Alt-country Tag Archive

Califone in Italia

Written by Eventi

La band di Tim Rutili si appresta a tornare nel nostro Paese dopo un’attesa di ben sette anni.
Continue Reading

Read More

MJ Lenderman, l’antieroe dei sopraffatti

Written by Recensioni

Il nuovo lavoro del musicista del North Carolina si candida a diventare il disco alt rock preferito dalla categoria umana negletta dei teneri sfigati.
Continue Reading

Read More

Black Tail – Wide Awake on Beds of Golden Dreams

Written by Recensioni

Consapevolezza nell’insicurezza, un apparente paradosso che solo chi conosce davvero lo spleen può comprendere appieno.
Continue Reading

Read More

Ratboys – The Window

Written by Recensioni

Intriso di speranza e malinconia, il nuovo album della band di Chicago è un lavoro solido e ambizioso.
Continue Reading

Read More

Waxahatchee – Saint Cloud

Written by Recensioni

La colonna sonora di un viaggio che non avete ancora fatto
Continue Reading

Read More

10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #01.09.2017

Written by Playlist

10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #19.08.2017

Written by Playlist

Cass McCombs @ Monk Club, Roma | 09.02.2017

Written by Live Report

Giovedì sera. Mentre percorro Via di Portonaccio rivolgo un pensiero a quella fetta di connazionali (grandicella, ad onor di cronaca) piazzati già da un’ora davanti alla tv, a sciropparsi la terza serata del Festival di Sanremo, quella in cui i cantanti in gara tralasciano i propri brani per farne a pezzi alcuni altrui.

Continue Reading

Read More

Lambchop – Mr.M

Written by Recensioni

Misero il destino per chi da eroe diventa un numero zero, ma questo non riguarda i Lambchop. La band di Nashville era un numero zero agli inizi di carriera, zeri rotondi come il sole della loro terra: poco musicisti e molto sognatori, nichilisti dell’atmosfera , assertori che un mega blob inconcludente sostasse nel nulla pneumatico della musica. Questo era il lusso frenetico che questi giovani americani senza collare donavano e donano nei loro lavori. Qui al loro undici della carriera “Mr.M”, provano qualcos’altro, rinunciando al caracollare consueto, per un disco- sì malinconico di prassi – ma con accenti soffusamente smooth, jazzly, confidenziali con sospiri di Tindersticks e Wilco a soffiare delicatamente su braci semi-spente di fuochi andati; della band colpisce sempre la vena svaporata, i suoni tratteggiati che in questo nuovo disco sono dilungati a dismisura, in concreto slow song che stirano la tracklist come un lungo ballare delicato e in uno stato mentale d’abbandono e di rimpianti, ma è solo l’effetto delle orchestrazioni che ampliano il lento pathos che regna ovunque.

Undici pezzi, undici “classici” si vanno ad aggiungere ad un ascolto ovattato, fuori memoria e fuoco, da prenderci l’abitudine anche se si crede che questi “giri di boa” stilistici siano solo prendi tempo per ritrovare quella via maestra d’un tempo, che qui man mano pare vada a  scemare su derive incontrollate; detto ciò Mr. M rimane un disco piacevole, allentato ma sincero e onesto, con tanti sogni dentro e pochi effetti speciali fuori, praticamente inesistenti; Kurt Wagner, il leader vocal della band non sì da pace, crea atmosfere cantate sofferte, acide “Kind Of”, “Nice without mercy”, e nel suono totale vivono un crooneraggio alla lacrima “Mr.Met”, un Nike Drake che cavalca il folk di “Gone tomorrow”, arie da night con coretti “Gar”, la ballata bradiposa “2B2” o i violini sparuti che segano le tramature lente di “Buttons”.

Non si può gridare a nessun miracolo, è solo un buon disco che cozza leggermente con le precedenti produzioni e che abbisogna di più di un bel giro di stereo prima che ti rilasci sensazioni specifiche e idonee di un bel listening; del resto non si può pretendere boom discografici dopo lunghi anni d’altrettanti boom già acquisiti, una ciambella con mezzo buco riuscito ci può anche stare, l’importante è non ricaderci e tornare alla propria storia.

Read More