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Ravenscry – One Way Out

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Eccoli i Ravenscry, una band che con tanti sacrifici e tanta voglia di suonare è riuscita a mettersi da parte una buona fetta del pubblico italiano ed estero, tutto questo con il loro disco d’ esordio “One Way Out”, protagonista anche di questa recensione. Partiamo col presentare il gruppo, formato da Mauro Paganelli e Paul Raimondi alle chitarre, Fagio al basso, Simon Carminati alla batteria e l’ affascinante nonché talentuosa Giulia Stefani alla voce. Il loro stile si rifà ad un Gothic Metal alla Evanescence e Whitin Temptation con la presenza di qualche sfumatura Melodic Death che ricorda un po’ gli Arch Enemy. “One Way Out” come abbiamo accennato prima è il loro primo full lenght e detto sinceramente come partenza non c’è niente male e infatti i risultati li hanno ottenuti. Lasciamo perdere le band con membri figli di papà che con la mangiatoia bassa riescono a comprarsi promozioni, posizioni per i festival o ai cosiddetti Pay To Play, i Ravenscry hanno avuto soddisfazioni con le loro forze ed il loro talento. Vi chiederete perché questo preambolo? Per il semplice fatto che almeno il sottoscritto, ultimamente, se nota un gruppo ben lanciato o meglio ancora ben pubblicizzato, subito gli viene suggerito che è un gruppo che ha sborsato i quattrini.  Per questo con i Ravenscry metto le mani avanti, confermando che la loro bravura e la loro intraprendenza, per questo piccolo inizio, li ha portati davvero su di una onesta vetta. Ma al di fuori di tutto, bisogna solo ascoltare “One Way Out” per darmi ragione, l’ album è fresco e ben suonato; tutti i membri del gruppo ci hanno messo impegno e sudore e il contributo di ognuno è stato fondamentale. Io personalmente ho fiducia in Giulia e soci, di questo passo il gruppo raggiungerà cime ancora più alte. Ora non ci resta altro da fare che ascoltare e goderci “One Way Out”.

 

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Story Of Jade – The Damned Next Door

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Mai come questa volta ho trovato difficoltà a fare un’ analisi di un disco. Tanti sono stati gli ascolti di “The Damned Next Door”, il nuovo album della Horror Metal band Story Of Jade e diversi erano i momenti in cui l’ ho ascoltato. Automaticamente anche arrivare alle conclusioni si rivelava complesso perché da un lato si teneva tra le mani un disco di buona produzione,  suonato bene senza alcun dubbio e dunque con una tecnica discreta, dall’ altra parte troviamo un prodotto di un banale Thrash Metal che di Horror a dirla tutta ha poco e niente. Insomma, considerando gruppi pilastri come Daemonia, Death SS e Cadaveria che in Italia hanno messo le radici, sono i gruppi che in un modo o nell’ altro attraverso i riff e le atmosfere fanno proprio lo stile dell’ Horror: Citando sempre questi big e facendo un paragone con gli Story Of Jade,  vediamo che questi ultimi non hanno le atmosfere che creano i Daemonia, non hanno le sinistre e cupe melodie dei Death SS ne c’è quel tetro e grezzo suono che i Cadaveria riescono a creare con i loro massicci riff.  

“The Damned Next Door” è indubbiamente un disco piacevole, tralasciando questa questione sull’ Horror, il resto del lavoro è ben composto, non è eccezionale ne innovativo ma scorre facilmente. Tecnicamente il gruppo è preparato infatti avrebbe potuto fare molto di più, ma ad ogni modo non perdiamo le speranze perché se gli Story Of Jade riusciranno  a giocarsi le proprie carte, state certi che faranno centro.

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