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Primo videoclip per Le Laite

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Il cantautore asiaghese Le Laite (aka Paolo Silvagni) lancia Val D’Orco tratto dal suo disco di debutto L’estate è già un ricordo. Il video, girato nella valle che dà il nome alla canzone stessa, è stato curato da Nicola Cioffi, già al lavoro sulla produzione dell’album. Trovate il videoclip qui. Enjoy!

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Nuovo disco per Nicodemo

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Già bassista (live/studio) di vari artisti underground, Nicodemo è ideatore e direttore artistico di “Studio 35 Live”, programma tv/web dedicato alla musica nell’infosfera. Dopo la straordinaria esperienza in studio e live di “Riddim a Sud”, progetto ideato da Teresa De Sio, nel 2010 presenta “In Due Corpi” (La Fabbrica / Rai Trade), album di dieci canzoni con la partecipazione di vari artisti appartenenti al panorama musicale italiano (Andy, Luca Urbani dei Soerba, Carmelo Pipitone dei Marta Sui Tubi, Raffaella Destefano dei Madreblu e molti altri). Il disco, accolto molto positivamente dalla critica specializzata, è stato presentato nelle migliori location d’Italia e più volte trasmesso in radio (Radio Rai e network privati). A distanza di tre anni dal primo album ufficiale, il 5 Ottobre 2013 sarà il momento di VIOLA, disco dalla scrittura meditata perciò decisa. Trovate maggiori informazioni sul sito internet del cantautore.

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Dimartino – Non Vengo Più Mamma

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Il vero cantautore è quello capace di portarti musica e parole dentro le vene, è quello capace di farti ridere, scherzare, piangere. Innamorare. E per quanto questa fosse una frase fatta e rifatta milioni di volte è così. E’ quello che in qualche modo riesce a raccontare le storie della tua vita, un animo turbolento e viziato del quale però non riusciremo mai a viverne senza. Poi in questi ultimi anni il cantautorato prende tantissime direzioni, quello che preferisco senza dubbio è quello che (senza stare a fare nomi già noti) nasce e si sviluppa nell’Italia meridionale. Dimartino è sicuramente sulla punta della piramide dei cantautori italiani degli anni dieci, belle canzoni, impatto live importante, genuinità. Sarebbe Bello Non Lasciarsi Mai, ma Abbandonarsi Ogni Tanto è Utile il precedente disco non lasciava troppo spazio alla critica negativa, una delle migliori produzioni italiane di quell’anno, uno dei migliori dischi italiani degli ultimi anni. Adesso decide di cambiare, sperimentare, rischiare. Il nuovo lavoro (un Ep) Non Vengo Più Mamma (unico supporto fisico in vinile) non è il disco che un fan di Dimartino si aspettava di ascoltare, o almeno in parte, c’è innovazione elettronica dentro, c’è un bel fumetto scritto da Dimartino e disegnato da Igors Scalisi Palmieri da leggere durante lo “sperimentale” ascolto del vinile.

Sei canzoni a comporre il disco (Ep), senza troppe riflessioni invernali come nell’opener “No Autobus”, il pezzo che da subito mette simpatia e leggerezza sulle spalle dell’ascoltatore. Poi Dimartino decide che le parole in qualche modo debbano finire nel pezzo interamente strumentale e sintetico “Il Corpo Non Esiste”, vera e propria novità artistica del musicista siciliano.

Con “Piangi Maria” ritorniamo a rivivere quelle emozioni classiche alla Dimartino nonostante la musica sembra ancora una crescente evoluzione sonora di quello che fu un ex conterraneo assessore, uno “Shock in my Town” rigenerato nella forma e nello spirito. In “Scompariranno i Falchi Dal Paese” si prova ancora qualcosa di diversamente ispirato, nelle sequenze musicali accompagnate da un inedito Dimartino oratore. Tutto sempre completamente “diverso” dal solito nei due conclusivi pezzi “Come Fanno le Stelle” e “Non Torneremo Più”, una dimostrazione di grande versatilità e prontezza di riflessi intellettuali. Non Vengo Più Mamma sarebbe bello non lasciarlo mai andare via dal vostro giradischi, una boccata di aria nuova, pulita, il desiderio di non dare mai niente per scontato nella vita. Dimartino non delude mai anche quando gioca con qualcosa che naturalmente non gli appartiene, la sua vocazione è quella di fare musica, per il resto divertiamoci nel vederlo giocare con ben riuscite sperimentazioni, Non Vengo Più Mamma suona come una piacevole parentesi nella carriera ancora tutta da fare di uno dei migliori artisti dello stivale. Forza Dimartino, noi non ti lasceremo mai.

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Marco Smorra – Marco Smorra e i Tempi Moderni

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Non capisco bene perchè, ma l’ombra di Rino Gaetano pare rincorrermi freneticamente. Sarà destino (a cui per colpa dell’età inzio a credere sempre di più), sarà voluto (adoro lo sventurato Rino), sarà che ciò che ha valore (non solo in musica ma in ogni forma d’arte) lo ritrovi ovunque, nelle piccole e grandi cose di tutti i giorni e lo fai tuo come fosse un raggio di sole, con la pretesa che illumini soltanto la tua faccia quando sai benissimo che sta scaldando un’infinità di persone.

Ebbene io vedo Rino nella politica, nella religione del popolo, nella vita sociale che siamo costretti a inventarci, ma anche nel traffico frenetico il venerdì sera, negli sconti al supermercato, nella televisione a tavola e negli sguardi dei lavavetri ai semafori.

Ma per ora mi limito a raccontarvi come vedo Rino in molti giovani cantautori del nostro paese. E come anche questo Marco Smorra, classe 76 e nato in provincia di Napoli, prenda spunto dal cantante calabrese, senza scadere in una tragica emulazione.

Il disco ha un titolo a dir poco ambizioso che richiama il capolavoro di Chaplin e il ragazzo in questione ci propone un simpatico mix tra funky rock (un applauso alla grande band che accompagna Marco) e canzone di protesta. Musica sospesa, come l’aria che respira l’acrobata nel salto da un trapezio all’altro. Un filo tra l’irriverente spensieratezza del circo e la tensione di un salto nel vuoto: una vita piena di precariato e di ingiustizie sociali ma vissuta da chi non perde l’antico vizio dell’ironia. Proprio in questa caratteristica vedo Rino.

I testi in questi “Tempi Moderni” però sono ancora acerbi, troppo diretti e il surreale non viene ben ereditato, qui è solo un gioco di luci un po’ svarionante, un illusione. Tant’è che l’episodio più riuscito sembra essere la cover di Stefano Rosso, “Colpo di Stato”, dove purtroppo si nota la distanza tra la grande canzone italiana e le critiche affannate ad escort e reality show. Per il resto del disco ci sono troppi riferimenti diretti e troppe parolacce che (anche se giustificate dalla rabbia) non sono ben accette tra i clown con la chitarra in mano.

Insomma alla fine dello show la bombetta in testa il ragazzo se la merita, non gliela si puo’ estirpare. Però Rino rimane attuale anche oggi e me lo vedrò in ogni dove ancora per lungo tempo, mentre le invettive di Marco contro Maria De Filippi e i suoi tronisti spero svaniscano molto presto, insieme a tutta la programmazione di Canale 5.

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