The Smile – Wall of Eyes

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L’album del trio inglese dimostra che sia Yorke che Greenwood, assistiti da Skinner, non hanno mai paura di percorrere il sentiero meno battuto.
[ 26.01.2024 | XL Recordings | art rock, alt rock, jazz ]

Emergere da un liquido amniotico, rigenerarsi e rinascere. Questo è ciò che il progetto The Smile evoca, una sorta di ripartenza. Dopo A Moon Shaped Pool, Radiohead si sono fermati. Forse mancava l’ispirazione, forse ognuno di loro aveva bisogno di staccare e fare altro, lavorare ad altri progetti.
Thom Yorke e Jonny Greenwood si sono dedicati ad alcune colonne sonore, Phil Selway ha pubblicato un paio di album come solista. Insomma, ognuno si è ripreso il proprio spazio, lasciando da parte l’amata creatura che per trent’anni li ha tenuti occupati insieme.

Poi arriva questo nuovo progetto, composto da Thom, Jonny e Tom Skinner, percussionista fondatore del gruppo jazz dei Sons of Kemet. Il secondo album, Wall of Eyes, pare proprio mettere le basi per la rinascita, per riemergere e ripartire. Se il primo disco della band era strettamente legato ai Radiohead più recenti, in questo nuovo lavoro c’è un marcato tentativo di staccarsi da quel suono, un tentativo di tagliare il cordone ombelicale.
Qui Thom Yorke sembra voler spiccare il volo fuori dal nido, andarsene dal calore materno a cui ci ha abituato e gridare al mondo che The Smile non è solo figlio dei Radiohead, ma è anche un essere a sé stante, diverso e indipendente.

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E, in effetti, il disco ha dei tratti distintivi ben definiti e unici. Si sperimenta, si evidenziano le differenze più che le somiglianze. Ne è esempio la title track, che apre l’album con una ritmica molto jazz e serena. Un brano praticamente acustico, morbidissimo nel suo incedere lieve e quasi impalpabile. Fa da contraltare la successiva Teleharmonic, immersa in un groviglio di suoni elettronici psichedelici che vorticano attorno alla voce rarefatta di Thom Yorke.
Ovviamente i rimandi ai Radiohead ci sono, soprattutto a dischi come In Rainbows e al già citato A Moon Shaped Pool, ma l’apporto di ritmiche jazz e aperture orchestrali mostrano come i The Smile vogliano essere una creatura autosufficiente.

Caleidoscopica e ipnotica è Under Our Pillows, il brano forse più allineato ai suoni del disco precedente, anche se con un respiro più onirico e ammaliante. E poi arriva Friend of a Friend, già uscita come singolo, dall’incedere progressive quasi floydiano. Gli archi, memori delle colonne sonore di Greenwood, fanno il resto, lasciandoci fluttuare in questo liquido semitrasparente e caldo in cui ci si sente immersi.

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Il secondo album dei The Smile vede la band andare ancora più in profondità nei suoni, scolpire un’atmosfera più specifica e peculiare. Ma allo stesso tempo ci ricorda che Thom Yorke sarà sempre Thom Yorke. I suoi intrecci melodici, la sua voce dimessa ed eterea, il suo vibrato rimarranno sempre gli stessi. Come in I Quit, in cui Thom sembra cantare dall’interno di qualcosa di vivo, da un grembo caldo. Si mescolano qui le atmosfere cupe della colonna sonora di Suspiria di Luca Gaudagnino composta appunto dal cantante e quella più classica composta da Greenwood per film come Il Petroliere o Il Filo Nascosto diretti entrambi da Paul Thomas Anderson.

E poi arriva Bending Hectic, magnifico singolo di otto minuti uscito già lo scorso anno in cui la psichedelia e la musica progressive si intrecciano perfettamente, toccando sia picchi orchestrali delicatissimi, sia momenti graffianti come nella coda finale, in cui le chitarre quasi grunge danno un’inaspettata e vigorosa sferzata.

Questo disco dimostra che sia Yorke che Greenwood, assistiti da Skinner, non hanno mai paura di percorrere il sentiero meno battuto, intrecciando abilmente generi che, sulla carta, non dovrebbero funzionare e che invece producono risultati eccellenti.
L’album è bellissimo, ispirato, scritto con grandissima cura. Un disco che potrebbe facilmente essere un antipasto per il prossimo, strabiliante album dei Radiohead. Oppure, se un nuovo album dei Radiohead non arriverà, Wall of Eyes è comunque un’esperienza di ascolto ricca, entusiasmante e meravigliosa.

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Last modified: 22 Febbraio 2024