Seaofsin – Timeless

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“Timeless” ovvero senza tempo, eterno; non solo il titolo del primo album del duo seaofsin ma anche una dichiarazione d’intenti per Giuseppe Casasanta (synth e drum machine) e Ivan Oglomov (voce, synth e drum machine) non più giovanissimi musicisti con una passione infinita per il sound caro alla formazione capitanata da Dave Gahan. Dichiarazione d’intenti perché la gestazione di gran parte degli otto brani presenti in Timeless ha radici lontane nel tempo, trattandosi per lo più di composizioni risalenti agli anni d’oro del Synth Pop ma che solo ora hanno trovato la forza, grazie soprattutto al lavoro di mixing e mastering del Dr. Greenthumb (alias Salvatore Carducci dei Sixty Drops), di porsi alla mercé di un pubblico più ampio. Pezzi che dunque non possono dirsi figli del nostro tempo ma che provano a suonare senza tempo, appunto, grazie ad una rinnovata manipolazione elettronica con un risultato non totalmente centrato ma comunque apprezzabilissimo vista la difficoltà dei propositi. I punti di riferimento dell’opera prima, pur essendo tutti di matrice Elettronica,  spaziano dal Downtempo dell’intro omonima “Timeless”, al più canonico Synth Pop di “b. L.”, dall’Ebm di “sOmeTImes” al New Romantic di “Alone”, in cui a farla da padrone è la voce femminile di Antiac, dai cenni di Industrial alle atmosfere New Wave. Il tutto ben amalgamato da una costante atmosfera oscillante tra una sorta di pittura sonora oscura, nostalgica, fredda, quasi cinematica e inquieta e un’anima armoniosa, languida, a tratti pulsante d’un amore carnale.

Purtroppo anche i limiti dell’opera sono altrettanto evidenti; il tentativo di “svecchiare” i brani è riuscito solo a metà e la vicinanza estetica con i Depeche Mode è eccessivamente palesata. La resa sonora non è impeccabile, con voci e suoni a volte troppe disgiunti tra loro e non ben amalgamati e nonostante siano ammirevoli tanto le parti melodiche quanto quelle vocali (pur non essendo Oglomov un cantante nel senso classico del termine, meravigliosa la linea di “AlwaYSinbLaCk”) e strumentali, all’ascolto pare mancare una certa potenza che avrebbe sicuramente potuto dare una sezione ritmica più incisiva, bassi più potenti e qualche incursione sonora meno canonica. La parte prettamente Rock è quasi completamente assente (del resto, i due, non sono musicisti Rock per intenderci), l’elemento Elettronico è quasi protagonista assoluto ed in un periodo in cui l’Elettronica riesce a dire tanto nei modi più disparati ci si sarebbe aspettati un po’ di coraggio in più, con arrangiamenti più corrosivi e solenni. Detto questo, è innegabile l’onestà mostrata dai seaofsin, che nel corso di decenni portano a termine un percorso stilistico senza rinnegare le proprie radici, le proprie passioni e le personali evoluzioni; ed altrettanto innegabile è la validità dei brani nella loro struttura che avrebbero tutte le potenzialità per suonare come grandi pezzi scritti dai pezzi grossi. Spesso si dice delle band con troppi anni alle spalle che riescono a suonare ancora belle ma senz’anima; qui di anima ce n’è tanta.

Last modified: 20 Febbraio 2019

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