Ballata Tag Archive

Le Choix – Finchè Vita Non Ci Separi

Written by Recensioni

Testi ben pesati e Rock italiano. La formula è già trita e ritrita, ma siccome di matematica non si parla, entra in gioco il colore. E il calore. Le Choix non sono di certo una band che punta all’innovazione, ma non fa nemmeno del calore la loro arma migliore. Gli undici brani di Finchè Vita Non ci Separi risultano tiepidi, frutto forse della produzione non troppo pompata o probabilmente del piglio non propriamente aggressivo che il gruppo abruzzese fornisce al suo sound. Le chitarre, sebbene ben incastrate tra di loro, sono lontane anni luce da un qualsiasi tipo di groove, mentre basso e batteria fanno il minimo sindacale per accompagnare tutte le canzoni comodamente al termine. Insomma non solo manca il rischio, manca anche la convinzione di prendere la strada sicura. Il disco in questione si fa comunque ascoltare, resta tiepido ma non insipido. A tratti ripetitivo e ostinato su sonorità e mood esageratamente scontati, spesso appesantiti dalla voce di Fabio Neri, che risulta rigida e poco fluica. Il ragazzo sprizza grande tecnica ma a volte capita di cadere nella trappola e, senza troppe forzature, viene da avvicinarlo a Piero Pelù.

Spezzando una lancia a favore del cantante, c’è da dire che i testi vengono sempre interpretati con emotività e Fabio pare cantare con tutto il corpo. Sprazzi di calore. Anche fermandoci sulle canzoni si rimane purtroppo spesso in uno stato di stallo. L’inizio di “Innesco di Fato” sembra rubato dagli Afterhours di “Piccole Iene” per poi sprigionare un ritornello più hard e diretto. Gli arpeggi di chitarra cercano sinuosità ma risultano spigolosi e arenati dentro una formula troppo rigida. “Pioggia di Luglio” cerca soluzioni ritmiche più complesse ma non muove di molto l’atmosfera, mentre il singolo “Orchidea” è sicuramente una canzone più radiofonica, sebbene pare perdere la brillantezza mostrata nei testi dei primi due brani. La ballata è dietro l’angolo, ce la aspettiamo, e infatti eccola servita in “Io Resto Qui” dove le chitarre sembrano finalmente rendere giustizia tra note lente e alte (ora taglienti!) e una ritmica che resta semplice ma calza a pennello. Parole a puntino, con tanto di finale narrato ma che non sbrodola in teatralità. Un brano degno di nota e ciò che a mio parere porta a sbilanciare il disco verso la sufficienza. Il resto dell’album invece tocca più le corde della noia che dell’entusiasmo, “Politikani” è un azzardo mal riuscito con un’accozzaglia di sentenze di personaggi politici in mezzo. Pure l’altra ballata “Segreto”, non acchiappa se non per il testo intenso e intelligente. L’impressione è che fosse stato un EP e si fosse puntato ad arrangiamenti più vari in meno brani, forse sarebbe uscito un lavoro più variopinto e meno monotono. La fatica e il sudore si sentono e sono presenti, per fortuna almeno l’onestà del progetto è viva e vegeta. Manca la fantasia, e poi quella spinta che ti fa vibrare le ossa.

Read More

Cosa c’è di diverso nella musica elettronica?

Written by Articoli

La domanda è nata quando ad un certo punto, in una bella giornata di sole, mi sono chiesto: perché il Jazz, che per me rappresenta la più alta manifestazione della tecnica sullo strumento, è una musica di nicchia ( solo il 3% della popolazione europea lo ascolta quotidianamente) quando dovrebbe essere il contrario? Allora, cominciandomi a rispondere, ho trovato la strada per questo articolo perché la risposta più banale che mi è venuta in mente, e cioè che è un fatto di ignoranza, mi sembrava troppo scontata, da fighetto un po’ snob e poco esaustiva. E poi così discriminavo il 97% della popolazione. Semplicemente ero partito da una considerazione sbagliata e cioè che non è solo la cultura che avvicina alla musica ma in gioco c’è tutta l’antropologia umana, fatta di aggregazioni, identità, sessualità, estetica, ecc….  Allora qual è la musica che più unisce e più è ascoltata dai giovani d’oggi? La musica elettronica. La mia analisi parte da qui, al rovescio, per portare la musica elettronica nel Jazz e il Jazz in quella elettronica.

