Alien Nosejob – Suddenly Everything Is Twice As Loud

Written by Recensioni

Dall’Australia, il secondo LP di un progetto dalle molte sfaccettature.
[ 17.01.2020 | autoprodotto | garage punk, jangle pop ]

Gli australiani Alien Nosejob sono una creatura davvero insolita: quando credi di averne capito l’essenza e le influenze, ti spiazzano in maniera violenta.

Il primo LP – Various Fade & Techological Achievements, del 2018 – è un inno al bedroom lo-fi (che ancora custodiscono gelosamente) con qualche gemma psych folk/pop alla maniera di Barrett ed altri pezzi caratterizzati da curiose discese in abissi synth pop. L’EP Buffet Of Love del 2019, invece, ti spara in faccia della coldwave e dell’italo-disco cafonissima, del synth pop dalle tinte cupe e sotterranee. Nello stesso anno l’EP HC45, al contrario, si rimangia tutto ed esterna la propria rabbia con un hardcore punk che tanto riprende dalle direttive aussie garage e devo-core e si intromette nella (ben poco) eterna guerra del meme “egg punk vs chain punk”.

Si arriva, dunque, all’uscita di questo secondo disco, equilibrato sin dal primo brano Television Sets, un garage punk con il giro melodico lasciato ad un synth ansiogeno, e dalla successiva Weight Of The World, a cavallo tra jangle pop e garage con una batteria elettronica che tiene un ritmo ipnotico motorik. A seguire: la canzone western con il synth che simula le trombe (Rainbow Road), l’inno proto punk/garage trasportato in piena rivoluzione new wave (Emotional Rep), senza dimenticare gli amori post-punk per i Buzzcocks (Pass The Buck) e i Devo (la straniante Spin Cycle); merita un discorso a sé la stupenda Alien Island: a cavallo tra The Sound e The Cure, con quell’aura ipnagogica del miglior Ariel Pink, è la giusta conclusione di un lavoro armonico nelle sue sfaccettature, senza sbavature fuori dai bordi tipiche dell’esordio.

Tirando le somme su Suddenly Everything Is Twice As Loud, è difficile dire che cosa potremmo ascoltare all’interno di un prossimo album degli Alien Nosejob, anche se questa formula tra un post-punk orientato al garage, l’intrusione del glam punk dei Magazine e Gary Numan e l’ovvia influenza punk australiana che scherza tra l’hardcore e il jangle pop sembra la via più indicata sulla quale evolversi.

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Last modified: 3 Febbraio 2020