Chain Punk vs Egg Punk

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Origine, significato e lascito di due sottogeneri che negli ultimi anni sono saliti alla ribalta nell’ambito hardcore e garage punk.

(In foto i The Coneheads, band dell’Indiana tra le più importanti in ambito devocore)

Quando si parla di nuovi generi musicali, c’è bisogno di tempo prima che si sviluppino ulteriori sottogeneri. Non è questo il caso in esame, dal momento che siamo al cospetto di due delle poche denominazioni nate nel contesto della rete e plasmate dagli utenti.

Tutto inizia il 7 agosto 2017 su Instagram, quando un utente posta una variante del meme degli occhiali di Peter Parker: nei due riquadri vengono rappresentati, in maniera stereotipata, due opposti sottogeneri (o presunti tali) dell’hardcore punk/garage punk.
Da un lato abbiamo borchie, mazze chiodate, teschi, catene e BDSM, dall’altro appaiono figure infantili, ironiche e dissacranti, colori pastello e uova: l’eterna lotta tra il bene e il male, tra i “duri e puri” ed i perdenti disadattati, tra il chain punk e l’egg punk.

Le due sottocategorie si sono via via polarizzate e, nonostante in principio ci fossero delle difficoltà nel definirle, oggi riusciamo a distinguerle bene, anche se in maniera decisamente diversa rispetto alla loro genesi.

CHAIN PUNK

Il chain punk è collocabile in quella evoluzione naturale del New York hardcore e del Boston hardcore verso il d-beat dei Discharge, nutrendosi di quell’ibridismo proprio di tutte le terre di lingua inglese – che ha investito per intero gli anni dieci – e arrivando a lambire nei casi più estremi anche un certo grindcore. Tra le band di spicco possiamo citare S.H.I.T., Cülo, Warthog, Impalers, Perdition e Inmates.

Fin dal principio, le due fazioni di sostenitori si sono sempre scontrate su chi fosse il detentore del “vero hardcore punk”: i chain punker sostenevano che la violenza sonora e dei testi rappresentasse la vera essenza del genere, mentre gli egg punker si difendevano affermando che il cuore dell’hardcore punk fosse più artistico e sperimentale, oltre che in grado di prendersi beffe di sé stesso.

Così, il 10 luglio 2018 altri due utenti di Instagram realizzano un grafico in cui indicano i complessi collocandoli progressivamente da quello più chain punk a quello più egg punk. Al centro di questo schema spiccano due gruppi: gli Hoax, indicati come “il gruppo chain punk per gli egg punker”, e i Dawn of Humans, “il gruppo egg punk per i chain punker”, un modo per mettere d’accordo entrambe le correnti.
Valutando a posteriori queste due band, ci accorgiamo però che attualmente esse sono entrambe riconducibili alla sfera chain punk, così come la maggior parte di quelle collocate nel segmento egg punk del grafico. Ma come è possibile?

EGG PUNK

Le band egg punk si distinguevano, in contrapposizione alla serietà e alla violenza del chain punk, per il forte umorismo e uno smaccato senso del ridicolo e parodistico, sia in termini musicali che di scrittura. La base resta quella dell’hardcore punk ma con inserimenti synth punk, post-punk e sperimentazione punk, nello stile dei vari Flipper, Killdozer, No Trend e Saccharine Trust.

Potrebbe sembrare che i due sottogeneri siano nettamente separati, tuttavia le differenze sono davvero minime. In fin dei conti, sempre di hardcore punk e garage punk stiamo parlando: l’industrial degli Urochromes, la no wave dei Lumpy and the Dumpers o i Beta Boys in odor di Germs sono davvero così distanti dai loro antagonisti “incatenati”? Ma soprattutto: ha davvero senso incasellare queste band in questi generi, avendo esse già da quarant’anni altre denominazioni?

