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Ruggine – Iceberg

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Suonano incazzati e spigolosi i piemontesi Ruggine nel loro nuovo full lenght Iceberg, nove brani di distorsioni e declamazioni dai titoli esotici e affascinanti (“Ashur”, “Raijin”, “Daphnia”, “Pangea”…) che riesumano uno spirito Hardcore d’altri tempi miscelandolo ad una cupezza sonora costruita ad arte, complice il processo compositivo con due bassi e la registrazione analogica che rende la pasta scura e densa, profonda e tagliente. Il disco è un concentrato oscuro di prove muscolari e tensive che si stemperano a tratti in curve fumose e misteriche (con il picco nell’intro della conclusiva “CDS”, che dal vivo deve proprio assomigliare ad un rituale pagano). Il mix di riff spezzati e batterie sanguinanti sostiene testi interrogativi e lineari, diretti, scanditi da una voce graffiante, che ci sputa in faccia molti dubbi e poche, pochissime certezze (o forse solo una, come nella title track). Potrà mai questa tormenta essermi d’aiuto?, gridano in “Ashur”, mentre la batteria spinge ossessiva su chitarre a spirale; Quali sarebbero state le parole giuste? Quelle che avrei dovuto pronunciare allora?, si chiedono tra i colpi violenti di “Siioma”; L’incognita più grande: è questo odio o amore?, continuano sul Post-Metal plumbeo di “Caio”.

I Ruggine rappresentano più il loro moniker che il titolo del disco in questo Iceberg che di freddo ha ben poco: nella ruvidezza del suono, nell’odore di ferro ossidato di batterie scalene e nell’angoscia intensa e arteriosa del flusso distorto di chitarre e voci si scopre il metallo – proprio in senso chimico – come nella splendida copertina: rotaie divelte che curvano nella desolazione di una natura che appare fredda, immobile, distante. Dell’Iceberg c’è forse il nascondersi sotto il pelo dell’acqua, un ribollire di forme immense che stanno nelle profondità e che poco alla volta si liberano oltre la superficie. Un disco fatto con stile, con coerenza, focalizzato e compatto, che lascia la forte curiosità di poterli godere dal vivo.

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Ruggine, le prime date del tour di Iceberg

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Uscirà il 3 novembre 2014, in cd per V4V-Records, Canalese Noise, Vollmer e vinile per V4V-Records, Sangue Dischi, Escape From Today, Canalese Noise e Vollmer Industries, Iceberg, il nuovo album dei piemontesi Ruggine, rei di aver portato la lezione/reading spoken word dei Massimo Volume ad un livello successivo con la loro amalgama di Math Post Rock e liriche caustiche.

– venerdì 21 Novembre 2014 Release Party @ Blah Blah (Torino)
– sabato 22 Novembre 2014 @ Freakout (Bologna)
– sabato 6 Dicembre 2014 @ Circolino (Vercelli)
– venerdi 12 Dicembre @ Beat Cafè V4V-Night (San Salvo Marina)
– sabato 13 Dicembre TBA
– sabato 20 Dicembre 2014 @ Checkmate (Genova)
– domenica 21 Dicembre 2014 @ Onlyfuckinglabels (Macerata)
– sabato 10 Gennaio 2015 @ Condorito (Cuneo)
– giovedì 22 Gennaio 2015 @ Honky Tonky (Seregno)
– venerdì 23 Gennaio 2015 @ Dong (Recanati)

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Iceberg, il nuovo album dei Ruggine

Written by Senza categoria

Uscirà a novembre 2014, in cd per V4V-Records, Canalese Noise, Vollmer  e vinile per V4V-Records, Sangue Dischi, Escape From Today, Canalese Noise e Vollmer Industries, Iceberg, il nuovo album dei piemontesi Ruggine, rei di aver portato la lezione/reading Spoken Word dei Massimo Volume ad un livello successivo con la loro amalgama di Math Post Rock e liriche caustiche. Un punto di svolta per la maturità raggiunta nella scrittura dei brani e nella stesura dei testi, un lavoro più curato in tutti i suoi aspetti ed ancora più compatto e diretto di quelli precedenti. Registrato in analogico e in presa diretta da Massimiliano Moccia presso il Blue Record Studio di Mondovì, mixato presso il Mam Recording Studio di Cavallermaggiore da Massimiliano Moccia e masterizzato da Carl Saff presso il Saff Mastering di Chicago. Con l’uscita di Iceberg i Ruggine si preparano alla presentazione dell’album con un tour promozionale in tutta Italia ed in giro per l’Europa.

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Iceberg – Caro Tornado

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La tendenza a suonare (registrare) dischi in presa diretta sembra destinata ad aumentare considerevolmente, economicamente è più conveniente e artisticamente ha il suo ricercato perché, la potenza entra nelle ossa lasciando in secondo piano qualche piccola incertezza d’esecuzione. Gli Iceberg lasciano la lingua inglese per debuttare con un disco tutto in italiano registrato in presa diretta e intitolato “Caro Tornado”. L’idea è quella di trasmettere l’irruento impatto delle live performance, il risultato sonoro potrebbe avere molti punti sui quali discutere ma noi cerchiamo di cogliere l’animo punk del disco pensando alle cose belle della vita, se ancora ce ne fossero da apprezzare. Gli Iceberg suonano un rock sporco simile al Verdena style, molto cinici e spietati nella scelta dei riff, manca sempre la dolcezza, abbuffate di energia, la presa diretta questa volta non rende  praticamente mai grazia ai brani. Le chitarre suonano troppo chiuse, la batteria non picchia affatto come dovrebbe e la voce rischia di affogare in un mare di imperfezioni. Ovviamente problematiche di registrazione e non di tecnica.

Si voleva un disco sporco? Ecco un disco sporco. “Caro Tornado” è un lavoro comunque sia giovanile, adatto indubbiamente a un pubblico sbarbatello e sognatore, troverà facilmente i consensi di cui ha bisogno in pochissimo tempo, certo non entrerà nella storia ma troverà il proprio cammino. Da segnalare a voce grossa la bellissima confezione in digipack davvero interessante e ben fatta. Gli Iceberg nutrono grande passione per la musica e questo rimane subito chiaro ma torno ancora sulla registrazione che non convince e questo rimane un punto penalizzante per la riuscita del disco, non trovo mai quell’esplosione sonora di cui loro parlano tanto, non riesco a seguire con attenzione le linee melodiche e il nervosismo aumenta.. A volte sono costretto a prendermi una pausa. Una migliore attenzione nei suoni e forse ora staremo a parlare di un altro disco, voglio credere e dare fiducia a questi ragazzi, essere alternativi non è così semplice come potrebbe sembrare. Dai! Dai! Dai! Non tutto è perduto.

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