Black Belt Eagle Scout – The Land, The Water, The Sky

Written by Recensioni

Il nuovo album della musicista americana emana forza e vitalità e infonde coraggio nello sradicarsi dalla propria terra per poter camminare da soli, liberi.
[ 10.02.2023 | Saddle Creek | indie rock, dream pop ]

The Land. La terra da cui Katherine Paul (vero nome dietro al moniker Black Belt Eagle Scout) proviene, la riserva indiana Swinomish nello stato di Washington. 
The Water. L’acqua nella quale la cantautrice è immersa nella splendida copertina del suo nuovo album. L’acqua cristallina dello Skagit River, fiume che la riporta ai suoi antenati e alle sue origini. 
The Sky. Il cielo che fa da collante tra acqua e terra, che unisce la patria di Katherine a Portland, città fondamentale per la sua crescita artistica e personale.

The Land, The Water, The Sky, il quarto bellissimo album di Black Belt Eagle Scout è proprio la celebrazione del ritorno di Katherine nella riserva indiana della sua famiglia, avvenuta nel 2020 dopo anni di lontananza. Un album fortemente autobiografico, visceralmente legato alla natura, alla terra d’origine e al legame con essa.

My Blood Runs Through This Land, col suo testo intimo e profondo, esplica bene questo concetto di ritorno e di amore per le proprie radici. Una voce tanto delicata quanto appassionata, le chitarre nervose quasi shoegaze che riportano alla mente i momenti più eterei dei My Bloody Valentine e dei Mazzy Star.

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Nelle tracce successive il disco accoglie un dream-pop angelico, suoni impalpabili e voci che fluttuano leggere e inafferrabili. Il brano Salmon Stinta viene ulteriormente arricchito dalla presenza di Phil Elverum, fondatore dei The Microphones, divenuti più tardi Mount Eerie
Blue invece è una meravigliosa ballata folk malinconica e speranzosa, bucolica e trasognante. Un testo ermetico, la voce usata come fosse un tutt’uno con gli strumenti musicali. E poi la chitarra elettrica che dà anima e corpo al brano, le ritmiche persistenti e un quartetto d’archi che gonfia il pezzo di luminosa raffinatezza.

Nel singolo Nobody c’è il sapore folk rustico degli ultimi Big Thief, con un cantato sempre delicatissimo e sfuggevole e quelle chitarre suadenti e quasi grunge, semplicemente bellissime.
E in Don’t Give Up, il brano di chiusura dell’album, Katherine riflette sull’importanza di mantenere la connessione con l’esterno, con quella Portland che, se è vero che l’ha allontanata dalla sua terra, l’ha anche fatta diventare l’artista che è ora, capace di volare con le proprie ali.

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The Land, The Water, The Sky è un album incantevole. Emana forza e vitalità, coraggio nello sradicarsi dalla propria terra per poter camminare da soli, liberi. Un disco che riflette su quanto il mondo sia violento e doloroso, e su quanto tornare lì dove un tempo c’erano le nostre radici conficcate nel suolo possa ridarci speranza e pace, farci respirare di nuovo a pieni polmoni.

Black Belt Eagle Scout si muove tra folk e post-rock, passando per un gusto grunge e shoegaze che, grazie anche alla produzione di Takiaya Reed dei Divide and Dissolve, dona corposità e anima all’intero disco. Un lavoro riuscitissimo, bello in ogni suo brano, capace di infondere emozioni che si sprigionano da dentro e si diffondono poi nella terra, nell’acqua, nel cielo.

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Last modified: 11 Marzo 2023