Per musica elettronica intendo quei brani che intrinsecamente hanno al loro interno suoni prodotti da strumentazioni elettroniche, la musica da discoteca per capirci e non la musica registrata con mezzi elettronici; l’elettroacustica è un altro viaggio. Quindi musica fatta da sintetizzatori, campionatori, drum machine e sequencer che a ritmo martellante mettono a dura prova le orecchie o le gambe dell’ascoltatore, dipende da che tipi siete. Il mondo che aprono questi strumenti è un mondo vasto fatto di mille sfumature; tra le più recenti la Drum’n’Bass e la Minimal Techno. Sono partito dagli aspetti che più delineano questa musica e ho cercato la sintesi. Ovviamente non sarò esaustivo ma esporrò qui le mie personalissime e opinabili idee.

Ritmo Molta musica elettronica (non tutta ovviamente) è costruita attorno ad un forte nucleo ritmico, molto più che altri generi. Questo potrebbe discendere direttamente dalle radici della musica come il ritmo tribale. Riconoscere un buon ritmo non richiede una grande formazione musicale e la musica elettronica è piena di grandi battute.

BallabilitàDiciamolo, la musica elettronica ha senso quasi solamente su una pista da ballo. I vari ritmi, di cui sopra, costringono i nostri corpi a muoversi ed è semplicemente fantastico se fatto in gruppo. Per alcuni la musica elettronica diventa molto intrecciata a queste situazioni. Questo è dovuto alla sessualità che porta alla coscienza del proprio corpo.

Complessità timbrica  – La musica elettronica offre una complessità timbrica che va ben oltre ciò che si può trovare nella maggior parte dei generi che utilizzano strumenti tradizionali. Questo deriva dalla molteplicità dei suoni a disposizione dell’elettronica. Le variazioni timbriche generalmente sono poco distinguibili dalla melodia e ci vuole un buon orecchio per poterle apprezzare appieno. Per chi supera questo ostacolo troverà sicuramente interessante le potenzialità di questa musica.

Gamma emotiva L’elettronica ha una gamma emozionale molto più ampia e sfumata di quella che di solito troviamo nella musica tradizionale, ad esempio nella musica melodica. I sentimenti che questa musica può evocare sono raramente così evidenti, al contrario dei messaggi che può dare una canzone Pop. Queste ultime offrono narrazioni “coscientemente” più accessibili, mentre l’elettronica porta emozioni più complesse che non necessariamente si evolvono in modo lineare.

Anticonformismo I gusti musicali possono essere fortemente influenzati da fattori sociali e sono spesso parte della propria identità culturale. Per questo molti generi di musica elettronica tendono ad essere visti come non convenzionali e riescono a fornire da un lato un senso di appartenenza a una comunità e dall’altro rifiutano gli ideali tradizionali. Questo effetto è molto visibile in generi come la Techno.

Concludo dicendo che le “persone comuni” non conoscono la differenza tra la tromba e un trombone e non sanno assolutamente nulla su come si suonano questi strumenti ma in generale tutti gli strumenti. Questa cosa penso sia riconducibile al fatto che non siamo più abituati a guardare gli artisti che suonano perché siamo assuefatti ai video musicali che ci propongono una serie di immagini che vanno verso strade di narrazione musicale più che sulla rappresentazione strumentale. Perciò oggi la musica è una forma di video arte. Non penso che il Jazz e la musica elettronica siano così diversi, anzi, ritengo che siano abbastanza simili. Solo che il Jazz tende a sperimentare melodie astratte su strumentazione fissa mentre la musica elettronica accantona la melodia complessa per cercare spazio al movimento attraverso la varietà delle trame sonore.

Dal min. 4:00 si può apprezzare la prima presentazione in TV di un synth.

Read More