Fratelli Detroit – Hey Everyoby

Written by Recensioni

“Si formano nei garage della cultura suburbana di Carbonia, la città più disagiata d’Italia, e la scelta del nome è un esplicito parallelo con la città delle macchine, una volta polo trainante dell’industria americana ed oggi deserto culturale e sociale.

Prendete questa presentazione, infilatela dentro a tre tute blu da meccanico (scelta estetica semplice ma efficace) ed infornate: i Fratelli Detroit sfonderanno il vetro dei vostri forni a colpi di funk!

Tony Detroit (voce e chitarra), Frankie Detroit (basso) e Jimmy Detroit (batteria) non fanno del semplice funky: si dichiarano funk’n’roll..e direi che il gioco di parole è azzeccato.

Prendete un trio garage rock, togliete il Precision al bassista e sostituitelo con un Jazz facendoglielo slappare, insegnate loro i ritmi sincopati ma mantenete la voce con la sua timbrica grezza ed energica e il gioco è fatto.

Prendete i Red Hot dei tempi d’oro metteteli ad un tavolo con i Mudhoney e vedetevi arrivare Hendrix con un centinaio di shot di tequila per tutti.

(Sì. Oggi è la giornata del “prendete…”)

Il paragone con i primi Red hot chili Peppers è d’obbligo in brani come Blessed e Funky lovers. La vena hendrixiana caratterizza invece J.S. I Mudhoney si riconoscono nei pezzi più distorti e spesso nelle linee vocali.

L’abilità della band sta proprio nel far convivere tutte queste influenze all’interno degli stessi brani: caratteristica fondamentale del progetto è l’alternare parti funk piene di groove a schitarrate super distorte che fan pensare ad un’adolescenza passata ad ascoltare la musica marcia di Seattle. Esemplari brani come Dangerous, Lust o Lonely games. I Detroit dimostrano di sapersi dare una controllata di tanto in tanto come in Cinematique (telephone call from fresno) un bel pezzo lento di quelli che spogliano le femmine.

La prossima volta che qualche v.i.p. mi inviterà a sbocciare nel suo yacht a Porto Cervo mi farò dare un passaggio dalla parte opposta dell’isola per scoprire se dal vivo siano energici almeno la metà del disco.

Ad intuito la potenza può solo raddoppiare.

 

Post scriptum: nel caso venissero dalle parti del milanese scoprirebbero che la vera città più disagiata d’Italia è Carugo.

Last modified: 19 Novembre 2012

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