“Faber Nostrum”: cover o atto d’amore?

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Qual è il senso di una rilettura di un artista amato come De André?

Faber Nostrum esce per Sony Music venerdì scorso, in occasione dei vent’anni dalla scomparsa di Fabrizio De André. L’album viene presentato qualche giorno dopo, martedì 30, nello spazio eventi di Mercato Centrale a Roma, accompagnato da un live conclusivo di alcuni degli artisti partecipanti al progetto, alla presenza di John Vignola, di Dori Ghezzi, di Stefano Patara (Sony) e di Massimo Bonelli (iCompany), coordinatore del progetto insieme alla Fondazione De André Onlus, che ha come obiettivo quello di far rimanere in vita l’eredità artistica del cantautore genovese.

Il lavoro è presentato come un tributo, da parte della scena musicale contemporanea, all’attualità dei temi di De André, soprattutto con le sue tematiche di multietnicità, diversità, immigrazione, a partire da Genova, che è nel cantante il punto di contatto di questi argomenti. Come il Mare Nostrum – il Mar Mediterraneo, che è nostrum, italiano, ma non solo, perché mette in contatto più popoli – la musica di De André, del Faber Nostrum, va oltre qualsiasi provincialismo e fa parte della cultura collettiva.

Queste cover, tra la celebrazione e la reinterpretazione, sono un viaggio cronologico nel passato, verso la rivisitazione di temi attuali (emarginazione, amore, terrorismo, libertà interiore e artistica, dolore), trattati dallo scenario musicale contemporaneo con metodi e linguaggi diversi, ma sono anche un viaggio geografico tra le strade di Genova e un viaggio emozionale.
Un progetto che sembra essere tra i tanti dell’anno per celebrare de André, con la differenza che in questo caso ha suscitato l’interesse di una major come la Sony, e che non si esaurisce qui perché sono previsti dei live e l’inserimento di nuovi artisti che si cimenteranno ad interpretare altri pezzi – magari anche donne, un po’ le grandi assenti in questa opera di rilettura: pare che in molte abbiano rifiutato di partecipare in quanto non si sono sentite all’altezza di confrontarsi con una figura chiave come Faber.

È straordinario pensare a più artisti riuniti insieme per un ideale comune, sin dalla rappresentazione nella copertina dell’album, che raffigura un’adunanza dei cantanti partecipanti. Però è anche vero che De André non sembra avere bisogno di una commemorazione, soprattutto da un punto di vista musicale e di divulgazione dei suoi pezzi, radicati nella coscienza collettiva italiana e nel cuore di cultori del cantautorato e non. Da amante della musica di De André, non nego una certa titubanza nei confronti del progetto, e titubanti si sono poi dimostrati anche gli artisti stessi, decisamente restii a parlare delle proprie scelte reinterpretative (dei presenti, solo tre musicisti hanno preso la parola, e nessuno dei frontman ne’ degli artisti più noti), precisando più che altro di aver accettato questa sorta di sfida con rispetto ed umiltà. Fortunatamente però, quando al termine della presentazione si sono esibiti, nell’esecuzione dei brani in versione live si sono dimostrati decisamente più a proprio agio.

Viene poi da chiedersi quale sia lo spirito nel misurarsi con la musica un’artista di così alto livello, rischiando anche delle critiche. Inconsapevolezza, coraggio, o mera volontà di avere visibilità e stare in vetrina nella scena musicale contemporanea? Questo progetto più di altri pone una domanda sulla legittimazione delle cover. Hanno senso delle cover di artisti tanto amati e tanto affermati? Paradossale, se sono tanto affermati non c’è bisogno di commemorarli, per di più in modo formale, con un album. Ma la cosa positiva è la reinterpretazione a proprio modo dei pezzi, da parte degli artisti. Forse un progetto del genere andrebbe letto non come un disco-tributo, ma come un atto d’amore verso una personalità così importante nella storia del nostro cantautorato, come il riconoscimento nero su bianco di un’eredità immensa che in un modo o nell’altro ha segnato chiunque fa musica in Italia.

TRACKLIST

GazzelleSally
Ex-Otago
Amore che vieni, amore che vai
Willie Peyote – Il bombarolo
CanovaIl suonatore Jones
Cimini ft. Lo Stato SocialeCanzone per l’estate
MinistriInverno
ColapesceCanzone dell’amore perduto
The Leading Guy – Se ti tagliassero a pezzetti
MottaVerranno a chiederti del nostro amore
La MunicipàlLa canzone di Marinella
Fadi – Rimini
The Zen CircusHotel Supramonte
Pinguini Tattici NucleariFiume Sand Creek
Artù – Cantico dei drogati
Vasco BrondiSmisurata preghiera

Last modified: 3 Maggio 2019