Iceberg – Caro Tornado

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La tendenza a suonare (registrare) dischi in presa diretta sembra destinata ad aumentare considerevolmente, economicamente è più conveniente e artisticamente ha il suo ricercato perché, la potenza entra nelle ossa lasciando in secondo piano qualche piccola incertezza d’esecuzione. Gli Iceberg lasciano la lingua inglese per debuttare con un disco tutto in italiano registrato in presa diretta e intitolato “Caro Tornado”. L’idea è quella di trasmettere l’irruento impatto delle live performance, il risultato sonoro potrebbe avere molti punti sui quali discutere ma noi cerchiamo di cogliere l’animo punk del disco pensando alle cose belle della vita, se ancora ce ne fossero da apprezzare. Gli Iceberg suonano un rock sporco simile al Verdena style, molto cinici e spietati nella scelta dei riff, manca sempre la dolcezza, abbuffate di energia, la presa diretta questa volta non rende  praticamente mai grazia ai brani. Le chitarre suonano troppo chiuse, la batteria non picchia affatto come dovrebbe e la voce rischia di affogare in un mare di imperfezioni. Ovviamente problematiche di registrazione e non di tecnica.

Si voleva un disco sporco? Ecco un disco sporco. “Caro Tornado” è un lavoro comunque sia giovanile, adatto indubbiamente a un pubblico sbarbatello e sognatore, troverà facilmente i consensi di cui ha bisogno in pochissimo tempo, certo non entrerà nella storia ma troverà il proprio cammino. Da segnalare a voce grossa la bellissima confezione in digipack davvero interessante e ben fatta. Gli Iceberg nutrono grande passione per la musica e questo rimane subito chiaro ma torno ancora sulla registrazione che non convince e questo rimane un punto penalizzante per la riuscita del disco, non trovo mai quell’esplosione sonora di cui loro parlano tanto, non riesco a seguire con attenzione le linee melodiche e il nervosismo aumenta.. A volte sono costretto a prendermi una pausa. Una migliore attenzione nei suoni e forse ora staremo a parlare di un altro disco, voglio credere e dare fiducia a questi ragazzi, essere alternativi non è così semplice come potrebbe sembrare. Dai! Dai! Dai! Non tutto è perduto.

Last modified: 5 Novembre 2012

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