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Mojo Filter – The Roadkill Songs

Written by Recensioni

Finalmente mi passa tra le mani un lavoro registrato in presa diretta! E si sente!
I nostri Mojo Filter, arrivati alla terza fatica, propongo un disco energico, vivo e sudato, decisamente molto ispirato. Se devo dire la verità, appena il loro nome mi è passato tra le mani mi sono prefigurato il classico lavoro hard rock, un po’ celebrativo, un po’ nostalgico e un po’ scopiazzato. E invece no, sono stato piacevolmente deluso.
La matrice è un rock duro, bello vintage, fatto di chitarre in overdrive grosse e ben definite, ritmiche semplici e dirette: il tutto viene condito da inserti psichedelici e deliranti che sanno impreziosire brani dall’impianto fondamentalmente tradizionale. Ed è qui la forza di questo “The Roadkill Songs”: l’inaspettato. Siete lì che vi gustate il vostro brano, a sospirare nel ricordo di epoche che non torneranno più quando arriva quella cosa che vi fa saltare sulla poltrona. “E questo cosa c’entra qua?” vi domandate spaventati. Allora fate ripartire la canzone da capo, ve la riascoltate con un po’ più di coscienza e di nuovo saltate sulla sedia: allo stupore, allo straniamento, fa posto l’aver compreso.
Prendente l’iniziale “The Girl I Love Has Got Brown Hair”. Incipit da manuale: rumore di jack che si infila nella chitarra, riff ruffiano, strofa-ritornello-riff-strofa-ritornello. E poi uno si aspetta l’assolo di chitarra, magari una ripresa del ritornello: e invece no! Delle trombe ci catapultano immediatamente in un blusettone swingato in cui la chitarra trova un suo spazio negli intrecci con gli ottoni. E poi il tutto sfuma. La successiva “Red Banana” si apre con un sitar, creando un atmosfera sognante ed orientaleggiante. È solo un attimo: parte subito il rock, intarsiato qua e là con divagazioni più psichedeliche. “Closer to the line” ha una sezione centrale di theremin che puzza di Led Zeppelin lontano un miglio: eppure i nostri non cadono mai nella copia spudorata, vivono di un manierismo che cerca di far proprio e di far rivivere un certo concetto di rock. Ed è proprio con i Led Zeppelin che mi sembra più ovvio tracciare un parallelo: la vena creativa, l’estro, l’abilità di divagare qua e là nel folk e nella sperimentazione elettronica, mantenendo un nucleo creativo stabile e ben definito, sono certo delle caratteristiche comuni ai due complessi. Non che voglia dire che i Mojo Filter siano i nuovi Led Zeppelin: dico solo che l’impianto creativo si muove in una direzione simile, difficile da prendere per la rigidità di certe strutture (e di certe opinioni) che alle volte il rock propina.
The Roadkill Songs” ti prende dall’inizio alla fine con la sua energia live, con i suoi momenti stranianti, con la sua bella produzione massiccia. Un lavoro strano, ma solo se lo ascoltate per sbaglio: prendetevi una mezz’ora di calma e abbandonatevi su questo disco!

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