiche sono dei ragazzi: Pierluigi al basso, Michele alla batteria, Paolo alla chitarra e Riccardo alle tastiere. Il disco è stato registrato al Touchclay studio di Popoli da Giacomo Pasquali (chitarrista di Borghese) e arrangiato da Patrizio D’Artista di Sincronie Musicali. Le canzoni sono 9 piccoli incantesimi: al primo ascolto ci si distacca subito dal contingente, dal vuoto cosmico di tante facili espressioni, lanciate solo per accattivarsi il pubblico: quella degli Olotropica è una dimensione onirica eppure palpabile e molto intensa.
Piccole Guerre Inutili è il titolo del primo lavoro discografico della band, nonchè del primo singolo che ne anticiperà l’uscita, prevista per la fine del 2015: ad illustrare la copertina le splendide immagini di Michela Tobiolo, artista che ha saputo interpretare al meglio il messaggio dell’album: una logica binaria regole le cose e le vicende della vita, la dualità di tutte gli avvenimenti umani li rende sia “buoni” che “cattivi”, al tempo stesso.E’ così che l’amore, i ricordi, il dolore, il tempo, l’attesa, l’amicizia, giungono ad essere le tematiche principali delle canzoni del disco che si snodano l’una dopo l’altra come fossero perle di un’unica collana.

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Recensioni | dicembre 2015

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Keith Rowe / John Tilbury – Enough Still not to Know   (Non Music, Free Improvisation 2015) 7/10

Non esiste nella storia uno stile musicale che possa dividere gli ascoltatori alla maniera di quanto proposto dal duo in questione. Definitela Non Music, Free Improvisation, Avantgarde o come volete, quello che è certo è che il concetto di minimale è qui ridotto all’osso, con pochissime note di piano o una varietà di rumori ambientali a spezzare il silenzio di fondo, vero protagonista dell’opera. Una scelta dei suoni, dei tempi e delle pause eccelsa con qualche fase spinta troppo verso il tedio anche per la durata proibitiva.

Aisha Devi – Of Matter and Spirit   (Esoteric Electronic, 2015) 7/10

Per il suo album a nome Aisha Devi, l’artista svizzera prende a prestito la lezione degli Autechre proponendo una lettura dell’Electronic in chiave esoterica e spirituale decisamente rivolta al dub e ad una Dance di stampo oscuro. I paragoni potrebbero essere molteplici ma quello che sembra è piuttosto che qui si sia di fronte a qualcosa di totalmente nuovo ancora da sviluppare nel suo potenziale.

IAMX – Metanoia   (Synth Pop, Dark, 2015) 7/10

Il progetto IAMX ruota intorno al leader Chris Corner ormai da oltre dieci anni; una produzione vasta e altalenante che, con Metanoia, trova il suo traguardo stilistico in una miscela Synth/Electro Pop, Dark ed Electronic dal sapore Industrial con l’aggiunta di una voce che farebbe bella figura in una band Pop Rock. Ci sono quasi tutti gli elementi che hanno infarcito la carriera del musicista britannico e questo pare un ottimo punto di partenza per tornare indietro.

Beach House – Thank You Lucky Stars   (Dream Pop, 2015) 6,5/10

Probabilmente dai tempi dei Cocteau Twins, il duo statunitense ha preso di diritoo lo scettro di re del Dream Pop, tanto che la loro musica somiglia in maniera impressionante ad una didascalica definizione dello stesso. Questa seconda uscita del 2015 è quello che non ti aspetti e fa la felicità di ogni loro fan, visto che vede la luce solo poche settimane dopo Depression Cherry. Peccato abbia il sapore di b-side scartate, comunque apprezzabili dai più fedeli.

John Howard and the Night Mail – John Howard and the Night Mail (Pop, 2015) 6,5/10

Un album di nostalgico Pop cantautorale, fatto di arrangiamenti curati, voce delicata e ben calibrata, melodie orecchiabili senza scivolare in alcuna trappola mainstream. Un album per certi versi anonimo, se guardiamo allo stile, ma che saprà farsi apprezzare dagli amanti del Pop in vecchio stile, con vaghe sfumature Glam.

