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Recensioni #13.2018 – Duracel / Heavenblast / Second Youth / GTO

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Labyrinth: Roberto Tiranti lascia la band.

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Direttamente dalle parole di Roberto:
Non è mai facile scrivere comunicati di questo tipo, ma credo sia giusto essere chiari e sinceri nei confronti di coloro che per tanti anni ci hanno accordato stima ed affetto.
Da questo momento non sono più il cantante dei Labyrinth, dopo quasi 18 anni lascio la band che più di tutte mi ha dato, in termini di soddisfazioni blasone ed esperienza in Italia ma ancor di più all’estero. Sei Album, un ep ed un “best of”, tanta musica scritta a più mani per un obiettivo comune, tanta vita condivisa che non potrà mai essere cancellata e la sicurezza di avere amici su cui contare e magari in futuro ritrovarsi per scrivere altra musica. Tutti sono utili, nessuno è indispensabile e credo che anche questa volta la band saprà affrontare tutto ciò con la solita forza e capacità di reinventarsi. Ho avuto la migliore band possibile per esprimermi in quell’ambito e sono certo non farò più parte di formazioni di analogo genere, sarebbe stupido, incoerente e scorretto nei confronti dei Labyrinth. Attualmente sto preparando il mio primo album solista in cui sto riversando grandi energie, inoltre continuano le collaborazioni con Ken Hensley, gli Wonderworld e i Mangala Vallis. La mia priorità va ovviamente al percorso solista, per costruire nonostante l’età, una base solida per il futuro. GRAZIE AI LABYRINTH, GRAZIE A TUTTI VOI“.
Roberto.

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Heimdall – Aeneid

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“Aeneid” è, in Italiano, l’Eneide di Virgilio. Il tema del quinto lavoro della ormai quasi ventennale band campana, che arriva dopo 9 anni di silenzio (caratterizzati da diversi cambi di formazione) dal precedente lavoro in studio Hard as Iron, è dunque il simbolo stesso dell’avventura epica come la buona tradizione del power metal richiede. Il coraggioso concept-album degli Heimdall, pubblicato dalla Scarlet Records, non tradisce le alte aspettative di un’ispirazione così importante e regala all’ascoltatore, dalla prima all’ultima traccia, un metal genuino e tradizionalista ma al tempo stesso moderno nelle sonorità, coraggioso negli arrangiamenti, mai scontati e sempre egregiamente realizzati. Una produzione di ottimo livello anche tecnicamente parlando, con un suono potente soprattutto grazie alle chitarre del tridente composto da Fabio Calluori, Carmelo Claps e Umberto Parisi. Le linee melodiche della voce di Gandalf Ferro sono perfettamente in stile e ben cantate, supportate da ottimi cori degli stessi chitarristi, le ritmiche di basso e batteria (Daniele Pastore e Nicolas Calluori) sempre corpose e incalzanti. Infine un plauso particolare per le tutt’altro che trascurabili tastiere che, meravigliosamente concepite, rendono l’atmosfera evocativa ai massimi livelli.
Che dire, potrei passare traccia per traccia, dall’immancabile e romanzesco prologo all’epilogo (quattordicesima traccia!), appunto “The Last Act”. Ma a cosa servirebbe? Non c’è una traccia brutta in questo disco. Non c’è una traccia che preferisco sulle altre. La storia è quella di Virgilio. L’interpretazione e la realizzazione degli Heimdall è magistrale. Questo “Aeneid” in sostanza offre tutto ciò di cui un sano metal-lover abbisogna, portando una ventata di modernità sonora ma rimanendo fedele alla tradizione degli artisti ispiratori della band di Salerno: Ozzy Osbourne, Judas Priest, Iron Maiden, Helloween e Metallica, solo per citarne alcuni. Potenza, atmosfera epica, melodie evocative, giusta dose di cuore, anima, sangue. L’uscita del disco è prevista per il 26 febbraio 2013. Chi non ama il genere probabilmente non sta nemmeno leggendo il mio articolo. Per tutti gli altri nessun indugio! Per quanto mi riguarda, quando avrò voglia di metal, so che avrò certamente gli Heimdall nella mia playlist.

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