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Malatempora – Vite Parallele

Written by Recensioni

“Castelli di Sabbia” apre questo ep (anche se suona strano chiamare così un disco seppur virtuale che contiene ben sette pezzi per una durata totale di poco più di mezz’ora).
Nel brano scorgerete echi dei Marlene Kuntz un po’ dappertutto, con qualche piccola mescolanza al dark anni novanta, che non mancheranno di riempirvi il cuore di gioie ed emozioni.
“In Aria” per parafrasare il titolo di uno noto libro vi porterà “Tre Metri Sopra il Cielo”, più in alto delle nuvole, già dal parlato iniziale e dalle melodie (davvero intriganti con quel tanto di effetti che bastano ad ammaliare l’ascoltatore) delle chitarre.
Subito dopo invece viene naturale chiedersi chi sia la “Ilaria” a cui è dedicato il titolo del brano successivo, protagonista di un passato (ancora vivo?) che ritorna.
“Il Pifferaio” invece porta più che in un tempo remoto in una dimensione diversa con i suoi sounds che paiono usciti da una colonna sonora di quei telefilm anni settanta di fantascienza (Star Trek e Dr. Who ad esempio) ma con un fading eccessivo (che forse è l’unico difetto del brano e che secondo il sottoscritto andrebbe rimosso perché quei secondi di silenzio, diciamocelo, non hanno senso).
E con “Moniti Lontani”, come dicono i Malatempora stessi, piano piano ti allontani ancora più verso una destinazione ancora ignota.
“Vetri e Calci” infatti discorda con tutto quanto sentito finora ma non è detto che ciò sia un male perché è forse l’episodio più riuscito in assoluto in cui questi ragazzi della provincia di Salerno danno il meglio.
“Mentre tu te ne Vai (Il Mio Risveglio)” chiude questo lavoro che di immaturo ha ben poco e a cui basta davvero poco per poter essere un prodotto “commerciale che possa giungere alle orecchie di tutti.
Perfetto per l’airplay, un po’ meno forse per essere riproposto in concerto (sarebbe troppo difficile e forse un po’ assurdo riprodurre con maestria tutti i suoni) questo disco è un puro concentrato di vibrazioni sonore.

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