10 Waves of You – Field of Venus (Post Rock, 2015) 6,5/10

La musica di Luca Crivellaro ci accompagna in una passeggiata stellare tra i campi di Venere attraverso brani costruiti su fondamenta Minimal e Ambient arricchiti da momenti di psichedelia e spunti maggiormente kraut. Il risultato sono sette brani emozionali, interessanti, giustamente onirici e anche a tratti privi di tensione, ma molto godibili. Un buon viaggio cosmico per gli appassionati dei Mogwai e Caspian.

Laurex Pallas – La Prestigiosa Milano-Montreux (Cantautorato, Pop, Folk, 2015) 6,5/10

Disinvolto e felice nello sfoggiare la propria essenza demodè, il collettivo lombardo è al capitolo conclusivo di una trilogia ciclistica di stampo cantautoriale iniziata nel 2007, che si è arricchita di elementi Folk e di rimandi alla cultura popolare italica. Ma non abbiate paura: l’ironia e la leggerezza dei Laurex Pallas sono più simili a quelle di un Dalla che a quelle di un Brunori.

Oneohtrix Point Never – Garden of Delete (Electronic, Glitch, 2015) 6/10

Che il progetto di Daniel Lopatin trasudi costantemente talento è innegabile anche sulla base dell’ultimo lavoro ma questa volta la scelta dei suoni, delle melodie e di tutto l’apparato sonoro di queste dodici tracce di Prog Electronic infarcita di Glitch non convince fino in fondo regalando, piuttosto, qualche lapidario sbadiglio.

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Il video del nuovo singolo di Meg “Occhi D’Oro”

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Un brano in cui ritroviamo le caratteristiche più forti di questo album: la priorità all’istinto, le ritmiche, i beat potenti, sporchi e distorti, ma soprattutto parole di gioia, speranza, orgoglio… “Occhi D’Oro” si fa accompagnare da un video che rispecchia tutta la ricchezza di questa canzone: il timore, l’altrove, la scoperta, la gioia. E per riuscirci Uolli, il regista che ha realizzato anche il surreale video di “Imperfezione” (titletrack della quale è appena stato pubblicato, sempre da Multifomis, un EP di remix d’autore), si è servito di un espediente davvero particolare…


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Streetambula Winter Session! Ecco come fare per partecipare

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Torna Streetambula con la sua edizione invernale e lo fa con una formula tutta nuova che mescola le sue radici con l’ultima evoluzione. Dunque, all’esibizione di un artista di punta, ospite della serata, che in questo caso sarà Francesco Costantini il quale presenterà il suo ultimo album, si affiancherà un contest aperto a tutte le band emergenti e originali d’Italia. Come sempre, le 4 band in gara saranno valutate da una giuria di esperti secondo criteri stabiliti anticipatamente. I premi in palio sono:

• Intervista e promozione sul sito www.rockambula.com (Rockambula Webzine)

• Apertura al gruppo di punta dell’edizione estiva (lo scorso anno erano i Thegiornalisti)

• Servizio fotografico professionale con Giuseppe Zaccardi

• Live presso il GARBAGE LIVE CLUB nel 2016

Per iscrivervi inviate un messaggio alla pagina Facebook Streetambula Music Contest indicando il nome della band, con una piccola biografia e link per l’ascolto sia live che studio. Non sono previsti rimborsi spese oltre ai premi indicati che non è escluso possano essere ampliati.
Per ulteriori informazioni contattateci ai numeri:

3400690969 Silvio
3482935906 Fabio
3389365610 Riccardo

Streetambula Rock Contest WINTER SESSION
20 FEBBRAIO 2016
Garbage Live Club
Via Levante 1 Pratola Peligna (AQ)

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Felidae Trick, il nuovo video “She Ain’t Rock And Roll”

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Esce il nuovo video di Omer Lichtenstein, in arte Felidae Trick, originario di Tel Aviv e residente a Berlino. Dopo il primo singolo, “Still Burning”, che ha accompagnato l’uscita dell’EP Working Hard, Felidae Trick presenta oggi “She Ain’t Rock And Roll”, girato da Shira Kela & Michal Andrysiak. Nato nel 2011, il progetto Felidae Trick si è avvalso della collaborazione di Peter Walsh (già noto per aver prodotto Simple Minds, Peter Gabriel, tra gli altri) e di musicisti e produttori di talento, provenienti da diverse parti del mondo. Canzoni intimiste, tra indie, rock e new wave, con testi che affrontano le tematiche più disparate, dal desiderio di diventare una figura culturale di riferimento in tempi difficili (Still Burning), all’amore e ai sentimenti che lo circondano, fino alle riflessioni su religione, famiglia e società (The Felidae Trick). In “She Ain’t Rock And Roll” si racconta invece la vita di una ragazza immigrata in Europa, che vorrebbe una vita “rock n roll” ma che teme le conseguenze che potrebbero derivarne per la sua famiglia conservatrice. E sceglie la via più semplice.

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Coffeeshower – Houses

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Quanto abbiamo ancora sulla pelle questo suono? Noi nati negli anni 80 che abbiamo visto le prime creste sulle musicassette dei nostri compagni delle medie, per poi vederle sul cranio dei rappresentanti di istituto, sedicenni liceali brufolosi. E infine MTV che ha ridotto tutto questo ad una bella confezione regalo, buttata in pattumiera poco dopo. In Italia però pare che il buon vecchio Punk “all’americana” (o meglio “alla californiana”) non sia proprio mai veramente stato spazzato via. Rosicchia l’underground, mordendone le gambe con denti sempre più luccicanti, riga da un lato e barboni da hipster. Si potrebbe storcere un po’ il naso al nome Punk ma le radici risiedono ancora nello squallore e nella rabbia, anche se ci avviciniamo a produzioni ben pettinate come questa. Gli abruzzesi Coffeeshower non sono però dei ragazzini a cui piace farsi i fighi con le chitarre, i loro armadi saranno pieni di magliette sgualcite dei NOFX e dischi dei Pennywise. Nati nel 1999 hanno all’attivo numerosi tour in Europa, album e addirittura un Greatest Hits. Ma soprattutto una costanza che è degna di chi la musica non la prende nè come lavoro nè come passione, ma come vera e unica compagna di vita. Houses è un disco cliché, poco da aggiungere. Solo tanto sudore, passione e voglia di suonare vivi, cercando (perché no?) di stare al passo coi tempi. “Tom Sawyer” viaggia in quell’Hardcore melodico che non può che fare rigonfiare i polsi di sangue. Basso e batteria roboanti, chitarroni da salti a pie pari. La produzione americana si sente in tutte e tredici le tracce del disco. “It’s Your Birthday” e il singolo “Broken Pieces” sono adolescenziali come l’amore per questo sound, come quella voglia di ribellione che per fortuna fa fatica a svanire. L’aggressività non molla mai la presa e vede il suo apice in “Four Walls”, il growl alla voce è una mina, un pugno in faccia, un’onda anomala.  Il resto del disco fila dritto, sempre ben apparecchiato. Per fortuna ci regala ancora un paio di deviazioni (mai forzate) nelle due strumentali “Houses”. Sentieri verdi e freddi. La prima parte sembra ambientata in un bosco del nord Europa, la seconda in una grande metropoli statunitense. Due concetti diversi di casa, ma la stessa sensazione di famiglia. “Houses Pt.2” ci porta dritti verso l’ultimo brano del disco “The Sentimental/Favourite”, un  pezzo che sottolinea la maturità compositiva dei Coffeeshower. A loro detta “solo una band con uno stupido nome”, a mio parere solo quattro ragazzi un po’ cresciutelli che prendono in mano i loro strumenti ancora con la necessità di voler sputare fuori il veleno. E perché no di divertirsi anche se i vent’anni sono passati da un pezzo.

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