Radio Supernova – Takaisin

Written by Recensioni

Una rilettura in finlandese gradevole ma non originale del dream pop e shoegaze di fine millennio.
[ 15.01.2021 | Soit Se Silti | shoegaze, dream pop ]

Fino a due giorni fa, nella mia mente colma di stereotipi e pregiudizi, la Finlandia era terra di heavy metal e ragazzi con istinti suicidi. Fino a ieri, dopo aver letto uno di quegli articoli idioti che i boomer fanno girare su Facebook, la Finlandia era la terra in cui più agevole doveva essere vivere felici.

Oggi, scopro che la Finlandia è anche un ottimo luogo per scoprire musica che vada oltre i cliché e lo faccio con l’ascolto del secondo lavoro targato Radio Supernova. Ovviamente, stavo scherzando perché il mio legame con la terra scandinava va ben oltre i luoghi comuni, ed anche musicalmente ho già avuto modo di apprezzare sia artisti electro e sperimentali che alimentavano il mito di un nord gelido, aggressivo, rumoroso, inquietante e lontano dai suoni mediterranei (Olimpia Splendid, Grunt, Pan Sonic, Vladislav Delay) sia musicisti più vicini al pop, in senso molto ampio, occidentale, come Pepe Deluxé, The Gentleman Losers o Cats on Fire.

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Eccoci allora al nuovo album dei Radio Supernova, formazione standard a cinque di Tampere nata circa tre anni fa e capitanata dalla voce di Kata Riikonen, in grado, più per impostazione e timbrica che per capacità prettamente tecnica, di farci ricordare in più di un’occasione la splendida Elizabeth Fraser.

A dire il vero, anche nella musica dei finlandesi sono molti gli elementi in comune non solo con i Cocteau Twins ma con tutta la scena dream pop Ottanta e Novanta, con la piccola differenza che predominante, nel caso dei Radio Supernova, è lo shoegaze con le sue chitarre taglienti e distorte a fare da sfondo alla leggiadra voce femminile.

Non si tratta dunque di shoegaze crudo e duro in stile Alcest o rumoroso come A Place To Bury Strangers quanto piuttosto quello tradizionale di My Bloody Valentine depurato delle sue parti più fragorose, degli Slowdive meno lisergici, quello più ethereal wave ma che mai prende la strada del jangle pop, uno shoegaze non proprio originale ma che rilegge i classici arricchendoli con la freschezza di una lingua cui non siamo troppo abituati in chiave alternative rock, come è il finlandese, appunto.

Un sound che si discosta in parte dall’esordio facendosi appunto più pulito, leggero (loro stessi si definiscono “mansegaze”) per trattarsi di shoegaze, che legge perfettamente i tempi moderni incanalando la rabbia post punk non tanto in una potente ribellione sonica, quanto in sogno e speranza.

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Takaisin è un disco perfetto per chi ama il dream pop e lo shoegaze meno impegnativo, quello che non necessita di tappi per le orecchie ai concerti, quello più esemplare che non insegue la necessità di stupire a tutti i costi, quello che non vuole farti sprofondare nel più nero subconscio ma darti l’idea che ancora, nonostante tutto, tutto potrà finire bene.

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Last modified: 2 Marzo 2021