In questo bel quadretto astratto, manca l’ultimo tassello che ha spazzato via tutto e rimescolato le carte nella buona e nella cattiva sorte: di queste band egg punk, infatti, ce n’è una parte che, invece di seguire le istanze marcatamente hardcore o noise, si è concentrata su garage rock, zolo, dance punk e power pop.
In sostanza, stiamo parlando di gruppi che avevano una grande e palese Devo-zione verso un gruppo ben preciso.

DEVOCORE

I The Coneheads di quel matto di Mark Winter sono i primi, nel 2014, a sintetizzare i Devo, inserendo nel proprio sound il nervo dei Buzzcocks e la follia dei primi Butthole Surfers; ne escono dei pezzi di pura avanguardia dell’assurdo, anche grazie alla fantasiosa idea di far sembrare i brani velocizzati e pitchati, utilizzando una voce talvolta monotona ed altre volte stridula.
Questo timbro vocale sarà un marchio di fabbrica per tutti i complessi a venire che esploreranno questa ulteriore suddivisione dell’egg punk. Una doverosa precisazione: il nome “egg punk” nasce dal già citato meme del 2017, mentre la dicitura “devocore” veniva già utilizzata per rappresentare i suddetti gruppi che, alla fine, si sono ritrovati dentro questo calderone contrapposto al chain punk, riuscendo comunque ad influenzare le band maggiormente legate a sonorità più spigolose e aggressive, arrivando così a creare zone grigie tra un genere e l’altro.

Negli anni a seguire nasceranno altri gruppi e solisti che si ispireranno alla mitica band di Akron: Uranium Club, Gee Tee, Prison Affair, Booji Boys, The Cowboys, Mat Williams dei Liquids ed Erik Nervous (compresi i suoi The Beta Blockers).

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Non è nuova questa ricerca delle sonorità dei Devo: possiamo partire da Gizmos e Urinals, arrivando a Brainiac, Country Teasers e Total Control. C’è sempre stato, dunque, qualche complesso che si è interessato a questi suoni: l’unica vera e interessante differenza, rispetto al passato, è la quantità ed omogeneità dei gruppi più recenti.

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Il devocore è riuscito ad attecchire anche in ambiti meno sommersi e a raggiungere un pubblico più ampio. In maniera diversa, chi più e chi meno intensamente, hanno assaggiato questa medicina gli americani Stuck, gli australiani Alien Nosejob, i canadesi Nov3l e Crack Cloud, gli inglesi Snooper, Powerplant, The Cool Greenhouse, ma soprattutto gli svedesi Viagra Boys, i quali hanno messo la definitiva pietra tombale su tutta questa odissea memetica.

EPILOGO

Cosa è rimasto, oggi, del chain punk e dell’egg punk? Probabilmente solo dei tag utilizzabili su Bandcamp per darsi un tono.
Il chain punk è rimasto nella testa dei fan più incalliti, mentre le varie band che potevano essere interessate non hanno mai utilizzato, e talvolta nemmeno apprezzato, questo termine.
Del resto, basti pensare alle due etichette più rappresentative nell’ambito del genere, La Vida Es Un Mus e Static Shock, le quali entrambe non utilizzano il termine tra i propri tag. Talmente “duri e puri” da aver perso in partenza senza nemmeno giocare, se mai c’è stata una sfida.

L’egg punk, invece, ha perso le iniziali prerogative divenendo, col tempo, sinonimo di devocore; in questo, il genere si è completamente svuotato delle idee iniziali finendo per rimanere senza una definita collocazione, mentre lo stesso devocore già dal principio era un termine che non aveva senso di esistere: la scena post-punk che può andare da Protomartyr e Ought fino a IDLES e Fontaines D.C. nessuno la chiamerebbe “fallcore”, giusto?
Alla fine rimangono solo i gruppi che, anche grazie al meme iniziale, sono riusciti ad emergere e a farsi conoscere e che, per un buon periodo di tempo, hanno creato una scena apprezzabile da molti.

Postilla finale: di recente, Rate Your Music ha voluto dare dignità all’egg punk inserendolo tra i suoi generi. Un tentativo per contestualizzare e storicizzare una scena musicale globalizzata ormai sfuggita di mano.

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Last modified: 16 Ottobre 2023