Me, the Other And. – 404 Human Not Found

Written by Recensioni

Questo album è fatto per tutti quelli che non vivono abbastanza a lungo per realizzare i propri sogni. Questa musica è dedicata a tutti i loro sogni.

“Italians Do It Better”! Quante volte avete letto questa frase, spesso a sproposito, piazzata un po’ a caso e senza una valida e solida motivazione a sorreggerne il concetto? Tante volte, suppongo, ma ogni tanto le cose vanno per il verso giusto. Pensate all’omonima etichetta fondata a Portland nel 2006 in cui militano anche i Chromatics. In realtà, 404 Human Not Found non ha niente a che vedere con la label creata da Jewel e Simonetti ma ha a che fare con il pensiero che c’è dietro e non parlo di quella sorta di revival Italo-Disco quanto piuttosto della meno esplicita rappresentazione mentale che vuole riconoscere il valore di musicisti e compositori nati nella nostra penisola ma capaci di produrre qualcosa che si possa staccare con decisione dalla tradizione anche attuale tricolore.

Nonostante il giovane trio provenga dalla florida e modaiola Milano la loro musica affonda le radici molto lontano, nella Londra di Jamie XX, artista che ha ridato linfa vitale a questi suoni eterei ma romanticamente energici con l’album In Colour del 2015, casualmente o no, non ci è dato sapere, stesso anno di formazione dei Me, the Other And.

Primo protagonista indiscusso di quest’opera prima è la classe 91 Chiara, catanese di nascita ma lombarda di adozione che ha fatto di piano e voce parte della sua formazione “accademica”. A lei si affianca lo stile più crudo e anticonformista di Lorenzo il quale sceglie due voci, maschile e femminile, per combattere la sua crociata interiore “contro i continui errori della mente”. A quelle voci si aggiungono sintetizzatori, drum machine e campionatori che confezionano la cornice ai testi macabri e frustrati dei Me, the Other And.

Da tutto questo nasce un sound fatto di Elettronica cupa e bassi profondi, voci soffuse e angeliche, ritmi sincopati e melodie pungenti, in una continua alternanza tra acustico e sintetico, tra vintage di “recupero” e modernità. Brani in crescendo che insieme formano un concept sulla disumanizzazione dei soggetti facenti parte l’attuale società non più capace di prendersi realmente cura dei suoi figli ma in grado di sacrificarli in nome di Dio o del denaro che è sempre più spesso la stessa cosa; e gli unici che sembrano aver capito davvero quello che sta succedendo hanno deciso di fottersene, isolarsi nella loro arte, bere di più, drogarsi di più ed evitare di fallire come quel giorno in cui provarono a cambiare il mondo.

I ritmi lentissimi disegnano sogni e incubi, dandoci tutto il tempo per goderne in ogni minimo dettaglio e ricollegarci, come detto, al suono attualissimo dell’artista britannico membro di The XX ma anche ad anni più lontani. Il suono di fine millennio, quello dolce e notturno dei Laika di Margaret Fiedler o europeo di Peace Orchestra e Hooverphonic degli esordi, con quella miscela di Trip/Dream Pop e Downtempo che quasi si fa Ambient, si fonde con quello del nuovo millennio, all’Elettronica minimale stile Syntax, alle atmosfere misteriose e surreali dei primi Goldfrapp, per restare nel Regno Unito, o ancora alla femminilità quasi psichedelica di The Noise Made by People e la surreale dolcezza di Haha Sound, primi due album dei Broadcast.

404 Human Not Found è un disco complesso, sia per la scarsa immediatezza dei brani, esclusi alcuni episodi più danzerecci, sia per le sue molteplici chiavi di lettura che offre; album che regala tanto con la musica e I suoni in continuo sballottamento tra recente passato, presente e futuro e tanto con la parte lirica, anch’essa in bilico fra tragicità, drammaticità e disillusione.

Opera prima che rischia di diventare un punto fermo e un metro di paragone per i posteri italiani desiderosi di cimentarsi con uno stile che di italiano ha veramente poco.

Last modified: 20 Febbraio 2019

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *